-- Capitolo 6 -

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- MARTA. -

Sarei rimasta più che volentieri a casa di Giorgia e Ale per tutto il giorno, ma non mi sembrava il caso di approfittarne ancora. È stata una mattinata perfetta, anche perché svegliarmi con davanti il sedere di Sandro è davvero un bel risveglio.

Chiudo la chiamata con mia madre sospirando.

Mio padre sta dando sempre più problemi, ma so come andrà a finire: se lui non vorrà andare in clinica, allora ce lo trascinerò io. È da anni che non fa altro che entrare ed uscire dalle cliniche e gli incontri per gli alcolisti anonimi, per quanto possano essere utili a tutte le persone, per lui non lo sono per niente. Fosse per me potrebbe fare quello che vuole, ma se continua con questo atteggiamento fa solo del male alla mamma e alla nonna. Quella donna a ottant'anni dovrebbe solo pensare a riposarsi e non preoccuparsi del figlio ubriacone. Non sta nemmeno bene e già il mese scorso è stata ricoverata per un paio di giorni in ospedale.

Prendo un profondo respiro mettendo il cellulare nella borsa. Questa è l'ultima possibilità che do a mio padre, non posso continuare a stare male per lui. Ho sprecato anche fin troppo tempo e se lui è il primo a non voler migliorare, allora non sarà mai in grado di accettare l'aiuto che gli si sta offrendo.

Alzo gli occhi al cielo ed entro in casa, ma mi blocco sulla porta.

No. Non è possibile!

Dei gemiti provengono dalla camera della mia coinquilina e vorrei tanto non sentirli. Vorrei non sentirli anche perché il suo caro fidanzato non è nemmeno in Italia. Sono proprio curiosa di sapere come faccia fra poco a raggiungerlo a Londra e non sentirsi nemmeno in colpa dei suoi tradimenti. Abiteranno insieme!

Sono più che sicura che ciò che sento non sia un filmetto porno, ma la mia carissima coinquilina con il ragazzo rimorchiato la sera prima. Non è la prima volta che lo fa e non capisco perché voglia tenersi un ragazzo, se se la spassa con gli altri.

Raggiungo in fretta camera mia e accendo la musica dello stereo. Alzo il volume in modo che possono capire che non sono più soli in casa, ma soprattutto in modo da non sentirli. Mi cambio con jeans a vita alta e un maglione verde smeraldo dalle maniche larghe. Lego i capelli in una coda alta maledicendo la mia coinquilina per non poter fare una doccia.

Prima esco da questa casa e meglio è per tutti, soprattutto per me.

Svuoto la pochette dentro la borsa nera che uso solitamente di giorno e mi decido a spegnere lo stereo. Sento ancora dei gemiti, perciò recupero il cappotto, il computer ed esco. Non voglio rimanere un secondo di più in questa casa.

Arrivata in strada trovo un messaggio di Michele. Questo ragazzo è davvero insistente, ma non posso evitarlo a lungo. Ci vediamo quasi tutti i giorni a lezione e mi dispiace dirgli sempre di no, un caffè non uccide nessuno. Devo anche stare fuori casa il più possibile. Potrei tornare da Giorgia e il suo affascinante coinquilino.

Cazzo! Ho appena definito Sandro affascinante e non può assolutamente accadere. Forse incontrare Michele mi farà bene.

Gli scrivo di trovarci al Bosco. È un bar carino in città studi vicino alla facoltà di architettura. Un piccolo locale dove ci vanno la maggior parte degli studenti, perciò spero di trovare un tavolo libero. L'arredamento è semplice dai tavoli bianchi con sedie colorate e pareti panna con lampadari neri. Ci sono tre camerieri dietro al bancone e nessuno passa fra i tavoli, è più una gestione dei clienti, si possono fare tutti gli spostamenti che si vogliono.

Per mia fortuna Michele è già lì seduto e mi aspetta. Almeno non dovrò stare in piedi. Lo vedo attraverso la grande vetrata che da sulla strada e mi rivolge un sorriso di saluto appena mi nota.
Dovrò fare solo la fila al bancone per prendere la mia cioccolata calda.

Mi incammino e intanto chiamo Arianna. <<Ciao Ari, ho visto la tua chiamata.>>

<<Ciao Marta! Volevo chiederti di uscire domani, ti va?>>

<<Va bene.>> rispondo sapendo già che dovrò ospitarla. <<C'è qualche evento?>>

<<So che Alessio andrà all'Alcatraz.>> risponde come se tutto fosse spiegato e in effetti è così. <<Giorgia e Sab vogliono venire?>>

<<Sabrina lavora e credo che anche Giorgia debba lavorare.>>

La sento sbuffare. <<Tu almeno ci sei?>>

<<Se mi prometti di non mollarmi a inizio serata ci sono.>>

<<Grazie!>> esclama felice <<Baci.>> dice chiudendo la chiamata.

Spero proprio per lei che non mi abbandoni a inizio serata perché è la volta buona che la strozzo. Non ho voglia di essere rimorchiata da qualche deficiente per colpa sua, o da qualche amico strano di Alessio. Mi sono già trovata in una situazione del genere e non voglio viverla un'altra volta.
Avrei fatto meglio a declinare l'invito, ma non mi va di rimanere a casa. Potrei dire a Caro e Cam di unirsi a noi, magari anche i ragazzi. Potrei scrivere a Sandro, ma... non posso provarci con lui, non quando la mia migliore amica è interessata. Io vorrei solo portarmelo a letto, giusto una volta per divertimento e chiudere la faccenda, ma non posso impedire a Giorgia di trovare il ragazzo giusto. Sandro sarebbe perfetto, proprio il suo tipo e io mi devo fare da parte.
Ho notato come è a suo agio con lui e i suoi commenti con noi sono abbastanza espliciti.

Entro al Bosco e mentre sono in coda mi accorgo che Michele sta parlando con due ragazzi in piedi al suo fianco.
Per mia fortuna quando mi vado a sedere è rimasto solo. Non ho voglia di intrattenere conversazione con i suoi amici, non è che mi stiamo poi tanto simpatici.

<<Ciao Marta.>> dice sorridendo. <<Finalmente riusciamo a trovarci per questo caffè.>>

<<Già.>> rispondo rendendomi conto di aver appena sostituito il suo sorriso con quello di Ale.

Male.
Molto male.

Michele inizia a parlare e cerco di essere gentile ed educata, ma la mia mente non sembra volermi dare troppo retta. È un bel ragazzo, perché non mi può piacere? Lo so bene, perché è bello solo esteriormente, è pieno di sé e non fa che raccontarmi di lui. Non mi ha chiesto ancora una singola cosa di me.

Intanto che si perde in un discorso riguardante il suo ultimo progetto, io mi perdo fra i miei pensieri e quella mattina. Alessandro è davvero bello, il suo sorriso lo è, per non parlare dei suoi occhi pieni di allegria e quello sguardo che mette serenità. Vorrei iniziare le giornate con vicino uno sguardo del genere, almeno sarei serena appena apro gli occhi, senza pensare a mio padre e la sua schifosa situazione.

Avere un padre alcolizzato che non si rende nemmeno conto della gravità della situazione è terribile.

Per mia fortuna si avvicina una ragazza del gruppo di lavoro di Michele ed è costretto a salutarmi e andarsene. Sorrido e spero non noti quanto io sia sollevata che se ne vada. Mando un messaggio a Vittoria e Chiara di raggiungermi. Spero che siano qui perché non mi va di pranzare da sola. Devo togliermi dalla testa il coinquilino della mia migliore amica.

Intanto che aspetto una loro risposta vado su facebook, precisamente sul profilo di Alessandro. Non ce l'ho ancora fra gli amici, quindi è arrivato il momento di aggiungerlo.

Sto facendo una cavolata, lo so, ma non riesco a trattenermi. Sono una pessima amica e dovrò parlare presto con Giorgia, non voglio perderla, non per un ragazzo conosciuto da pochissimo.



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