-- Capitolo 44 -

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- GIORGIA. -

Vestito da Superman stava davvero bene! Carolina deve averci messo il suo zampino, anche se solo su una parte del costume. Quella maglietta gli evidenziava i muscoli facendolo apparire ancora più sexy. Ora i suoi capelli sono scombinati e nonostante mi piacciano molto così, anche tirati indietro e sistemati non stava male perchè i suoi splendidi occhi erano messi ancora più in risalto.
Gli occhi chiari sono proprio il mio punto debole. Occhi chiari ed espressivi che mi confondono.
I suoi confondono parecchio.

In questo momento il mio punto debole è anche il suo torace nudo. Dov'è finita la sua maglietta? Non poteva chiederne una a Sandro? Non che mi lamenti della vista, un petto muscoloso fa sempre piacere agli occhi, ma non fa bene a me e al mio proposito di rimanergli indifferente.

«Mi trovavi sexy.» ripete.

Ecco che di nuovo il volto mi va a fuoco e lui ride. Gli tiro un pugno sulla gamba per farlo smettere, ma anche se non ride continua ad avere spalmato sul viso un sorrisetto compiaciuto. Mi siedo sul letto accanto a lui sbuffando.

«Giorgia.» dice tornando serio. «Cosa ti è successo lo scorso anno?» chiede e io mi blocco sentendo il cuore in gola. «Non voglio che ti senti obbligata a parlarmi, non ti costringerei mai a fare una cosa del genere.» il suo viso si apre in un sorrisetto che non comprendo.«Anche se me lo devi visto che mi hai vomitato sulle scarpe.»

Spalanco gli occhi e lo fisso incredula. Che figuraccia! Perchè non si apre una bella voragine in camera mia? Chiedo tanto? Non mi sembra assurda come richiesta, un piccolo favore. Ho sempre fatto la brava e sono una persona gentile.

Che diavolo ho detto ieri? Vorrei raccontargli qualcosa, ma non saprei e poi non vorrei sbilanciarmi troppo. Nonna suicida, zia con il cancro, sorella con attacchi di panico, o zio ex drogato? Ho proprio una bella lista fra cui scegliere. Degli ottimi argomenti da affrontare con il ragazzo che mi piace.
No, decisamente non mi sembra il casi di spaventarlo. No, non è nemmeno il caso che mi piaccia, deve passare questa attrazione che sento verso di lui.

Ha detto che non mi devo sentire obbligata, che le frasi erano disconnesse, ma qualcosa deve aver pur sentito. Non si comporterebbe in questo modo se fosse del tutto ignaro della situazione. Se avessi detto qualcosa di insignificante.

«Tu cosa hai sentito?»

Sospira passandosi una mano fra i capelli. «Hai detto che ti mancano i tuoi nonni.»

Aggrotto la fronte. Pensavo di aver detto qualcosa in più. «Altro?»

«Non sono riuscito a capire. Avevi bavuto tanto.»

Sospiro sollevata, ma so che non dovrei fare finta di nulla. Che situazione schifosa! «Jack...»

«Tranquilla.» dice interrompendomi.  «Non mi devi dire nulla, nemmeno mi conosci, perciò capisco.»

Abbasso lo sguardo sulle mie ginocchia. Dovrei proprio andarmi a cambiare e farmi una bella doccia. Ho ancora addosso la crema brillantinata.
Si dice che parlare fa bene, ma è davvero così? Voglio parlarne proprio a lui? Come ha detto, non ci conosciamo, non abbiamo nulla da spartire. C'è solo una forte attrazione che sta complicando tutto, ma che non cambierà niente perchè abbiamo idee troppo diverse e poi è stato con Arianna e a quanto dice lei si sentono. Non voglio rubare il ragazzo a nessuna.

Appoggia la sua mano sulla mia e appena alzo lo sguardo incontro il suo. Nulla di malizioso e sexy, ma solo dolcezza. Sento il cuore sprofondarmi nel petto e le parole iniziano ad uscire.

«Sono morti i miei nonni lo scorso anno.» dico senza nemmeno volerlo e dopo questa frase le parole escono dalla bocca come un fiume. «In realtà mia nonna, ma con lei è come se fosse morto un'altra volta mio nonno. Lei...»

Sotto il cielo di Milano [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora