Blue

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Attorno ad Hazel era tutto tranquillo, si sentiva soltano il rumore della natura; le foglie che si muovono accompagnate dal vento che leggere sbattono tra di loro e cadono, le poche persone che passano in quel parco dietro la scuola che Hazel frequenta, calpestano le foglie ormai cadute al suolo, ricreando quel rumore che la ragazza tanto ama.

Hazel ha un diario con sè, lo porta dentro il suo zaino tutte le volte che esce di casa, quel diario è sempre con lei. Alle tre del pomeriggio quando ormai le lezioni sono finite, si siede nella panchina di sempre dove riesce a concentrarsi, e scrive.

Hazel non è una ragazza popolare, è una ragazza semplice, una ragazza che vive nell'ombra, una ragazza che nessuno nota. I suoi genitori si chiedono cosa abbia di tanto speciale quel diario che Hazel ha sempre con sè. Non se ne separa mai e la maggior parte del tempo sta sul letto a scrivere sulle pagine scure di quel libriccino riciclato.

Hazel scrive di qualcuno. Qualcuno che non l'ha mai notata ma che lei tanto ammira.

E se colui di cui Hazel scrive si scopre essere molto simile a lei? Un ragazzo silenzioso, cupo e misterioso dagli occhi azzurri profondi e fragili che tutti conoscono.

I giorni passano e la routinne rimane sempre la stessa: svegliarsi, scuola, dormire.

Non c'è nient'altro da fare se non scrivere.

Come sto facendo adesso, scrivere al mattino presto quando tutti ancora dormono e in casa regna solo la pace, con la finestra aperta e l'aria fresca che entra accarezzandomi piano le gambe lasciate scoperte dal piumone floreale che mamma ha comprato in quel mercatino che le piace tanto.

Do un'occhiata fuori e vedo il sole chiaro che si nasconde tra gli alberi, mi meraviglio di

quanto la natura possa sconvolgermi a volte.

Mi alzo e chiudo la finestra, mi accorgo che sono ormai le 7:00 e decido di cominciare a prepararmi. Sono pronta alle 7:30 e scendo per fare la colazione. Mamma mi sorride mentre continua a lavare i piatti. Mangio tutto in tempo ed esco di casa. Trovo mio padre in macchina, pronto per accompagnarmi a scuola.

Prendo il mio diario e ricomincio a leggere quello che ho scritto questa mattina.

"Come va a scuola, Hazel?" mi chiede qualche minuto dopo mio padre come fa quasi ogni mattina.

"Bene papà" mi affretto a dire, cercando di non sconcentrarmi da quello che stavo facendo.

"Non ti stufi mai?" chiede pensieroso girandosi velocemente verso il mio diario per poi continuare a guardare la strada.

"No" lo guardo e accenno un sorriso, sorride anche lui.

Papà mi saluta e scendo dalla macchina con il mio zaino sulle spalle e il diario tra le mani.

Vado verso l'ingresso e salgo quelle scale che ho sempre odiato da quando sono in questa scuola. Vedo volti stanchi, stravolti, sorridenti. La maggior parte di questi visi sorridenti finge e nessuno se ne accorge, tutti pensano che siano sinceri e genuini ma nessuno ha mai pensato di guardare negli occhi delle persone che sorridono. Vedo ragazze con grandi sorrisi e occhi spenti da tutte le parti e mi sento quasi simile a quelle ragazze, mi sento meno sola.

Poso i libri nel mio armadietto e cammino verso la mia aula.

I miei occhi cercano l'azzurro del mare, la sfumatura più bella dell'azzurro del mare.

Quell'azzurro che mi sembra un salto nel vuoto, un tuffo nel blu.

Cercano il biondo chiaro dei suoi capelli e i dolci lineamenti del suo viso.

you complete mess | l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora