Laugh

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Quando comincia a calare la sera decido di alzarmi dalla panchina in cui sono rimasta seduta per molto tempo dopo che Luke se n'è andato.

Cammino fino a casa, l'aria diventa più fredda e comincio a desiderare di arrivare il prima possibile.

Quando arrivo a casa sento qualcuno litigare, mi si contorce lo stomaco a pensare che sono ancora lì a discutere dopo quasi tre ore che sono via.

Continua così da mesi ormai, sento mia madre urlare verso mio padre di argomenti e problemi stupidi. Se solo lo volessero, sarebbero così facili da risolvere. Sembra che non smettano mai, sento il silenzio in casa mia solo quando mamma va a dormire nel divano e papà rimane in camera.

Sento il mio viso arrossire e gli occhi gonfiarsi, salgo le scale in fretta e mi chiudo in camera. Lascio scivolare la schiena contro la porta e rimango rannicchiata per terra sino a che non sento di nuovo silenzio e le lacrime si sono ormai asciugate sul mio volto.

Mi alzo da terra e mi stendo nel mio letto coprendo tutto il mio corpo con il piumone bianco candido che lo riveste. Mi sento al sicuro tra quelle lenzuola ormai calde e piano piano mi addormento pensando a come sarebbe bello essere stretta di nuovo tra le braccia grandi di Luke.

Quando arriva il mattino mi accorgo che nessuno è venuto a svegliarmi. Guardo l'orario e suppongo che sia il momento giusto per alzarsi.

Dear diary,

sembra essere tutto silenzioso adesso, sembra tornato tutto come lo avevamo lasciato ad Orlando.

E invece no, niente è più lo stesso.

Certe volte desidero con tutta me stessa di ritornare di nuovo nel posto in cui sono nata ma credo che per i miei genitori non cambierebbe nulla ormai, continuerebbero a litigare.

Qui non mi sento mai a mio agio, mi sento fuori posto e non conosco quasi nessuno. Vorrei ritornare ad Orlando dai miei amici, nell'unico luogo in cui mi sento a casa.

Ma qualcosa mi blocca tutte le volte che provo a convincere mia madre a ritornare a casa nostra: la curiosità.

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L'ultima campanella mi perfora i timpani e mi rendo conto di essere felice che la scuola sia finita per oggi.

Cammino dietro la scuola e raggiungo la panchina in cui di solito mi siedo. Poso le mie cose, sbuffando per la stanchezza, tiro fuori il mio diario e quando sono già pronta per scrivere sento la voce di qualcuno chiamarmi.

"Hazel" dice Luke verso di me rivolgendomi un lieve sorriso.

Sorrido anche io facendogli cenno di sedersi.

"Che fai qui?"

"Stavo cercando un po' di pace." parlo piano girandomi verso di Luke che non distoglie lo sguardo dalle pagine sbiadite del mio diario.

Anche lui tira fuori il suo prendendo una pagina bianca poi mi guarda e sorride.

"Qual'è il tuo colore preferito?" chiede con un ghigno sul volto.

"Che domanda è mai questa?" domando confusa, sembrerebbe una di quelle stupide domande che si chiedono quando non si ha nient'altro da dire.

"Il mio è il rosso." dice facendosi serio, decido di rispondere.

"Verde." affermo senza esitazione.

Prende la sua penna e scrive con una calligrafia poco decifrabile quello che ho appena detto. Tiene la lingua tra i denti e gli occhi socchiusi. Comincio a ridere pensando a quanto buffa sia la faccia di Luke quando scrive.

"Che c'è?" mi chiede curioso rilassando gli occhi, mi sorride.

Scuoto il capo facendogli capire che non è niente di poi così divertente.

"Il tuo cibo preferito?"

"Non ne ho uno in particolare, qual'è il tuo?" decido di stare al gioco e aspetto una sua risposta.

"Pizza e cioccolato bianco."

Arriccio il naso dopo aver sentito la sua risposta. Ho sempre odiato il cioccolato bianco.

"Non dirmi che non ti piace la pizza, Hazel. Non possiamo andare d'accordo se non ti piace la pizza." dice lui serio, poi scoppia a ridere e lo seguo. Mi fermo a guardare il suo sorriso, questa volta diverso dalle altre. Più ampio e più divertito, più sincero.

"Mi piace la pizza, il cioccolato bianco è orribile però." dico io cercando di smettere di ridere.

Smette di ridere all'istante e si gira verso di me di scatto con un'aria contrariata.

"Cosa stai dicendo?" apre la bocca cercando di farmi capire il più possibile di come sia stupito dalla mia confessione.

"Mi sembra di mangiare latte rancido." ammetto guardandolo con volto dispiaciuto.

"Sei pazza." decreta Luke ridendo ancora un po', scrive sul suo diario e riesco a riconoscere le parole.

Pizza ok

Cioccolato bianco credo sia pazza

Alzo lo sguardo contrariata "Ehi! Non sono pazza." mi difendo dall'accusa colpendo piano la sua spalla.

Sposta lo sguardo sulla sua spalla e poi mi guarda accigliato.

"Luogo preferito?"

"Qui." rispondo senza pensarci troppo, questo è l'unico posto in cui mi sento a mio agio.

"Il mio è la soffitta di casa mia." sorride incarcando leggermente le labbra questa volta come se si rifiutasse di ricordare.

Il sorriso svanisce tutto d'un tratto e ritorna a fissare le pagine del suo diario. Continua a scrivere.

"La tua canzone preferita?" chiedo io questa volta, si volta a guardarmi stupito che questa specie di questionario cominciasse a piacermi.

"American Idiot dei Green Day." dice rimanendo serio. Mi guarda con uno sguardo curioso che aspetta una risposta.

"La mia è The man who can be moved dei The Script." dico fiera della mia scelta.

Sorride soddisfatto e annota sul suo diario le ultime parole che ho pronunciato.

"Il tuo animale preferito?"

"Non credo di averne uno. Il tuo?" rispondo accigliata sul punto di ridere.

"Pinguino."

Appena pronuncia quella parola comincio a ridere cercando di capire se mi sta prendendo in giro o se prova a farmi ridere.

E capisco che fa sul serio quando comincia a sfogliare il suo diario. In una pagina colorata di bianco e nero, un grande pinguino con dei grandi occhi azzurri che sembra fissarmi.

Ride un po' anche lui quando si volta verso il grosso pinguino.

Gira di nuovo pagina e scrive sul suo diario qualcosa che non riesco a capire bene.

"Che hai scritto?" gli chiedo curiosa cercando di decifrare la sua calligrafia.

"Non volevo che lo capissi."

Guardai per un attimo ancora quella scrittura che sembrava indecifrabile poi chiuse il suo diario e fissò il vuoto.

Mi ha fatto ridere.

Così Luke aveva inciso sulla pagina. Sorrisi verso di lui e anche lui lo fece.

you complete mess | l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora