Destiny

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Il sole alto nel cielo ricoperto dalle nuvole e la campanella della scuola mi avvisano che sono le tre del pomeriggio.

Sto seduta sulla panchina di sempre mentre tutto tace, sono solo i miei pensieri a fare rumore.

Sento un lontano fruscio dal suono familiare: il fruscio delle foglie calpestate. Mi giro lentamente per vedere chi si avvicina senza dare troppo nell'occhio. Luke sta camminando verso una panchina abbastanza lontana da dove mi trovo io, si stringe nella sua camicia rossa e nera come se sentisse freddo e finalmente arriva e si siede. Abbasso subito gli occhi sul diario cercando di evitare di incontrare il suo sguardo accidentamente.

La tentazione mi spinge a guardare alcune volte verso la sua direzione, una sigaretta tra le dita lunghe brucia lentamente, le gambe incrociate e una posizione comoda, il viso pallido come sempre e le labbra strette quasi pronte a scomparire del tutto. Gli occhi azzurri che mi scrutano. Limpidi e cupi allo stesso tempo, lontani ma così vicini.

Per una volta riesco a sentirmi sicura di me e non distolgo lo sguardo, prende la sigaretta tra le labbra e fa un lungo tiro, assaporo questo piccolo e stupido momento in ogni suo particolare.

La sicurezza finisce in fretta e afferro la penna che stava tra le pagine del mio diario.

Dear diary,

Mi sono sempre chiesta se il destino esistesse, non so ancora dare una risposta a questa domanda.

C'è stato un momento in cui ho guardato i suoi occhi da vicino per la prima volta e ho pensato 'questo è sicuramente il destino'.

Non so bene cosa sia davvero il destino o a cosa serve o perchè tutti lo bramano o perchè in molti ci credono.

C'è chi crede che il destino sia prodotto del caso e chi pensa che sia creato da noi stessi e dalle nostre scelte. Secondo me è il destino stesso a variare sempre a seconda delle nostre decisioni, delle nostre azioni. Non riesco a credere che nasciamo con un destino prestabilito, con una storia già scritta. Io credo che noi siamo gli autori della storia della nostra vita. Siamo noi stessi a scrivere il percorso giorno dopo giorno, scelta dopo scelta, passo dopo passo. Se è così allora il destino è una strada con tante vie secondarie e strade principali e sta solo a noi decidere che strada prendere e percorrerla fino in fondo o solo per metà per poi scegliere altre strade che portano ad altre vie e ad altre decisioni.

Il destino è come la vita, o è addirittura la vita stessa.

Guardo le pagine su cui ho appena inciso i miei pensieri e mi stupisco di come può essere facile perdersi in un concetto così difficile da spiegare. Chiudo il diario e ne accerezzo la copertina, guardo l'orario sul cellulare e mi accorgo che è tardi. Poso tutto nella borsa e mi guardo in giro. Luke è già andato via e non mi sono nemmeno accorta di quando sia successo perchè ero troppo concentrata a fare altro.

A casa non c'è nessuno, vado in cucina e poso lo zaino sul tavolo. Noto un bigliettino sul tavolo firmato da mia madre: Torniamo tardi la cena è nel forno.

Non ho neanche tutta questa fame così salgo le scale e mi butto sul mio letto senza pensarci due volte. Resto in quella posizione per almeno mezz'ora cercando di far tacere i miei irrefrenabili pensieri.

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Vedo la luce chiara del mattino venire dalla mia finestra e capisco di essermi addormentata dopo qualche minuto.

Quando entro a scuola mi accorgo di non essere affatto in ritardo come credevo, prendo i libri per le lezioni di oggi dall'armadietto e quando lo chiudo vedo Ashton davanti a me che mi sorride. È incredibile il buon umore che riesce a trasmettere quindi sorrido anche io. Non ha nessuna intenzione di parlare per primo quindi mi decido a salutarlo.

"Ehi Ashton" gli dico senza smettere di sorridere. È contagioso.

"Ehi Hazel" mi dice lui distogliendo lo sguardo solo per un secondo per poi ritornare su di me.

"Ti va di camminare verso la classe di biologia insieme?"

"Certo" dico io incerta mettendo il diario che ho in mano di nuovo dentro lo zaino e sento lo sguardo di lui seguire ogni mio movimento.

"Cosa scrivi?" dice diretto e io lo guardo come se fingessi di non capire quello che dice ma alla fine rispondo con un'altra domanda.

"Tu cosa scriveresti su un diario?" lo guardo interrogativa con un mezzo sorriso sul volto.

"Io scriverei di qualcuno o di qualcosa che mi tormenta"

Torno a fissare le scarpe e penso a quanto ha detto Ashton e a cosa potrebbe tormentare un ragazzo che sembra così solare e senza problemi, un ragazzo a cui la vita sorride.

"Scriverei di questioni importanti e di pensieri irrisolti, di incubi e bei sogni e tu cosa scrivi Hazel?" il riccio torna a fissarmi e guarda con aria impaziente.

"Mi piacciono i dettagli, descrivo le cose che mi stanno vicino o le persone"

Stiamo entrambi in silenzio per un po' e ci accorgiamo di essere arrivati in classe appena in tempo al suono della campanella.

"Allora scriverai di me prima o poi visto che sono una persona e ti sto vicino" dice piano guardandomi un attimo, poi sorride e sposta gli occhi sulle sue mani che continuano a muoversi.

Il professore entra e ci sediamo uno di fianco all'altro.

you complete mess | l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora