I wanna be with you

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Accarezzai il suo petto e vi accostai il mio orecchio; sentii il suo cuore pulsare rapidamente e con la mano libera dalla presa che mi teneva stretta a Luke, cominciai a tracciare dei piccoli cerchi. Udii il suo battito aumentare progressivamente ad ogni mio tocco e sorrisi compiaciuta dell'effetto che potessero avere le mie sottili dita sul suo torace.
Mi rilassai tra le sue braccia cercando di evitare la strana sensazione di ebbrezza che l'alchool mi aveva conferito.
Cominciai con un bicchere, ne seguì un'altro e poi persi il conto.
La testa girava e gli occhi si socchiudevano: desideravo non aver mai ascoltato i miei pensieri da adolescente in preda ad una crisi isterica, che vuole provare il puro divertimento.
Avevo dimenticato per un attimo quello che era successo con Luke ed era diventato più semplice pensare.

I suoi passi diminuirono e la sua voce leggera e graffiata allo stesso tempo svegliò le mie inquietudini.
"Hazel" sussurrò spostando lo sguardo su di me "devo aprire la porta, riesci a reggerti in piedi?"
Annuii leggermente e con dei piccoli movimenti poggiai i miei piedi sulla terra ferma, mi sembrò di essere appena scesa dalle montagne russe, dopo qualche secondo ritrovai il mio equilibrio. Mi sorrise leggermente e spostò la sua mano che prima teneva la mia spalla, sulle chiavi che usò per aprire la porta. Lo osservai scrutare le scale con uno sguardo indeciso che poi trasferì su di me.

"Posso farcela da sola." Parlai silenziosamente per paura che in casa ci potesse essere qualcuno che stesse dormendo.
Camminai incerta verso le scale che sembrano essere il doppio di quelle che erano in realtà, passo provvisorio dopo l'altro, arrivai finalmente davanti la porta della stanza di Luke.
Accese la luce e con un gesto scaltro ed abile afferrò la mia mano. Camminai guidata da lui fino al suo letto e mi appoggiai grossolanamente.
"Vado a prenderti una coperta e qualcosa da indossare di più comodo, ti serve qualcosa?" Parlò Luke appoggiato sullo stipite della porta.
"Dell'acqua, per piacere." Chiesi assaporando la mia saliva, mi resi conto di avere la bocca secca ed insapore.
Uscì di fretta dalla sua stanza e mi lasciò qualche minuto da sola nel silenzio.
Sentii la mia testa urlare un suono di protesta e pulsare con la stessa velocità del battito del mio cuore.
Poggiai le mie mani sulle estremità della mia fronte e massaggiai delicatamente disegnando delle circonferenze come Ashton mi aveva insegnato ma il dolore continuava a diramarsi nella mia testa senza lasciarmi in pace un attimo.

Mi alzai dal letto quando il suo viso apparse di nuovo nella stanza, le sue mani reggevano due coperte, dei vestiti e una bottiglia d'acqua.
Avrei voluto aiutare ma non mi dette nemmeno il tempo di pensarci che si era già liberato del peso sulle sue braccia. Si avvicinò porgendomi la bottiglia che osservai ma non afferrai.
"Quando ne hai bisogno è sul-" si fermò quando mi aggrappai al suo collo con le mie mani e lo sfiorai leggermente.
La distanza tra i nostri visi era impercettibile e sentii il suo respiro sulla mia pelle.
Di getto posizionai le mie labbra sulle sue con forza e riuscii a percepire il calore che emanavano e il profumo della sua colonia che inebriava le mie narici tra un respiro affannato e l'altro.
Avvicinai il mio corpo al suo fino a far scontrare i nostri fianchi, spostai la mia mano sul suo petto e lo accarezzai, sfiorando ogni centimentro del suo torace. Sentii le sue mani poggiarsi sui miei fianchi e stringerli tra i suoi forti palmi.
Le nostre labbra bagnate e rosse si staccarono per qualche secondo; mentre le mie sorrisero soddisfatte le sue si serrarono in una linea retta e si allontanarono gradualmente dal mio viso. I suoi occhi mi scrutarono perplessi e confusi allo stesso tempo poi scrollò la testa.

"Cambiati e riposa Hazel, sei stanca." Sussurrò dopo un lungo sospiro.
Acchiappai la giacca che avevo posato sul letto e cominciai a camminare velocemente e furiosa per la stanza, cercai di scendere le scale con calma per evitare un'eventuale caduta e subito dopo mi ritrovai davanti la porta.
"Aspetta Hazel!" Parlò piano il ragazzo facendomi percepire la presenza di qualcuno in casa.
Arrivò vicino a me prima che potessi aprire la porta e scappare lontana dai suoi continui sbalzi d'umore.
Osservava dalle mie spalle la mia figura indecisa, quando le mie mani strinsero più duramente l'apertura della porta, i suoi palmi si poggiarono sulle mie spalle afferrandole pesantemente.
"È troppo tardi per andare via, non voglio che tu esca da sola a quest'ora." Sentì la sua voce sussurrare tra le mie orecchie, con le sue mani mi cinse in un abbraccio mentre i miei occhi erano ancora puntati sulla strada, desiderosi di ritornare a casa. Mi fece girare verso di lui e parlò ancora osservando l'espressione indecifrabile e stanca sul mio viso.
"Hai detto che volevi stare con me." Proclamò il biondo senza distogliere i suoi occhi dai miei con una voce calma e bassa. La sua figura era illuminata dalla luce della luna e un sorriso lieve spuntò sul suo volto.

Osservai le ombre che la luna creava sul suo viso: più scure in alcuni punti e più chiare in altre, assunse un'espressione angelica e pacifica colpito dai raggi lunari.
Sospirò così pesantemente da farmi pensare che qualcosa non andasse, il mio volto si corrugò.
Tante domande affiorarono nella mia testa ancora annebbiata e pulsante ma piuttosto stabile e calma rispetto qualche minuto fa.

"Domani non ti ricorderai niente." Sussurrò ammettendo i suoi pensieri più a se' stesso che a me.
La mia mano scivolò sullo stipite della porta, chiudendola con un gesto silenzioso e subito dopo afferrò la mano fredda e liscia di Luke.
Mi guidò sulle scale e lo seguì fino alla sua stanza.
Afferrò i vestiti che qualche minuto fa aveva poggiato sul piccolo divano a due posti e me li passò con un sorriso sul volto.
"Cambiati." Parlò la voce del biondo che in seguito si spostò sul suo letto.

Entrai nel bagno e la prima cosa che notai fu il mio viso riflesso sul grande specchio appeso alla parete; sciupato e irriconoscibile, i miei capelli erano in disordine e aggrovigliati. Poggiai la mano sulla mia fronte e chiusi gli occhi in attesa di un po' di quiete e pace che non arrivò speditamente. Li riaprì e afferrai la capiente felpa nera infilandola pacatamente prima dalla testa e poi dalle mani. Non riuscii a vedere i miei palmi che vennero completamente nascosti dalle maniche della felpa. Presi anche la parte inferiore della tuta nera elasticizzata che sembrò adatta alla mia statura ma non corrispondente all'ampiezza del mio bacino. Afferrai i due fili che fuoriscivano dalla tuta e li strinsi in un confusionario nodo.
Uscii dal bagno e raggiunsi Luke che era seduto sul suo letto con due coperte in più tra le mani.
"Va meglio così?" Parlò il ragazzo osservando il mio viso con un sorriso sul volto.
"Si, grazie." Affermai palesemente in imbarazzo.

Si alzò e scompose la posizione del suo piumone, si distese per primo spostando un pò la coperta dalla sua parte, poi mi appoggiai sul suo letto e senza darmi il tempo di farlo da sola, le sue mani afferrano le coperte e le raccolsero fino alle mie spalle.
I miei occhi ammirarono i suoi così limpidi ma allo stesso tempo così difficili da percepire e decifrare.

"Non riesco a leggere i tuoi occhi." Sussurrai osservandoli per l'ultima volta poi mi girai e gli detti le spalle.
"Sono lucidi e chiari ma hanno qualcosa di così profondo e cupo al suo interno." Riflettei prima di accovacciarmi di più sotto le coperte.
Sentii le sue mani sulle mia braccia e il suo corpo avvicinarsi a me, il suo volto precisamente dietro il mio, le sue braccia raccolte su di me.
"Girati, guardami negli occhi." Sussurrò sfiorando con le sue labbra il mio orecchio, obbedì girandomi leggermente verso di lui, osservandolo.
"Se non riesci a leggerli, posso spiegarti con le mie parole quello che non riescono ad esprimere da soli." Parlò sincero e proseguì "adesso sto bene, è questo quello che non riesci a decifrare nei miei occhi."

"Davvero?" Sussurrai incredula sotto il suo sguardo attento.
"Non sto bene da tanto tempo, Hazel, i tuoi sorrisi mi fanno sorridere e non ho bisogno di fingerne uno con te, perchè sono così sinceri e spontanei." Mi strinse un po' di più sotto la sua presa e appoggiò il suo naso sulla mia testa inspirando fortemente.
Il mio respiro si fece più debole e i miei occhi si chiusero prima che Luke smettesse di attorgigliare i miei capelli tra le sue lunghe dita.

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