Punch

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"Vivere ardendo e non bruciarsi mai." G. D'Annunzio.

Uscii di fretta di casa ed entrai in macchina, mettendo in moto.
Sentii il mio cuore esplodere nel mio petto per più volte, delle forti fitte allo stomaco mi impedivano di persare lucidamente. Percepii l'ansia e la paura diramarsi profondamente in ogni cellula del mio corpo facendomi tremare senza controllo di fronte al volante.

Cercai di mettere insieme tutti i punti e di fare mente locale per trovare Hazel che sembrava confusa e stordita nella chiamata precedente.
Tutto quello che sapevo era che si trovasse da qualche parte tra le strade di questa città insieme ad Ashton: ed era proprio il suo nome accanto a quello della ragazza che mi faceva sudare freddo.
Il solo pensiero che Hazel potesse essere in pericolo mi fece sbarrare gli occhi sulla strada e tremare le mani.

Sentii il cellulare squillare nuovamente, emettendo una suoneria alquanto forte in intermittenza.

Ashton

Aggrottai le sopracciglia alla vista di quel nome e sentii come se un grande masso spingesse dall'alto verso il mio corpo cercando di sotterrarlo e distruggerlo.
Risposi alla chiamata soltanto perchè pensai potesse trattarsi di Hazel.

"Luke?" Ridacchiò il ragazzo con una voce irritante, ricordai quella risata risuonare tra le pareti della mia casa.
"Hazel è qui con me, non preoccuparti." Cercò invano di rassicurarmi, confermando sempre di più la mia decisione di trovare quella festa.
"Dove siete?" Chiesi, cercando delle indicazioni utili per arrivarci.
"Ad una festa!" Urlò il riccio quasi irritato per la mia domanda evitando di rivelarmi un posto in cui dirigermi.
"Ashton," parlai con voce ferma, sentii il suono di alcuni lamenti che probabilmente appartenevano ad Haze in sottofondo e mi insospettì ancora di più "senti, ascoltami, dove siete? Dammi un'indirizzo!" Urlai al telefono sperando di essere percepito nel modo corretto questa volta, sentii il fastidioso suono delle risate del ragazzo che mi irritarono profondamente.

"Tra la quarta e la quinta strada Routh Sale, adesso che lo sai? Cosa fai? Hazel non vuole venire con te." Appena sentii quelle parole uscire elettroniche dal mio cellulare, cercai di rimanere calmo mentre i miei palmi si strinsero con tutta la forza che ritrovai, nel manubrio della mia auto. Osservai per un attimo le mie nocche farsi sempre più bianche poi posai gli occhi vispi di nuovo sulla strada.
Chiusi la chiamata e mi affrettai ad arrivare nel posto che il riccio mi aveva indicato.

La musica era forte e le macchine erano davvero poche. Tra tutte, scrutai quella di Ashton, mi accostai di fianco ad essa e spensi la macchina.
Uscii velocemente notando la figura di Hazel con le gambe distese per terra e il busto accostato ad una delle ruote della macchina del ragazzo.
Sentii il sangue ribollire nelle mie vene quando scrutai le mani di Ashton nelle estremità della fronte di Hazel muoversi lentamente, come a darle conforto.

"Hazel, stai bene?" Chiesi preoccupato, rendendomi conto della debolezza della mia voce. La testa cominciò a girarmi e pensai che non avessi idea di cosa fare in quella situazione.
La ragazza non rispose, aprì gli occhi che precedentemente erano chiusi e osservò la mia figura sorridendo flebilmente.

"Toglile le mani di dosso, Ashton." Affermai questa volta con una voce più dura e ferma, mi resi conto di stare per scoppiare.
Mi sentii prima arrabbiato e poi di nuovo debole; le mie emozioni stavano perdendo il controllo.

"Mi hai sentito?" Domandai irritato al riccio che continuava a massaggiare la fronte della ragazza. Strinsi le mani in due pugni e cercai di calmarmi ma sentii di non riuscirci.
"Luke, non sei gradito a quanto pare. Adesso puoi andare." Dichiarò il ragazzo alzandosi dalla sua posizione e avvicinandosi a me con un ghigno sul volto pallido.
Osservai Hazel appoggiata alla macchina e mi avvicinai a lei, abbassandomi. Le carezzai la fronte e poi i capelli umidi per il sudore e udii dei sussurri impercettibili provenire dalle sue labbra.
"Hazel?" La incoraggiai ad alzare la voce per farsi sentire e poggiai la mia mano sulla sua spalla, stringendola un po'.

"Voglio che resti." Parlò debolmente stringendo le sue mani sul suo volto.
Poggiai un bacio sulla sua fronte e sfiorai i suoi capelli e lei sembrò sorriderne.
"Cosa aspetti ad andartene? Ci stavamo divertendo fino a che non sei arrivato tu." La voce stridula e gioconda di Ashton risuonò nelle mie orecchie e fece tremare il mio corpo.

Una scossa passò su per la mia schiena e mi fece alzare di colpo, raggiungendo la sua figura.
Mi avvicinai a lui il più possibile e sentii un forte odore di alchool provenire dalla sua bocca e dai suoi vestiti.

Mi sembrò di percepire l'odore acre di Michael quando dopo una festa tornava a casa all'alba, costringendomi a passare con lui il resto della mattina. Non mi lamentavo mai del suo profumo, i primi giorni era strano e pesante per le mie narici, i giorni seguenti non ci feci più caso.
Diventò un'abitudine.

Adesso risentire quell'odore mi rese solo più nervoso e mi fece stringere i pugni fortemente, tanto da sentire le mie unghie graffiare la mia pelle.

"Non vado da nessuna parte, mi hai capito?" Dissi duramente al ragazzo che sembrava poco presente.
"Vai via adesso, invece." Ridacchiò, lasciando sul suo viso uno di quei sorrisi irritanti e provocanti.
Guardai fisso i suoi occhi e cercai di non urlare le mie prossime parole.

"Mi sembra di averti già detto di starle lontano Ashton. Forse non mi sono spiegato bene o forse sei tu a non aver capito. Dici di esserti pentito? Dici di non voler più sbagliare con me e con gli altri? Allora perchè continui a danneggiare le persone che ti stanno accanto? Non ti rendi nemmeno conto del male che riesci a fare, non ti rendi conto della merda che porti nella vita gente!" Sentii parola dopo parola vibrarmi dentro e pizzicarmi il cuore.

Tutto quello che Ashton continuò a fare fu sorridere provocando dentro di me un fuoco pronto ad ardere.
"Non le starò lontano." Affermò serrando le sue labbra in un'espressione seria.
"Hai voluto il perdono," sussurrai avvicinandomi al suo orecchio "te l'ho concesso controvoglia," continuai sempre più vicino al suo corpo che sembrava essere teso "ti ho dato delle condizioni e non le hai rispettate." Conclusi spostandomi dal suo orecchio poggiando una mano sulla sua spalla con un ghigno sul volto.

La strinsi forte sotto la mia presa e la usai per darmi slancio. La mia mano serrata in un pugno si scontrò pesantemente sul suo viso facendo cadere la sua figura debole sulla strada.
Guardai il cielo, poi Hazel e ripromisi a me stesso di fare del mio meglio per far si che non succedesse mai più niente alla ragazza.
Promisi di fare di tutto per prevenire qualsiasi tragedia.

"Tu sei pazzo." Sussurrò il ragazzo dolorante per terra, si alzò velocemente e mi raggiunse, tirando un pugno nel mio stomaco, facendomi piegare in due.
Alzai il mio sguardo e mi ricomposi sferrando sul suo petto un secondo pugno riuscendo di nuovo nel mio intento.
Il riccio sembrò non riuscire più ad alzarsi dalla strada e si accovacciò sul freddo asflato.

Toccai il mio stomaco dolente e osservai la figura di Hazel ad occhi chiusi accasciata all'auto. Mi avvicinai a lei e la presi tra le mie braccia. La strinsi saldamente in modo da non farla cadere.
"Dormi Hazel e non pensarci, andrà tutto bene." Sussurrai scosso cercando di trattenere le mie lacrime. Sentii gli occhi gonfiarsi e il respiro affannarsi ma bloccai quello stimolo con altre parole.

"Prometto di proteggerti a qualunque costo." Pronunciai tra un respiro e l'altro mentre la sua mano destra si poggiava sul mio petto.

you complete mess | l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora