Sentivo odori diversi quasi ogni giorno in camera di Micheal, era solito portarsi dietro una ragazza diversa ogni giorno.
Nessuno ci faceva più caso ormai, le ragazze entravano ed uscivano da casa nostra continuamente. Michael era considerato un ragazzo davvero interessante da molte, e irrilevante da poche. Quasi tutte a scuola, anche se sapevano che tipo era Mike continuavano ad andargli dietro come cagnolini.
Cominciai a sentire lo stesso profumo per un'intero mese nella sua stanza.
Non pensai che fosse la stessa ragazza ogni giorno, fino a quando non cominciai a vedere sempre lo stesso volto ovale, contornato da capelli rossi ramati e due grandi occhi verdi e adescatori.
Mi ritrovai davanti la porta di camera sua in cerca di risposte da ricevere alle mie domande.
"Chi è la rossa?"
Michael smise di strimpellare le corde della sua chitarra e fissò la scrivania come se ci fosse la spiegazione alle mie domande su di essa.
Mi avvicinai e trovai poggiata una foto di Michael e questa ragazza che sorridevano. Lui aveva il braccio sulle sue spalle e le stringeva di più a sè.
Quello che mi stupì non fu tanto il gesto ma il sorriso che Mike aveva nella foto.
Se pensavo di aver visto un solo sorriso sincero da parte sua mi sbagliavo. Quel sorriso smentiva ogni sorriso precendente. Le labbra ben incurvate, i denti in vista, le guance più rosee del solito.
"Ti sei innamorato, ammettilo!" dissi io sicuro di me, sorridendo.
"Non è vero." cercò di smentire lui, suonando qualcosa di impercettibile.
Mi sedetti vicino a lui e spostai la chitarra lontana da noi.
"Ti sei innamorato."
Si era innamorato e aveva paura di cambiare quello che era sempre stato, aveva timore di perdere la sua virilità e il suo modo duro e cupo di essere.
Non era felice di quella fotografia ma allo stesso tempo l'amava. Mi confessò di averla guardata per ben due ore prima che entrassi e rimasi quasi stupito da quel segreto.
Reprimeva la felicità che riusciva a provare con lei, reprimeva i sorrisi, reprimeva il contatto fisico e quello visivo prima di tutto. Reprimeva anche il solo pensiero di essere innamorato di lei ma sapeva di esserlo perdutamente come mai lo era stato. La odiava e l'amava. La sopportava e la desiderava. Lo rendeva felice e allo stesso tempo introverso.
Si chiudeva a riccio e si apriva completamente di fronte a lei. Era veleno e antidoto.
Quando Michael morì la rossa non si presentò. Scrisse soltanto una lettera e la imbucò nella nostra posta, lettera, che non ho ancora avuto il coraggio di leggere. È chiusa nella camera di Michael come il resto delle sue cose.
Caro Michael,
sei stato coraggioso ad affrontare te stesso e ammettere di amarla quel giorno quando parlammo di lei.
Io sono come te in questo caso e mi viene difficile ammettere di esserti simile. Mamma non ha sempre ragione su tutto.
Voglio parlarle come non voglio, voglio scrivere di lei come non voglio, voglio starle più vicino come non voglio.
Sono un'eterna contraddizione e non riesco più a controllarmi.
Calum e Chelsie sono seduti insieme a mensa e non ho voglia di mettermi in mezzo come sempre.
Do un'occhiata in giro e non trovo nessun posto libero, nessuno con cui sedermi. Poso quello che ho preso sul tavolo di Calum ed esco dalla mensa.
Penso a dove potrebbe nascondersi qualcuno che non vuole essere osservato da mille occhi e arrivo alla mia conclusione.
Sono davanti la porta della palestra e cercò quel po' di coraggio che mi resta per entrare. Osservo dalla piccola finestrella sulla porta e scopro che la mia intuizione era palesemente giusta. Spio Hazel dalla finestra con una mela tra le mani dargli un morso dopo l'altro.
Apro la porta di scatto ed Hazel spaventata che sia qualcuno che vuole importunarla, fa cadere la mela e si stringe alle sue ginocchia. Si rilassa quando capisce che sono io e sorride un po' timidamente, arrossendo di colpo.
Cammino e mi siedo proprio vicino a lei, fissando il vuoto. Dopo qualche minuto mi decido a parlare.
"Scusa per il modo con cui me ne sono andato ieri. Ero nervoso."
Mi giro a controllare se mi sta guandando e scopro di aver pensato bene.
"Non fa niente." sussurra distogliendo lo sguardo.
La sua voce flebile risuona nelle mie orecchie e mi sento ancora peggio.
I miei occhi ricadono sul suo polso destro pieno di lividi tutti in cerchio più scuri. Mi avvicino di più a lei per guardare meglio i segni che le sono rimasti.
Come un bambino inesperto che ha scoperto una nuova cosa, avvicino la mia mano alla sua e sfioro leggermente i lividi. La sento sospirare e alzo la testa per capire se le sto facendo male oppure no.
Siamo molto vicini e vedo i suoi occhi scuri puri e dolci, fissare i miei azzurri incerti e pieni di paura.
Mi perdo in quel contatto visivo per un attimo e la paura di provare qualcosa svanisce. Si vanifica tra l'oscurita dei suoi occhi.
E d'improvviso mi sento di nuovo teso e distolgo lo sguardo, fisso la punta delle mie scarpe.
"Usciamo da qui." dico di getto senza pensarci e mi alzo da dove mi ero seduto, mi giro verso Hazel e le sorrido tendendo la mano verso di lei.
Incerta la prende.
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you complete mess | l.h
FanfictionAvevo dimenticato di stare male ed era possibile solo grazie al suo sorriso e alle sue braccia agganciate sicure attorno al mio gracile corpo. "Se stessi per cadere avrei qualcuno che sarebbe pronto a prendermi" pensai. E se fossi già s...