"Lasciatela stare" dissi senza paura delle conseguenze a quei ragazzi che stavano facendo del male ad Hazel.
Sentivo l'adrenalina darsi spazio dentro di me e in quel momento non mi preoccupai di niente. Arrivai correndo verso di loro e alla fine ridendo se ne andarono.
Guardai Hazel come non l'avevo mai vista prima, debole e scossa. Era davanti a me con le lacrime agli occhi e lo sguardo puntato sul polso che il ragazzo moro aveva stretto sotto la sua mani. Faceva fatica a trattenere i singhiozzi e sembrava sul punto di cadere.
Non pensai alle mie emozioni per una volta, non pensai a niente di questo ma detti retta solo al mio istinto. La circondai in un abbraccio stringendola poco e facendolo con cura. Avevo paura di farle male o di tenerla troppo stretta o di non essere in grado di calmarla.
Sentivo ancora qualche singhiozzo e tra i pensieri del momento, sospirai.
"Tranquilla va tutto bene adesso, Hazel" le sussurrai per calmarla.
Sentii il profumo di fiori e cocco che i suoi capelli emanavano e non pensai un attimo a sporgermi un po' in giù per sentire ancora quell'essenza.
Michael era allo stipite della mia porta che guardava ogni mio gesto mentre mi preparavo per uscire. La cosa mi infastidiva così decisi di chiedergli perchè era lì e continuava a fissarmi.
"Ti fai bello per qualcuno?" dice lui spavaldo ridendo.
"Forse" rispondo io tenendolo sulle spine.
"Profumano di cocco e rose" dice quasi sussurrando. Sorrise leggermente e se ne andò di nuovo nella sua stanza.
Cocco e rose pensai. E aveva ragione.
Mi sentivo bene in quell'abbraccio così tanto che non volevo più andarmene ma qualcosa mi spingeva a staccarmi da Hazel e scappare senza dire più niente. Per più di 30 secondi pensai di andarmene e tornare nella mia stanza con la musica nelle orecchie e la mia solitudine.
Poi tutti quei castelli in aria crollarono e ritornai con i piedi per terra.
Mi staccai e poggiai le mani sulle sue spalle, le asciugai le lacrime che erano rimaste con un gesto lento e deciso. Cercò di sorridere leggermente con il labbro che tremava ancora e sorrisi anche io.
"Stai bene?" chiesi parlando piano, senza spostare il mio sguardo altrove.
Lei annuì portandosi una ciocca di capelli che le scendeva sul viso, dietro le orecchie.
Sembrava calma e di nuovo a suo agio. Alzò il polso destro piano e lo guardò arricciando il naso.
"Mi dispiace, spero che non succeda più, Hazel"
Raccolsi il diario che i ragazzi avevano gettato per terra e glielo porsi.
"Anche io" sussurrò impercettibile.
Pensai che era ora di andare, la salutai con un cenno di mano e mi incamminai per la mia strada.
È quasi diventato un appuntamento, la sosta che faccio ogni giovedì pomeriggio al mare.
Nessuno che mi disturba, solo il rilassante rumore delle onde che arrivano a riva e poi si ritirano.
E mi ricordai di quell'ultimo Natale con Michael quando dopo pranzo andammo al mare tutti insieme come una vera famiglia. Senza preoccupazioni e problemi per un giorno, per un ora, per un momento.
Un momento che dura un'attimo ma che ricordi in eterno. E sono sicuro che di quel Natale non dimenticherò nessun particolare raccolto con cura dalla mia memoria.
Michael era felice e ricordo di quanto ha riso quel giorno. Si svegliò e ritrovò sulla sua scrivania una nuova chitarra elettrica nera e lucida così tanto da potersi specchiare. Corse nella mia stanza mentre io ancora dormivo e cercavo di godermi a pieno quelle poche ore di sonno che mi rimanevano prima di ritonare a scuola. Attaccò la spina e cominciò a suonare Wake me up when september ends dei Green Day.
Ricordo di essermi svegliato di colpo e di aver sentito ogni nota di quella canzone fino alla fine. Ero sempre stato affascinato dalla voglia e della passione che Mike metteva in quello che faceva, che metteva quando suonava, o quando cantava.
E quel Natale che non è così lontano come può sembrare, ero felice anche io insieme a lui.
Quando la canzone finì, Michael era su di giri. "Luke, non è bellissima?" disse lui quasi urlando con gli occhi che luccicavano per la felicità.
"Si è davvero bella."
"Voglio vedere il tuo regalo!" parlò cominciando a cercare il posto in cui i nostri genitori avevano nascosto il mio regalo di Natale. E lo trovò sotto il mio letto. Un pacco di esigue dimensioni con una lettera sopra.
"Leggila." mi implorò quasi supplicando. Sorrisi.
"Abbiamo speso quasi tutti i nostri risparmi per la chitarra di Michael, sai quanto ci teneva e quanto la bramava. Quanto ci costa questo ragazzo? Questo è il tuo regalo fatto con amore da mamma e papà. Speriamo che sia perfetto per te."
Mi guardava ansioso di scoprire il mio regalo.
Spostai la carta regalo messa alla rinfusa dentro quel pacco.
Un microfono in fondo allo scatolo e un'altra lettera. La guardavo un po' confuso e quando alzai lo sguardo su Michael mi incitò a leggerla ad alta voce:
"Ti abbiamo sentito cantare sotto la doccia, sei davvero bravo Luke.
E poi Mike ha sempre avuto bisogno di un solista."
Michael cominciò a ridere senza smettere, guardandomi di continuo e io sospettoso inarcai le sopracciglia perplesso.
"Che c'è?"
"Li ho aiutati io a scegliere il tuo regalo" sorrise poi stanco di ridere.
"Quindi sono bravo?" chiesi confuso e scettico.
"Si Luke, adesso tocca al mio regalo per te!" disse sbattendo le mani.
"Mike io non ti ho fatto un regalo, potevi dirmelo e.." mi fermò subito tappandomi la bocca con le mani.
"Non importa."
Mi porge una scatola di medie dimensioni molto leggera così tanto che penso sia solo uno scherzo.
Apro la scatola e all'interno contiene una maglia smanicata nera con una scritta in bianco. You complete mess.
"Ho pensato che ti rispecchiasse pienamente" disse serio per poi sorridermi tornando a guardare la maglia, fiero della sua scelta.
Mi sveglio dai miei pensieri e ritorno a guardare la spiaggia.
Prendo il mio diario dal mio zaino e accarezzo la copertina colorata soltanto da quella frase.
Dear Michael,
non credo di essere un disastro in tutto.
Sono un disastro con le mie emozioni, sono un disastro a scuola, sono un disastro con la solitudine, sono stato un disastro con te. Ma forse in qualcosa sono bravo e sto solo cercando di scoprire in cosa.
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you complete mess | l.h
FanfictionAvevo dimenticato di stare male ed era possibile solo grazie al suo sorriso e alle sue braccia agganciate sicure attorno al mio gracile corpo. "Se stessi per cadere avrei qualcuno che sarebbe pronto a prendermi" pensai. E se fossi già s...