Sing

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Sentii un leggero suono provenire dalla cucina ma mi resi conto di essere troppo assonnato per riuscire a capire di cosa si trattasse.

Guardai l'orario e lessi distrattamente: 23:44 pm.
Era scritto in rosso sullo sfondo nero della mia sveglia.

Continuai a sentire quel rumore e capii che si trattava di qualcuno che bussava alla mia porta.
Scossi il capo più volte cercando di trovare la forza per alzare il mio corpo in piedi e cominciare a farlo camminare.

Aspettai qualche secondo per capire se stessi sognando o se fosse la realtà e me ne resi conto quando una pesante mano bussò di nuovo alla scura porta di legno. Scesi stancamente le scale a piedi scalzi e quando arrivai in soggiorno, mi strofinai gli occhi e osservai allo specchio. Arrivai alla porta e la aprii lentamente.

Scrutai la figura di fronte a me come se fosse un miraggio, strofinai con due mani le mie palpebre e le riaprii, osservando un'altra volta il suo viso di fronte al mio stanco e in pieno sonno.
"Che ci fai qui, Hazel?" Chiesi alla ragazza davanti a me che osservava la sua ampia borsa.
"È tardi, dove stai andando?" Domandai rendendomi conto della borsa strapiena che reggeva con due mani, probabilmente per la pesantezza. La posò per terra e tornò a fissarmi.

"Luke, posso stare qui stasera? Non voglio tornare a casa." Chiese, quasi impaurita della mia possibile risposta alla sua domanda.
"Perchè non vuoi?" Parlai scrutando il suo volto adesso neutrale, osservai il movimento delle sue mani che continuavano a incrociarsi tra di loro imbarazzate e ansiose. Se il viso della ragazza si sforzasse di non mostrare nessuna emozione, le sue mani con dei movimenti manifesti e tangibili, la tradivano.
"Non voglio parlarne." Affermò con una voce non più esile e limpida ma
cupa e quasi sussurrata.

"Entra." Parlai comprensivo mentre con una mano afferrai la sua grande borsa prima che potesse farlo da sola e aspettai che salisse le scale per seguirla nella mia stanza.
Poggiai il borsone per terra di fianco al mio letto e mi avvicinai all'armadio che aprii, osservando il suo interno.
Afferrai una delle mie tute e la strinsi tra le mie braccia.
"Hai già un pigiama o metti questa?" Osservai, tenendo la tuta con una sola mano questa volta.
I suoi capelli erano spettinati sul suo viso mentre muoveva velocemente le mani dentro la borsa rossa.
Mi avvicinai alla sua figura quando notai che nessuna risposta sarebbe arrivata.

"Tieni, vai a cambiarti." Dissi afferrando sotto la mia presa il braccio di Hazel, sfiorai il mio indice su di esso fino a che il suo viso non tornò ad osservare il mio.
Appoggiai la mia mano sulla sua guancia rossa e la accarezzai lentamente, scrutai le sue palpebre chiudersi al mio tocco e ne sorrisi.
Quando riaprì gli occhi notai una strana e malinconica luce nei suoi occhi.
"Che succede?" Chiesi ansioso di ricevere una risposta tenendo leggermente il mio pollice accanto alle sue labbra piene.
Scosse la testa e poggiò la sua mano sulla mia, spostandola delicatamente.
Sospirò osservando un'ultima volta il mio perplesso viso e camminò verso il bagno dentro cui scomparve.
Passarono dieci minuti prima che ne fuoriuscisse, non mi mossi tanto, mi sedetti sul letto quando se ne andò e incrociai le mie dita tra di loro muovendole nervosamente, fino a che non arrivò.

"Fatto?" Parlai piano alzandomi dal letto aspettando che mi raggiungesse. Quando mi fu vicina, annuì a testa bassa e un sorriso sommesso apparve sul suo viso.

Spostai le coperte e infilai dentro le lenzuola prima i miei piedi e poi le gambe. Hazel mi seguì all'interno del letto poggiando la sua testa su uno dei miei cuscini, spostò il suo corpo più vicino al mio e un braccio sotto il suo orecchio per vedere meglio.
Feci lo stesso e sentii un pesante sospiro uscire dalle sue labbra.
"I miei genitori stanno divorziando e mio padre sta per ritornare ad Orlando." Sussurrò con una voce quasi impercettibile distogliendo il suo sguardo cristallino dal mio.
Sentii il mio fiato affievolirsi, il mio cuore fermarsi tutto d'un colpo e le mie parole smarrirsi nel silenzio di questa stanza.

"Mia madre non lo lascia nemmeno provare a rimettere tutto apposto, l'ha cacciato. Non voglio ritornare a casa e vederla sdraiata sul divano col sorriso sulle labbra." Ritornò a guardare il mio viso con gli occhi colmi di lacrime che cercò di scacciare, chiudendo e riaprendo velocemente le palpebre.
"Mi dispiace davvero tanto Hazel," sussurrai nel preciso momento in cui il suo viso si rigò di una lacrima che asciugai con il pollice, poi poggiai un leggero bacio sulla sua guancia umida e calda "adesso dormi e non pensarci, andrà tutto bene." Parlai piano mentre le sue pesanti palpebre si chiusero.

"Mike, mi canti una canzone? Non riesco a dormire." Affermai sorridendo verso il viso stanco e assonnato di mio fratello.
Sospirò pesantemente, cercando di farmi notare la sua stanchezza.
"Cosa vuoi che suoni?" Accontentò la mia richiesta, alzandosi dal suo letto camminando verso la chitarra che era poggiata al muro.
"Another love, Tom Odell." Dichiarai fiero della mia scelta. Si posizionò sul letto insieme alla sua chitarra e si voltò verso di me.
"Canta con me." Mi chiese, formulando la sua richiesta sottoforma di obbligo.
Le sue dita si poggiarono sulle corde, cominciò a muovere le mani sù e giù sulla chitarra provocando quel suono che tanto amavo.

Così senza rifletterci troppo decisi di cantare per cercare di rendere i pensieri di Hazel, tranquilli. Per cercare di renderla serena e rilassata.
La strinsi più a me facendo in modo che il mio mento si posasse sulla sua testa che profumava di camomilla e le mie braccia cingessero il suo corpo mantenendolo al sicuro.
Inspirai forte e osservai la foto di me e Michael tre anni fa, il giorno del ringraziamento, lui teneva la sua chitarra classica tra le mani, io cantavo.

Presi fiato e cominciai a cantare.
"I wanna take you somewhere so you know I care, but it's so cold and I don't know where.

I brought you daffodils in a pretty string, but they won't flower like they did last spring."

Mi fermai per un'attimo e chiusi gli occhi evitando di posare il mio sguardo su quel ricordo. Hazel continuò a sfiorare il mio petto disegnando degli ampi cerchi.

"And I wanna kiss you, make you feel alright, I'm just so tired to share my nights.
I wanna cry and I wanna love
But all my tears have been used up."

Cantai l'ultima frase sussurrando poichè mi accorsi che il movimento delle dita della ragazza sul mio torace si era fermato e il suo respiro era diventato più leggero.
Riaprii gli occhi piano e osservai malinconicamente quella foto.

Mi assicurai di ricordare che il canto fosse per me una via d'uscita dai miei pensieri e ricordi, un modo felice di condividere qualcosa con Michael, qualche anno fa.
Giurai di aver sentito mille lame trapassarmi il cuore nel corso delle poche parole che avevo cantato quella sera.

"Non smettere di cantare, Luke." Pronunciò la voce della ragazza stretta tra le mie grandi braccia.

Fece male sempre di più, mi provocò un dolore insopportabile al petto, ma non mi fermai, continuai a cantare fino a che Hazel non si addormentò completamente.

you complete mess | l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora