The dark side of the moon

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Le coperte sembrano starmi troppo strette e il sole correrva, impaziente di risplendere pallido e luminoso sul cielo cupo e scuro della stagione.
Era ormai l'ora di alzarsi quando sentii l'aroma pesante e pungente del caffè espresso che si preparava da solo. Inebriata da quel profumo, desiderai di arrivare in tempo prima che il recipiente si svuotasse.
Scesi le scale di tutta fretta e quando avvistai il contenitore pieno fino all'orlo e mia madre che dormiva sul divano con la tv ancora accesa, mi trattenni dal piangere.
Sentivo la mancanza di mio padre e la notavo in ogni piccolo dettaglio che insieme condividevamo; il caffè la mattina presto e le discussioni a tavola, il sorriso fiero che sfoggiava tutte le volte che lo allietavo con la notizia di un bel voto o i suoi gesti posati e discreti che mi rendevano così affine a lui.
Lo avevo sentito tutte le mattine dopo la prima lezione a scuola e mi ero sentita appagata e lieta per quei pochi minuti che potevo condividere con mio padre.

Sei sveglia? Mi manca sentire la tua voce.

Avevo letto sullo schermo del mio cellulare un messaggio inviato da mio padre e avevo deciso di chiamarlo in risposta.

"Papà." Dissi io sorridendo al suono della parola che ormai pronunciavo per poche volte alla giornata.
Mi sembrò quasi strano il rumore che la mia voce emise, come se fosse la prima volta che sentissi quel termine.
Mi incupii.

"Tesoro, la mamma è sveglia?" Chiese mio padre curioso di avere una risposta.
"Non ancora." Risposi io alzandomi dal tavolo della cucina per vedere meglio la sua posizione.
"Allora quando si sveglia chiedile se questa sera puoi venire a cena con me, ho tante cose da dirti." Mi confessò con una voce abbattuta e pensierosa che mi fece desiderare di essere ancora ad Orlando e di vivere tutti insieme, come una famiglia.
"Certo papà, le chiederò se posso, ma sappi che lo farei anche se lei non volesse." Ammisi cercando di travisare il mio tubamento.
Sentii il mio viso avvampare e gli occhi riempirsi.
"Ti voglio bene, Hazy."
Disse ricordandomi i vecchi tempi in cui era solito chiamarmi con questo dolce nomignolo. Era l'unico a chiamarmi in questo modo.
Non riuscii più a trattenere il respiro che minacciava di scoppiare in singhiozzi tetri e affranti. Sospirai supplicando al mio fiato di non cedere ma la mia respirazione mi tradì e si ruppe nel bel mezzo dell'ispirazione.
"Non piangere tesoro, si sistemerà tutto, vedrai." Mi incoraggiò mio padre e per un momento decisi di smettere di piangere ma non ci riuscì.
Non riuscivo ad immaginare la mia inutile vita senza di lui al mio fianco, senza la mia famiglia unita.
"Non si sistemerà niente." Singhiozzai con fatica al telefono sperando in una risposta più realista e meno sognatrice.
"Faremo in modo che funzioni, allora." Confessò con un sospiro angoscioso.
"Non funzionerà, senza di te non siamo più una famiglia." Annunciai con fermezza prima di attaccare il telefono e lasciare mio padre in sospeso almeno fino a questa sera.

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Il cellulare vibrò insistentemente per due volte di seguito.
Un messaggio era da parte di Kat una mia vecchia amica di Orlando, l'altro, inaspettatamente, era stato inviato da Ashton.

14:30 pm
Ci possiamo vedere tra due ore al parco? Vorrei parlarti.

Rimasi allibita leggendo quel messaggio da parte del riccio.
Cominciai a pensare se fosse giusto o sbagliato vedere Ashton dopo che Luke mi aveva raccontato quelle cose su di lui; ragionai sul da farsi e scelsi la via smarrita.
Rimuginai sul fatto che forse dovevo lasciare andare i pregiudizi, tastare con le mie mani e osservare con i miei occhi quello che di sbagliato c'era realmente in Ashton.
Pensai che ognuno di noi ha una parte oscura che nessuno vuole conoscere, un lato sconosciuto e buio, pieno di paure, di sbagli. Colmo di risentimenti e concetti errati.
Paragonai quel luogo tetro e cupo alla parte nascosta della luna.

14:40 pm
Ci vediamo lì.

Salii di corsa le scale e mi preparai per vedere Ashton, quando finii mi adagiai sul mio soffice letto e afferrai il mio diario a cui restavano ormai poche pagine.

Dear diary,
"Ho tradotto tutte le parole e mi chiedo che cosa accada sul lato oscuro della luna. E' vero. Dietro la facciata luminosa e romantica che noi possiamo vedere, non c'è il buio. Sono convinta che sia così. Ma il buio va bene, non acceca, non illude che il mondo sia a colori." Riporto per l'ennesima volta una delle citazioni che più amo.
E mi convingo di stare per fare la cosa giusta anche se sembra essere la scelta peggiore della mia vita.
"Non c'è nessun lato oscuro della luna. La verità è che è tutta buia."

La verità è che tutti sbagliamo e che meritiamo allo stesso modo, una chance di ricominciare.
Meritiamo il perdono.
Meritiamo un amico.
Meritiamo qualcuno con cui parlare.

Ma se Ashton avesse bisogno di questo io non sarei pronta a perdonare. Il suo gesto non può meritare una nuova possibilità di ricominciare. Può solo continuare a vivere col continuo rimorso e il sussistente ricordo dello sbaglio che ha commesso e che continua a commettere.

Meritiamo qualcuno con cui parlare.

Meditai sulle parole che avevo scritto.
Se lo vorrà gli darò quello che merita.

you complete mess | l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora