Andai in cucina molto lentamente cercando di evitare qualsiasi movimento brusco pensando che mia madre probabilmente stesse ancora dormendo.
Mi sorpresi quando notai la sua figura comodamente sdraiata sul divano, osservare con perplessità il televisore che trasmetteva uno di quei strani telefilm spagnoli. Si accorse della mia presenza e si girò a guardarmi con indifferenza.
"Buongiorno." Esclamai senza troppa euforia, andai verso la cucina e cominciai a preparare due tazze di caffè.
"Non sporcare." Sentii la sua voce parlarmi con un tono assonnato e distaccato.
Aspettai che il caffè fosse pronto, osservando dalla cucina il suo viso stanco e piuttosto concentrato sui miei movimenti."C'è ancora quella ragazza in casa?" Domandò con non curanza verso di me che mi ero ormai girato per versare il caffè caldo dentro le tazze.
La guardai cercando di non farle notare che il mio umore stesse per cambiare, la scrutai con uno sguardo indifferente e annuì, curioso di sapere la sua prossima sentenza.
"Perchè è qui?" Chiese girandosi verso la televisione questa volta, continuando a seguire il suo telefilm.
Incrociò le mani al petto e si girò di nuovo verso di me per notare se fossi ancora lì.
"Luke, che ci fa qui quella ragazza?"Cercai di contenere la rabbia che stava per esplodere dentro di me, poggiai le tazze sul bancone della cucina e mi avvicinai al soggiorno in cui si trovava.
"Mi spieghi qual è il problema?" Chiesi, mantendomi calmo, provando a sostenere una conversazione tranquilla con mia madre.
"È in camera tua."
Disse cercando, probabilmente, di camuffare la vera ragione.
Arricciai le sopracciglia e la osservai, perplesso.
"Nessuno entra mai in camera tua da quando Michael non c'è più."Aspettai che parlasse e ascoltai la sua risposta. Sentii il mio corpo diventare più freddo e la mia testa annebbiarsi di pensieri.
Riflettei sulla sua risposta e rilassai le mie mani che prima si erano contratte in due pugni stretti.
Mi avvicinai al divano e mi fece spazio mostrandomi un sorriso triste e flebile. Mi sedetti vicino a lei e le accarezzai una spalla, poi avvolsi il mio braccio attorno la sua schiena e poggiai la mia testa alla sua.Sospirai forte cercando qualcosa da dire o da fare per confortarla ma il nulla mi passò per la testa. Evitai di pronunciare quel nome che mi portava sempre così dolore e debolezza.
"Era il tuo unico amico dopo Calum." Disse con un soffio di voce provando a nascondermi il suo sconforto.
Le baciai la testa e mi alzai con cautela dal divano.
"Mi manca tanto, Luke."Sorrisi un po' scrutando una delle tante foto di me e mio fratello completamente nudi, in giro per casa all'età di quattro anni circa.
"Lo so, anche a me, mamma." Parlai tenendo stretta una mano sul mio petto credendo che il cuore prima o poi potesse scoppiarmi nel torace. Camminai verso la cucina in cui avevo lasciato le due tazze di caffè ormai tiepide. Le afferrai e la guardai per l'ultima volta mentre lentamente si sdraiava sul divano.
"Salgo di sopra." Annunciai cominciando a salire le scale una per volta, senza fretta, aspettando una possibile risposta da parte di mia madre che tardò ad arrivare.Aprii la porta della mia stanza e scrutai Hazel sdraiata sul mio letto a giocherellare con alcune ciocche dei suoi capelli castani. La osservai con cura fino a che non capì di essere contemplata.
Sospirai fortemente quando un sorriso le apparve sul volto, chiusi la porta alle mie spalle e mi avvicinai a lei porgendole la tazza.
"Grazie." Sussurrò intenta a sorseggiare il suo caffè. Feci lo stesso ammirando il modo in cui le sue piccole mani reggevano la tazza e i suoi grandi occhi si chiudevano e riaprivano subito dopo aver bevuto un altro sorso di quella bevanda scura e calda.Si alzò dal letto poggiando la tazza sulla scrivania in cui erano accostati un pacco di sigarette e un accendino.
Mi alzai anche io, nello stesso momento in cui Hazel si girò, alzando le sue mani verso i suoi capelli creando una coda scombinata e storta.

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you complete mess | l.h
Fiksi PenggemarAvevo dimenticato di stare male ed era possibile solo grazie al suo sorriso e alle sue braccia agganciate sicure attorno al mio gracile corpo. "Se stessi per cadere avrei qualcuno che sarebbe pronto a prendermi" pensai. E se fossi già s...