Piove.
Le gocce cadono lentamente e leggiadre sul tessuto impermeabile del mio ombrello provocando un rumore tra il fastidioso e il rilassante, sento delle gocce bagnare le mie gambe e tremo per la frescura che rilasciano sui miei jeans neri. Ad ogni passo sento il naso ghiacciarsi e le mani screpolarsi. Per strada tante pozzanghere riempieno gli spazi che l'asfalto rovinato, lascia vuoti.
Mi fermo ad osservare una pozzanghera più grande delle altre, tanto grande da vedere il mio viso pallido riflesso in essa. Osservo ogni dettaglio del mio viso e ogni cambiamento che non ho colto in quest'ultimo anno."Che stai facendo, Luke?" sento la voce di Michael impastata dal sonno che sussurra qualcosa di poco comprensibile.
Il mio viso rivolto verso l'unico specchio in cui riesco a vedermi per intero. Molto vicino al vetro che riflette la mia figura, osservo con disprezzo quel volto da bambino, quei capelli poco curati che ricadono leggermente sulla mia fronte in una frangia poco strutturata. Quelle labbra sottili e rosee e quel viso privo di barba. Quelle gambe lunghe e quelle caviglie sottili. Le braccia gracili e le spalle strette.
Sposto i miei capelli nervosamente dal mio viso e sbuffo.
"Niente." Dico girandomi un attimo verso Michael per fargli capire che lo sto ascoltando.
Ritorno a guardarmi e continuo a giocare con i miei capelli, cercando di sistemarli.
Un'altra figura osserva il mio riflesso, un ragazzo più grande di me con i capelli in disordine che appaiono perfetti anche dopo aver dormito.
"Preparati, sii pronto in trenta minuti."
Lo guardo curioso e faccio come mi comanda.Mi guardo in quel piccolo specchio della parrucchieria a due isolati da casa. Sorrido ammirando i miei capelli finalmente ordinati e ben tagliati.
Mi sembra di vedere Michael in quella pozzanghera, con i suoi capelli biondo platino e il suo viso dai lineamenti dolci. Un sorriso spunta tra le sue labbra di un rosa scuro che sembra contrastare la sua carnagione pallida. Sorrido anche io in risposta.
Mi sembra così vero che per un attimo ci credo, mi volto a vedere se mio fratello è davvero lì.
Mi sembra impossibile pensare che non vedrò il suo volto cambiare anno dopo anno, diventare sempre più grande. Ricorderò il suo viso per quello che era mentre il mio continuerà a modificare le sue sembianze.
Sorpasso la pozza di acqua piovana e cammino a testa alta per non guardare il mio viso riflesso.
Vedo una ragazza davanti a me con dei lunghi capelli castani e un piccolo ombrello verde tra le mani.
"Hazel." Sussurro quasi per ammettere a me stesso quello che miei occhi stavano osservando.
Cammino più velocemente per raggiungerla, si volta nella mia direzione e colgo sul suo viso un'espressione tutt'altro che rilassata.
Curvo le mie labbra in un sorriso scacciando quel pensiero.
Sorride per circa 5 secondi, il tempo di farmelo notare e il suo riso scompare dalle sua bocca.
Un viso sciupato e sconvolto, degli occhi gonfi e socchiusi.
"Buongiorno Hazel." Dico scrutando ancora il suo volto che sembra diverso dagli altri giorni.
"'Giorno Luke." Sospira posizionando il suo sguardo dalle pozzanghere piene fino all'orlo. Dimenticandosi di mensionare il prefisso 'buon' prima della parola 'giorno'.
"Stai bene?" Le chiedo curioso di avere una risposta ben precisa.
"Tutto okay." Dice lei girandosi a guardare la mia espressione confusa.
"I tuoi occhi sono spenti." Penso ad alta voce dopo aver scrutato ancora il suo volto.
"Sto bene." Afferma lei questa volta con un tono più duro e convinto. Riesce a convincere se stessa ma non me.
"Non mi hai sorriso." Parlo senza distogliere lo sguardo dalla ragazza che cammina di fianco a me.
"L'ho fatto." Ammette incurvando le sue sopracciglia spesse e delineate.
"Non era un vero sorriso." Difendo la mia opinione sperando che si arrenda. Ed è quando la sento sospirare che mi accorgo di avere ragione.
"Ho avuto qualche problema in famiglia."
Non so che dire dopo aver sentito la sua rivelazione e le uniche due parole che mi vengono in mente sono 'mi dispiace'.
"Non fa niente." Mi risponde la ragazza spostando il suo sguardo sulle sue scarpe.
"Si sistemerà tutto, vedrai." Provo a rassicurarla. Le sorrido sperando di riceverne uno dei suoi in cambio.
Un sorriso dolce e leggero si rivela tra le sue labbra e incurvo la mie più di prima.------
Dear Michael,
il suo sorriso genera il mio, ho cercato di controllarlo ma non ci riesco.Ricordo le parole che l'ora prima avevo scritto tra le pagine del mio diario, posandolo nell'armadietto e chiudendolo, provocando un rumore forte e fastidioso.
Ashton stava in piedi di fronte a me, guardava dritto nei miei occhi che si incupirono alla vista di quel ragazzo riccio e presuntuoso che mi aveva provocato solo dolore.
"Non sono stato chiar-"
Le mie parole vengono bloccate da Ashton che cerca di sovrastare la mia voce. Dice qualcosa simile a quella parola che aspetto che lui pronunci da un anno ormai.
"Scusa." Scandisce le sillabe che fuoriescono dalla sua bocca più chiare e definite.
"Mi dispiace per Michael." Dice guardandomi negli occhi per un'altra volta prima di camminare lontano da me, prima che possa raggiungerlo.Apro di nuovo l'armadietto e afferro il mio diario.
Dear Michael,
ho ricevuto le sue scuse ma non sono state abbastanza.

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you complete mess | l.h
FanfictionAvevo dimenticato di stare male ed era possibile solo grazie al suo sorriso e alle sue braccia agganciate sicure attorno al mio gracile corpo. "Se stessi per cadere avrei qualcuno che sarebbe pronto a prendermi" pensai. E se fossi già s...