Indestructible

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Scrutai l'asfalto ghiacciato dai fiocchi di neve che avevano lasciato il cielo la notte prima. Non si erano scioti, erano rimasti intatti per la fredda temperatura, sulla strada, bianchi e candidi.
Sentivo ancora qualche fiocco ghiacciato sfiorarmi il viso e le mani che erano gli unici punti scoperti del mio corpo. Rabbrividii leggermente prima di entrare completamente a scuola.
Scrollai le spalle e camminai a passo svelto verso il mio armadietto pronta per cominciare un'altra giornata di scuola.

Arrivai a destinazione e afferrai i miei libri di chimica e biologia sfiorando con cautela le lisce copertine.
Sentii dei passi arrivare dietro di me e le braccia forti di qualcuno di cui conoscevo il profumo, stringermi in un abbraccio che si concluse rapidamente.

Mi girai nella direzione di Luke e notai i suoi occhi leggermente rossi sul suo viso scavato e stanco, mi sorrise ma parve che qualcosa non andasse per il verso giusto.
Chiuse gli occhi per un attimo e li riaprì delicatamente poi sospirò, stringendo il piercing nero tra i suoi canini.

"Cos'hai?" Chiesi più preoccupata che curiosa al ragazzo che sembrava non avesse dormito per niente.
"Niente, un brutto sogno." Affermò come se avesse letto i miei precedenti pensieri. Mi guardò, si strofinò un po' gli occhi e mi prese per mano.

Feci in modo che quella presa potesse svegliarlo dal suo incubo che sembrava ancora cosciente tra i suoi ricordi, ancora visibile ai suoi occhi. Come se lo stesse vivendo tutt'ora.

La strinsi e osservai il ragazzo sorridere che continuava a camminare verso una delle poche classi che avevamo insieme.

"Vuoi raccontarmelo? Magari liberarti di quel pensiero potrà farti stare meglio." Ipotizzai guardando nella sua direzione mentre incedevo dentro la classe.
"Mi farà stare peggio." Affermò Luke con uno sguardo triste e fermo allo stesso tempo, scrutando i miei occhi premurosi.
"Allora parliamo di quello che vuoi." Annunciai senza risorse al ragazzo visibilmente scosso.
Ci sedemmo di fianco ed entrambi restammo in silenzio per un po' senza accorgercene, troppo presi dai nostri pensieri.

"Che hai fatto in questi giorni?" Mi chiese il biondo sorridendomi di nuovo.
Sentii il mio corpo paralizzarsi e il mio viso incupirsi al pensiero di quella che potrebbe essere la mia risposta, di quella verità che mi bruciava ancora dentro. Di quegli sbagli che avrei commesso tante altre volte.

"Solita noia, ho studiato tanto per un esame," decisi di mentire e mi sembrò di riuscirci nel migliore dei modi "tu invece?" Conclusi, sorridendo al suo viso che mi osservava stanco.

"Anche io ho studiato e sono stato spesso a casa di Calum." Mi confessò, scrutando il mio viso con cautela come se volesse ricordare i miei tratti per un lungo periodo di tempo. Mi sembrò che volesse fissare il mio volto nella sua testa come se fosse una foto.
Una memoria indistruttibile.

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Mi ritrovai a camminare per strada nel buio della notte tra il silenzio e la solitudine di quelle vie sperdute che conducevano al mio perpetuo errore.
Ashton mi aspettava tra la nona e la decima strada appoggiato per terra.
Mi sorpresi quando mi inviò quell'indirizzo perchè era un posto in cui non eravamo mai stati prima.
L'oscurità ci circondava e l'unica luce ad illuminare la strada deserta era quella che proveniva dalla macchina del riccio.

Lo guardai e senza rendermene conto sorrisi; non riuscii a capire il motivo di quel gesto.
Tutto quello che Ashton stava facendo era indirizzarmi nella via degli sbagli e dei rimpianti ma io non riuscivo ancora a rendermene conto.
Continuavo a ripetere tra me e me che un altro tiro non avrebbe peggiorato la situazione, che un altro sorso non avrebbe danneggiato il mio corpo.

Sorridevo perchè avevo finalmente capito che tutti quegli errori che stavo compiendo erano indirizzati a due persone, a due ricordi, a due pensieri: mia madre e mio padre.
Pensai che non fosse nè colpa mia nè colpa di Ashton se mi cacciai in questo vicolo senza uscita.

you complete mess | l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora