Blood

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Mamma e papà non erano in casa quel pomeriggio di ottobre, grigio e pieno di nuvole.

Qualcuno urlava nella camera di fianco alla mia e non era difficile distinguere di chi fosse quella voce, Michael, assodai alzandomi di scatto correndo verso la sua stanza.

Michael era disteso a terra in agonia, gridava parole che non riuscivo a comprendere. Ashton in piedi di fianco a lui poco stabile che lo fissava con un ghigno sul volto.

"Che succede?" chiedo urlando cercando di farmi sentire da Ashton che sembrava essersi perso nei suoi pensieri, continuando a sorridere.

Mi avvicinai alla sagoma di Michael distesa per terra di fianco al letto. La prima cosa che notai appena mi abbassai per vedere meglio fu il viso sconvolto di Michael che continuava ad urlare verso un punto qualsiasi sotto il suo letto. Alla vista del naso di Michael che sanguinava, mi bloccai, scosso, cercando di capire cosa fare.

"Che è successo Michael?" chiedevo alzando la voce, ripetutamente, cercando di essere ascoltato da uno dei due. Nessuno sembrava essere in sè in quel momento.

Provai vera e propria paura quando Michael smise di urlare e chiuse gli occhi. Mi voltai a guardare Ashton più vicino al letto questa volta che continuava a sorridere verso me e Michael.

"Che cosa gli hai fatto?" urlai provando ad essere ascoltato, ma fu un tentativo vano.

Continuavo a scuotere Michael provando a farlo svegliare di nuovo ma non ci riuscivo. Rimaneva lì fermo per terra senza dare nessun segno di vita.

Lo sentii respirare poco dopo ma il sangue non smetteva di uscire dal suo naso. Mi misi le mani tra i capelli cercando di capire quello che dovevo fare. Pensai che sarebbe stato meglio se fosse disteso sul suo letto.

"Ashton, aiutami ad alzarlo." chiamai il suo nome per essere aiutato ma quando mi girai a guardare, Ashton non era più nella stanza.

Ricordo di aver pianto tanto quel giorno provando in tutti i modi e con tutta la forza che avevo in corpo ad alzare Michael dal pavimento per poggiarlo sul suo letto.

Cominciai a piangere più forte e ad urlare quando finalmente riuscii ad alzarlo e a poggiarlo sul letto.

Spostai il cuscino e poggiai la testa di Michael su di esso. Corsi per casa cercando dei tamponi per fermare il sangue che si era ormai indebolito e affievolito, dal naso di Michael.

Li trovai e corsi nella sua stanza.

Si era svegliato e stordito guardava le mani macchiate di sangue e appena si accorse che ero sullo stipite della porta mi guardò spaventato con le lacrime agli occhi.

Mi avvicinai a passo svelto al suo letto e senza sprecare altro tempo spostai il suo viso, misto di lacrime e sangue, verso di me e cominciai a tamponare il sangue dal suo naso che si era in parte fermato.

Respirava forte e i suoi singhiozzi che si facevano più forti, si univano ai miei più lunghi e pesanti.

"Va tutto bene adesso." sussurrai tra le lacrime e il respiro spezzato.

"Scusa." parlo Michael guardandomi nel occhi.

Lo lasciai sdraiato nel suo letto e mi alzai per ripulire il sangue dal suo viso e quello che era ancora per terra. Andai nel bagno per prendere delle tovaglie bagnate con cui pulire il pavimento e delle pezzette.

Ritornai da Michael che sembrava più tranquillo adesso, le lacrime si erano asciugate sulle sue guance e il sangue aveva cessato di uscire.

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