Airport

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Un paio di occhi grandi e marroni continuavano ad apparire nella mia testa mentre, nelle prime ore del mattino, sonnecchiavo in dormiveglia.
Gli occhi erano chiusi e poi si aprivano di soprassalto: erano tristi e mi sembrò di vedere una lacrima cadare dall'occhio sinistro.
Era come se mi stessero chiedendo, pregando, di guardarli per l'ultima volta prima che sarebbero stati troppo lontani per essere ammirati.
Aprii gli occhi incapace di continuare a pensare ed osservai l'orario nella sveglia.
7:35 am

Cercai di sbrigarmi al pensiero di Calum davanti casa mia alle 8 del mattino.
Mi alzai dal letto stanco e senza forze, mi sembrava di aver dormito per qualche minuto e probabilmente era stato proprio così. Non avevo fatto altro che pensare ad Hazel; i suoi occhi, le sue labbra, il suo dolce viso erano tutti incastrati nella mia mente e faticavo a dormire serenamente.

Le labbra mi chiedevano di essere baciate ancora una volta, gli occhi lacrimavano mentre il suo viso, contratto dallo sforzo, cercava di trovare un po' di fiato.

Mi infilai le scarpe scacciando i ricordi di Hazel nei miei pensieri e decisi di continuare quello che stavo facendo, dimenticandomi dell'immediata partenza della ragazza.

Non ci riesco.

Continuai a ripetermi.

Non ce la faccio.

Sentii la mia coscienza sussurrare.

Scossi la testa ripetutamente mentre, nervoso, cercavo di aggiustare i miei capelli schiacciati dal letto davanti allo specchio.

Sentii il campanello suonare e afferrai il mio zaino per poi posarlo sulle spalle. Corsi giù per le scale e salutai mia madre che sorprendentemente era già sveglia.
Aprii la porta e un enorme sorriso mi investi.
Io però non riuscii a sorridere.

"Che hai?" disse Calum sospirando, mi guardò mentre camminavamo verso la sua macchina "non voglio vedere quel broncio." Affermò entrando nell'autovettura e chiudendo lo sportello immediatamente dopo di me.
"Te l'ho già detto Calum." Parlai appoggiando la mai testa al finestrino, chiusi gli occhi e ricordai quella chiamata.

"Calum"

"È tardissimo Luke cosa vuoi?"

"Non riesco a dormire."

"Quindi stai cercando di non far dormire anche me?" Sentii un respiro profondo e qualche sbadiglio meccanico provenire dal mio cellulare.

"Hazel domani torna ad Orlando." Affermai stringendo le mie labbra sotto la presa dei miei denti.

"Che hai detto?" Mi chiese incredulo.

"Domani Hazel parte, ritorna ad Orlando e penso che non torni più." Affermai con velocità all'amico che ascoltava.

"Luke.." Sussurrò Calum ma si fermò quando mi sentì piangere.

"Non dirmi che stai piangendo."

Ci fu il silenzio, nessuno dei due parlò.

"Non piangi da quando tuo fratello è morto."

"Mi rende" presi fiato e continuai "debole e forte allo stesso tempo Calum, io ho bisogno di lei"

"Allora vai a riprendertela."

"Non riesco a farle cambiare idea." Dissi alzando la voce, sentii la mia voce spezzarsi.

Calum continuava girarsi verso di me mentre guidava verso la scuola ma feci finta di non notarlo e continuai ad osservare fuori dal finestrino.
Mi allarmai quando il ragazzo proseguì a guidare anche dopo essere arrivato davanti a scuola.
"Che stai facendo?" Urlai girandomi verso di lui, cercai di calmarmi ma non ci riuscì. Mi sentivo molto irritato e probabilmente non era per l'impegno che magari Calum aveva.
Non volevo partire con il piede sbagliato.
Era un nuovo inizio, senza Hazel.

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