Partenza per rio

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e tanto il tempo passa e passerai
come sai tu, in bilico e intanto
il tempo passa e tu non passi mai"

Laura allacciò la cintura, mentre all'altoparlante annunciavano che l'aereo sarebbe decollato a momenti da Milano.
Cercai di trovare una posizione comoda e, nel farlo, lanciai un'occhiata dietro di me, più precisamente due file indietro, dall'altro lato del corridoio, dove se ne stava Luca, seduto accanto a Matteo, come sempre.
Aveva l'espressione concentrata, lo sguardo fisso su un libro, che teneva in mano e un paio di auricolari nelle orecchie.
Ancor prima di vedere quel suo sorriso luminoso il cuore gli era saltato in gola e si era data mentalmente della stupida svariate volte.
Era il solito Luca, scherzoso e divertente dentro e fuori il palazzetto, e quello era la cosa di cui lei si era innamorata.
Perché, se Luca era sempre lo stesso, anche lei non era cambiata affatto.
Prima di rivederlo, prima di percepire quella barba ispida grattagli il collo durante l'abbraccio e sentire che la chiamava ragazzina per l'ennesima volta, c'era stata tutta una settimana di aspettativa, di attesa che l'aveva logorata e in cuor suo si era rassegnata all'evidenza, nonostante continuasse a negare con fermezza fino a quando il suo ragazzo l'aveva chiamata
Filippo: hey amore! Pronta per questa avventura a Rio?-dico alla mia fidanzata.
Laura: ehm......sono ancora un po' agitata per la nuova esperienza che farò ma a dir la verità si mi sento pronta di vivere questa avventura.
Filippo: brava così ti voglio!-dico facendola girare verso di me per dargli un bacio sulle labbra.
Mentre stavo baciando il mio ragazzo Quel giorno alla partenza in aeroporto però percepì subito che qualcosa era cambiato.
Luca era insolitamente silenzioso e se ne stava per conto suo, si lasciava avvicinare solo da Matteo , con cui di tanto in tanto scambiava parole concitate.
Osservai per un po' la sua espressione corrucciata e la mano che si passava nervosamente sul mento e sulla mascella, giocherellando con la barba. Ero certa che stava già studiando le partite di una delle squadre che avrebbero dovuto affrontare .
Quando all'improvviso alzò gli occhi nella mia direzione, aggrottando la fronte, e io mi voltai immediatamente puntando il viso sul poggiatesta davanti a me.
Ripresi a respirare tranquillamente qualche secondo dopo.
Forse era vero aveva ragione Luca, a chiamarmi ragazzina.
Con la musica nelle orecchie, non si era reso conto da quanto tempo fossero già in volo. Allungò una gamba verso il corridoio, cercando di stirarsi. Quei sedili erano davvero delle trappole per dei pallavolisti come noi.
Una leggera gomitata mi fece voltare verso la mia compagna e notai che si era appena svegliata, da come si stava stropicciando gli occhi.
Laura ridacchiò per le smorfie che faceva la sua compagna di squadra, e anche lei pensava che doveva avere grossi problemi nel rimanere infilato in quelle poltroncine.
Sentii appena in tempo l'auricolare sinistro che mi veniva sfilato dall'orecchio e mi voltai per vedere lo sguardo che il mio ragazzo mi stava facendo.
Laura: "ridacchiai un'attimo per poi tornare seria", hai fatto una bella dormita amore? -dico guardando Filippo e poi giada e Simone che erano seduti vicino a noi.
Filippo: ahahaha molto spiritosa sei! -dico ridacchiando per poi guardarla.!»
Amo parla a bassa voce!-dico girandomi all'indietro per vedere che nessuno avesse sentito quello di cui stavano parlando.
scattai verso il mio fidanzato per tappargli la bocca, prima che qualcuno li avesse sentiti.
Filippo: tranquilla amore non ci ha sentiti nessuno-dico togliendo la mano della mia ragazza dalla mia bocca per respirare.
Laura: uff per fortuna!-dico facendo una risata abbastanza imbarazzata per poi tornare seria e guardarlo.
Dai sedili davanti a loro, scattò su la testa di Birarelli, il capitano della squadra del mio fidanzato.
«Pippo, ma che urli, qui c'è gente che vuole dormire!» lo redarguì bonariamente, mentre cominciava una disputa per cui Laura diceva che avrebbe dormito quando fosse arrivata in albergo, con conseguente risata di Birarelli e Buti.
Laura: scusate ragazzi,io e Pippo stavamo discutendo di una cosa e per sbaglio ha alzato un pochino la voce.
Buti: tranquilla Laura nessun problema, però la prossima volta Pippo abbassa la voce che se no fai casino.
Mentre parlano Buti e Birarelli sentiamo Simone il palleggiatore di punta ridere per quello che aveva detto Pippo.
Laura: che ti ridi Simo?-dico guardandolo cercando di spaventarlo in qualche modo .
Simo: scusami Laura! Non volevo.
Laura: mi misi a ridere per poi tornare seria sotto lo sguardo di Simo che non capiva perché avessi riso. Simo ti ho preso in giro non mi sono incavolata perché hai riso.
Simo: ah ok! Me l'hai fatta allora-dico dando una pacca sulla spalla alla mia amica.
Laura: beh si-dico ridendo e lo guardo.
mi alzai in ginocchio sul sedile, mentre ridevo coi compagni del mio ragazzo e vidi che l'unico che non commentava o che rideva era proprio Luca che, con la testa reclinata di lato, pareva dormisse alla grande.
«questo proprio no, cazzo!» commentò teo, svegliando di colpo Antonov che chiese confuso di cosa diamine stessero parlando così animatamente.
osservai con sconcerto il mio ragazzo che si alzava e si sporgeva in avanti, per farsi venire in mente qualcosa da poter spiegare ad Antonov.
Laura: "prima che Pippo potesse dire qualcosa gli tappai la bocca con le mani e parlai io al posto suo".
«Ragazzi/e , scusate!» fischiò con le dita per richiamare l'attenzione della squadra di pallavolo che occupava la loro stessa sezione di aereo e anche i compagni di squadra del mio ragazzo.
scusate se Pippo stava facendo casino ma si è messo ad alzare la voce per una cosa che avevamo detto,scusate ancora se vi abbiamo disturbato.
Federica : tranquilla Laura fa niente può capitare una discussione qualche volta.
Laura: oh ok grazie!
mi misi a dormire un pochino per tenere le forze per quando arriveremo a Rio.
mi svegliai di soprassalto per del casino che si stava formando dietro per alcuni che iniziavano ad aver paura delle turbolenze che si stavano creando.
Poco dopo tutto venne messo a tacere dagli allenatori che, con la minaccia di allenamenti di giorno e di notte, imposero il silenzio perché nemmeno dieci squadre di ragazzine/ragazzini avrebbero fatto quel baccano.
appena tutto si fu calmato sorrisi ricomponendomi sul sedile per tornare a dormire appoggiando la testa sulla spalla del mio ragazzo.
Cosa vuoi che sia, passa tutto quanto
solo un po' di tempo e ci riderai su.
Cosa vuoi che sia, ci sei solo dentro..."
Erano a Rio e Io e giada ancora non eravamo riuscite del tutto a crederci.
Sull'autobus che dall'aeroporto li stava portando a Casa Italia, Laura se ne stava con le mani attaccate al vetro del finestrino, allungando il collo e sgranando gli occhi come per riuscire a vedere tutti i dettagli che lo sguardo poteva cogliere. L'adrenalina scorreva libera nelle sue vene, si sentiva carica come mai in vita sua e non vedeva l'ora di dimostrarlo sul campo.
«Ma guardate la piccola lorenzetti com'è contenta!» ridacchiò Simone che era seduto dietro a lei e al suo ragazzo scatenando parecchie risate «Sembra una bambina la mattina di Natale!»
Laura li guardò con uno sguardo glaciale e poi si unì agli altri, ragazzi per me è la prima volta in nazionale quindi è normale che mi sento così dico girandomi a guardare fuori dal finestrino per stare calma perché Luca Vettori mi stava guardando.
«Dai Buti, lascia stare Laura !»
intervenì la voce del mio ragazzo e di luca i quali si guardarono in faccia contemporaneamente per capire che cosa voleva fare uno e Luca voleva capire cosa voleva fare Filippo.
Per tutto il viaggio per venire a rio e in pullman per arrivare a casa Italia Luca si era fatto gli affari suoi e aveva avuto un'espressione dura e impenetrabile, mentre in quel momento si metteva a difenderla.
Non capivo nulla di quello che stava succedendo ed era tutto un vero mistero da capire al più presto.
Laura irritata dal comportamento di Luca lo fissò con un sorrisetto di sfida.
«Luca, chiamami ancora ragazzina e vedrai che ti succede.....cominciò, con un finto tono intimidatorio.
Luca alzò un sopracciglio con aria divertita e di sfida.
«E cosa?» la incoraggiò il suo ex a continuare
«E vengo lì e dico a tutti quello che hai fatto.» osò concludere la minaccia a Luca , tra i fischi ammirati dei compagni e delle altre ragazza e altre risate, finché non intervenne l'autorevole voce del coach a sedare la caciara.
Laura pian piano si sentiva bruciare sotto lo sguardo del proprio ex , che la guardava con gli occhi maliziosi e labbra che nascondevano un sorriso.
Laura se la cavò con un "Stai attenta, ragazzina" da parte dell'opposto del Modena (del suo ex), prima di rimettersi a sedere composto sul sedile dell'autobus.
Accanto a lei, il suo ragazzo la guardava di profilo in silenzio.
«Che c'è?» gli chiese aggrottando la fronte.
«Non ho detto nulla!» si giustificò Filippo alzando le mani e Laura volse lo sguardo al cielo, gonfiando le guance.

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