La penultima partita del girone era andata, un risultato per niente scontato contro i padroni di casa.
Una scia di quattro vittorie consecutive, che li aveva portati ad accedere automaticamente alla fase finale della competizione, in anticipo di un match.
Le urla e gli abbracci erano proseguiti dal campo fino agli spogliatoi, dove Blengini si era complimentato, permettendo alla squadra la serata libera, con la minaccia velata di non fare troppa festa che la parte difficile doveva ancora arrivare.
Una volta soli, Simone insieme a Lanza e al resto del gruppo con le ragazze della nazionale femminile stretti gli uni agli altri, si erano messi a saltare in mezzo allo spogliatoio, ridendo e urlando a squarciagola.
A Simone sembrava che il cuore gli stesse per uscire dal petto per l'emozione, tutta la squadra stava facendo un bellissimo percorso e lui stesso cominciava a pensare che sarebbero potuti arrivare davvero lontano insieme.
Incrociò lo sguardo della sua ragazza, e finalmente era rilassata e sorridente, sembrava tornata una bambina dopo quei giorni dall'umore fastidiosamente altalenante.
La vide fargli l'occhiolino e Simone rispose allargando ancor di più il sorriso.
Una volta sciolta la stretta, ognuno caracollò sulle panche disposte lungo le pareti, mentre alcuni commentarono ancora i momenti salienti della partita, altri invece si fiondarono subito verso la doccia.
Io e Filippo decidemmo di uscire già dallo spogliatoio sotto lo sguardo di tutti i suoi compagni e appena usciti da lì ci avviammo verso camera sua.
Saliamo in ascensore fino al terzo piano dove usciamo da lì e percorriamo un lungo corridoio fino alla stanza numero 10.
Simone si stava già sfilando la divisa quando vide Ivan e altri due compagni uscire dallo spogliatoio dicendo che sarebbero andati fuori per un attimo dai tifosi italiani che li avevano sostenuti dalle tribune.
«Sei stato grande oggi, Gian!» lo scosse per le spalle un più che sorridente Matteo Piano «Però la palla alzala ogni tanto anche a me, mi manca il nostro duo, capito?»
Simone dovette sedersi per non cadere, a causa dell'attacco di risa che lo aveva colpito.
«Ma come ti vengono queste cose?!» esclamò, in riferimento alla parola che univa i loro cognomi.
Matteo finse di non aver sentito e gli fece un sorriso furbo.
Nel momento in cui stava parlando con Matteo arrivò la sua fidanzata che lo salutò dandogli un bacio sulle labbra che lui ricambiò subito.
«Vedi di vestirti almeno.» lo prese in giro Luca prima di uscire, e guardandosi, notò che effettivamente aveva indosso soltanto un paio di boxer.
Riprese a digitare velocemente sullo schermo del cellulare, per rispondere a decine di messaggi arrivati da amici che avevano seguito la partita dall'Italia.
Quel supporto gli apriva il cuore e riusciva sempre a rimetterlo di buon umore.
Dopo poco si vestì e appena ebbe finito uscì da lì con la sua fidanzata e aspettarono gli altri che erano andati dalle fan per andare a festeggiare da qualche parte per aver vinto la partita.
usciva dallo spogliatoio.
Dopo una ventina di minuti gli altri li raggiunsero e decisero così su due piedi dove andare a festeggiare la loro ennesima vittoria.
Giada: ma ragazzi che fine hanno fatto Laura e Filippo? -chiese hai compagni di Simone.
Simone: probabilmente vogliono stare un po' da soli per conto loro e posso anche capirli mvisto che si amano tantissimo e vogliono stare sempre insieme. E poi sono una bella coppia.
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A fari spenti
Roman d'amourLuca Vettori è un giovane talento della Nazionale italiana di pallavolo che si è messo in mostra e ha cominciato a brillare, mostrando tutto il proprio potenziale. Ma, tornato a Piacenza, la città del suo club, Luca rompe i legami con la sua ragazza...