c.13

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Il campanello suonò e automaticamente il mio cuore iniziò a battere all'impazzata.
Luca era qui e avrei dovuto per forza presentarlo ai miei sennò non avrebbero mai fatto salire in camera mia uno sconosciuto.

Corsi ad aprire la porta sorridendo.
-hey piccola- il suo sorriso mi fece andare in brodo di giuggiole e gli sorrisi a mia volta facendolo entrare.

Fece per baciarmi ma lo bloccai.
Mi guardò interrogativo e mi avvicinai al suo orecchio.
-i miei genitori sono in cucina che sentono tutto. E sono sicura che ci stiano spiando- sussurrai.
Lui rise e io chiusi la porta per poi portarlo con me in cucina.

-mamma,papà- girarono lo sguardo verso me e Luca dopo che ebbi attirato la loro attenzione.
-lui è Luca un mio amico ed è venuto qui per aiutarmi a studiare per la prova d'ingresso di fisica di domani- arrotolai una ciocca di capelli nervosamente sul dito e poi alzai lo sguardo verso Luca che stava sorridendo ai miei.

-è un piacere conoscerti- disse mia mamma sorridendogli.
-ora andiamo- lo trascinai con me sulle scale prima che potesse aggiungere qualcosa.
-mi raccomando studiate!- urlò mio padre dal piano di sotto.
-Si!- urlai di risposta alzando gli occhi al cielo.

-sono sicuro che ci sarà tempo per fare anche altro- sussurrò Luca dietro di me mentre salivamo le scale.
Io mi girai guardandolo male e lui alzò le mani come per difendersi.

Risi e entrai in camera seguita da Luca che si chiuse la porta alle spalle.
Appena chiusa la porta sentì le braccia di Luca avvolgermi i fianchi da dietro e il suo respiro caldo sul mio collo mi fece venire i brividi.

-mi sei mancata- strofinò il naso sulla mia mascella.
-ci siamo visti ieri sera -sussurrai ridendo.
-troppo tempo fa-
Mi morsi il labbro trattenendo un sorriso mentre le sue labbra baciavano il mio collo.

-mi dispiace interromperti dolcezza- dissi girandomi tra le sue braccia in modo tale che il mio viso fosse difronte al suo.
Gli diedi un bacetto sul naso poggiando le mie mani sul suo volto e avvicinandolo a me.

-ma dobbiamo studiare. Dato che fai tanto il colto ora voglio vedere di che pasta sei fatto D'Orso- risi sulle labbra e gli diedi un leggero bacio a stampo.
Lui sbuffò sonoramente ma poi sorrise e mi tirò un morsetto sulla guancia.

Mi distaccai dalla sua presa e mi avvicinai alla scrivania.
Lui si buttò sul letto.
Presi il libro di fisica e glielo lanciai addosso ridendo.
-spiega- dissi

*

-sto per morire- mi stravaccai sulla sedia lasciando cadere la testa all'indietro.
-dai Cris l'ultima pagina e basta- Luca si avvicinò e mi passò il libro.

Era da 3 ore e mezza che stavamo parlando di fisica e non ne potevo più.
Portai le mani sui miei occhi sollevando gli occhiali da vista e mi strofinai il viso.
Usavo gli occhiali  qualche volta,soprattutto durante lo studio a casa.

Portai le gambe al petto e ci poggiai sopra il libro.
Iniziai a leggere e a cercare di memorizzare ciò che poi avrei dovuto esporre a Luca quando sentì il mio telefono squillare.
Lo presi e sullo schermo apparve il nome di Luca.

Guardai meglio per capire se fossi pazza o meno dato che Luca era sul letto accanto a me.
Così girai lo sguardo verso di lui che sorrideva come uno scemo con il cellulare poggiato sul l'orecchio.
Ma che problemi ha? Perché mi sta chiamando se è a mezzo metro da me.

Lui mi incitò a rispondere così risi e aprì la chiamata.
-pronto?- eravamo così vicini che sentivo la mia stessa voce dal suo telefono.

-hey tutto bene?- lui era tranquillissimo come se non stessimo parlando al telefono da mezzo metro di distanza.

Siamo come gas e fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora