c.54

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Lui era lì.

Seduto su una panchina.
Teneva la canna tra le dita portandola alle labbra di tanto in tanto.

Aveva lo sguardo rivolto a terra e i gomiti poggiati sulle ginocchia.
Prese il cellulare dalla tasca svogliatamente e lo accese un attimo per poi rimetterlo in tasca sbuffando leggermente.

-sono sempre in ritardo lo so- dissi avvicinandomi a lui.

Alzò la testa di scatto e un enorme sorriso si fece spazio sulle sue labbra.
Si alzò scompigliandosi i capelli nervosamente.

-hey- sussurrò mentre una scintilla malinconica fece brillare i suoi occhi scuri.
Mi batteva forte il cuore.

Sorrisi istintivamente ma poi ritornai normale.
Non volevo dare a vedere che mi era mancato nonostante tutto.

Rimanemmo fermi a guardarci.
Nessuno sapeva che dire e stava diventando tutto davvero imbarazzante.

-ehm...io...- iniziò a parlare gesticolando nervosamente.
-sediamoci- lo interruppi avvicinandomi alla panchina per poi sedermi accanto a lui.

Accavallai le gambe e inizia a mordicchiare le unghie nervosamente.
Sembrava di stare accanto a uno sconosciuto.

Volevo piangere.
Volevo scoppiare a piangere e dirgli che anche solo 5 giorni senza lui erano stati uno strazio.

Che il mio core pregava di tornare indietro e di ricominciare daccapo facendo finta di nulla.

Alzò il viso verso di me e mi guardò negli occhi.
Osservai le occhiaie sotto i suoi occhi scuri che erano la mia forza e persi un battito.

Guardai il suo viso e poi...e poi le sue labbra.
E ripensai alla foto.
A quello che era successo.

Un senso di nausea mi salì alla gola costringendomi a distogliere lo sguardo.

-Cris- sussurrò lui cercando di prendere le mie mani nelle sue.
Mi allontani leggermente e lo guardai negli occhi.

Si morse il labbro e scosse la testa.
Riportò i suoi occhi nei miei e vidi una piccola lacrima sciogliersi sulle sue guance.

-io...-inizia a parlare ma mi interruppe.
-scusa- disse.

"Scusa"
Si...scusa.
Solo scusa.

O almeno me lo sarei aspettato come solo uno scusa ma era molto di più.

Era come se avesse avuto l'obbligo di dire la sua ultima parole e avesse detto scusa.

Pieno di sentimento.
Era uno scudo che racchiudeva tutto.

I suoi occhi mi aveva detto tutto e l'avevano racchiuso in uno scusa.
Perché effettivamente cos'altro poteva dire?

-mi...mi dispiace veramente...veramente tanto- la sua voce tremò facendo iniziare a battere il mio cuore sempre più forte.

Si alzò dalla panchina dandomi le spalle e passò le mani sul viso asciugando le guance.
Si rigirò e si sedette di nuovo accanto a me.

-perché l'hai fatto Luca- sussurrai non sapendo cosa dire.
I suoi occhi rossi mi fecero tremare.

Arrotolai una ciocca di capelli tra le mani cercando di distrarmi per evitare di piangere.

-non l'ho fatto coscientemente.
Ero ubriaco perso giuro.
Non sono mai stato così ubriaco e non so come sia potuto accadere.
Mi sono lasciato prendere la mano e ho esagerato.
Ho veramente esagerato- sbuffò arrabbiato con se stesso.

Scossi la testa amaramente.
-ci sei andato a letto?- sussurrai.

Lui alzò la testa di scatto e mi guardò.
-cosa?- sibilò.
-ci...ci sei andato a letto?- la mia voce strozzata dalle lacrime che pregavano di uscire si sentiva a malapena.

Siamo come gas e fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora