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-Sisi scusami sto arrivando.
Sono qui fuori- dissi a Elia dall'altro capo del telefono.
Chiusi la chiamata rimettendo il cellulare in borsa.

Inizia a camminare più veloce mentre il gelo di fine gennaio mi ghiacciava la pelle passando tra i vestiti.

Milano era molto più fredda di Salerno e non ero abituata a questo clima.

Spalancai la porta del locale e incrociai lo sguardo della solita guardia che accompagnava Elia ai concerti.
Mi sorrise e lo seguì nella zona dei camerini.

-Dio finalmente- sbuffò Dref sorridendomi.
-sempre la solita- rise abbracciandomi.
-dai solo mezz'ora di ritardo oggi- risi stretta al suo petto.

-tra quanto comincia?-
-40 minuti-rispose lui guardando il suo orologio.

-dov'è Sara?- chiesi lasciando il cappotto su uno dei divanetti Bianchi nel backstage.
-da qualche parte con Gionata a fare...le loro cose- rise aggiustandosi i Dred allo specchio.

Scossi la testa divertita e mi lasciai cadere sul divanetto.
Guardi la stanza in cui ci trovavamo e pensai che era assurdo come anche Elia stesse realizzando il suo sogno.
Apriva i concerti di Gionata...o meglio dire Sfera.

Lui,Dref e...e Capo erano i trapper più amati di tutta la scena italiana.
Vivevo a stretto contatto con delle star pazzesche.

-sai che ci sarà anche lui oggi- Elia girò sulla seria rotante guardandomi.
-mh- annuì distrattamente.

Io e Luca.
Che dire.

Non vedevo Luca da inizio ottobre.
Mi cercava sempre.

Rispondevo a qualche suo messaggio ma ciò che era successo mi aveva spaccato il cuore.

Lo sognavo ogni notte.
Davvero.
Ogni notte sognavo noi due insieme che avevamo dimenticato tutto ed eravamo felici.

Ma la realtà era ben diversa.

Mi mancava.
Come negarlo.

Mi mancava ogni singola cosa di lui.
Mi mancava ogni singola cosa di noi.
Di quello che eravamo e di ciò a cui avevamo dato vita.

Aveva lasciato un buco irreparabile nella mia vita.

Avevo pensato tanto questi mesi.
Ed ero arrivata alla conclusione che io senza lui non potevo stare.

Che per quanto ci provassi non c'è la facevo.
Che per quanto il mio cuore fosse stato calpestato non potevo vivere senza lui.

E dopo 4 mesi il mio primo pensiero la mattina era lui.

Ed era sempre lui.
Tutto il giorno.
La sera.
La notte prima di dormire.
O quando la maggior parte delle volte non dormivo.
C'era comunque lui nella mia testa.

-vado a cercare Gionata- esordì Elia attirando la mia attenzione.
Gli sorrisi velocemente e rimasi ferma sul divanetto.

Dopo qualche minuto decisi che non aveva senso continuare a rimuginare sul passato e mi alzai osservando il camerino.

Osservai gli sgargianti vestiti di Dref e Sfera e pensai a quanto fossero cambiate le condizioni di vita.
Dal nulla ad avere perfino troppo.

-cazzo fra c'è un sacco di gente là fuori.
Pazzesco- mi girai di scatto sentendo quella voce.

Si.

La sua voce.

La sua risata.

Luca chiuse la porta alle sue spalle e posò lo sguardo su di me.
Il mondo si bloccò.

Siamo come gas e fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora