c.39

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Spalancai gli occhi e mi accarezzai la fronte.
Sudavo freddo.

Presi il bicchiere d'acqua sul comodino e iniziai a bere quasi strozzandomi.
Guardai l'orario sul telefono.
Le 3 di notte.

Aprì la porta della mia stanza e mi incamminai in salone.
Mia mamma era seduta sul divano mentre beveva una camomilla.

-Cris- sorrise dolce mentre poggiava la camomilla sul tavolino di vetro per venirmi in contro.
-amore come ti senti?- mi abbraccio forte e mi portò sul divano accanto a se.

-hai fatto un incubo?- mi accarezzò la fronte umida.
Annuì e lei continuò a guardarmi.

-dov'è Luca mamma?- sussurrai.
-è andato a casa. Voleva restare ma ho pensato fosse meglio che ognuno si riposasse e si calmasse un attimo dopo tutto ciò che è successo-
Il suo sguardo era misto tra il rimprovero e il comprensivo.

-ho avuto così tanta paura Cris- mi accarezzò il volto.
-Luca ti ha portata qui che avevi perso i sensi.
Eri svenuta tra le sue braccia-

Ripensai a tutto.
Al rapimento. Al riscatto. Alla rissa.

Al colpo di pistola.

Non aveva colpito nessuno.

L'unica botta che avevo sentito era stato Luca che per paura che venissi colpita si era buttato su di me facendomi sbattere la testa per terra.
Una piccola botta ma stavo abbastanza bene.

-ti vedo stanca amore. Domani ne parliamo. Ora riposati va bene?- mi diede un bacio sulla fronte per poi accompagnarmi in camera.
Mi diede un bacio sulla guancia e tornò di la lasciandomi sola.

Continuavo a rigirarmi nel letto senza trovare pace.

Ripensavo a mille cose.
A tutto ciò che era successo.

L'ultima volta che avevo visto Luca era stato nel momento in cui ho sentito il colpo di pistola e l'ho guardato sperando fosse tutto apposto.

Aveva gli occhi spalancanti e la bocca aperta mentre un "no" disperato usciva dalle sue labbra per disperdersi nella campagna che ci circondava.

Poi avevo perso i sensi all'improvviso e non ho idea di cosa sia successo dopo.

-hey tesoro- sussurrai vedendo Alexis salire sul letto per poi stendersi accanto a me a pancia in su.

La accarezzai dolcemente e lei era ferma lì che mi guardava con i suoi dolci occhi scuri mentre scodinzolava.

Mi fece tornare in mente la sera di Natale.
Quando eravamo felici.
Io e lui.

E stavamo così bene senza problemi e nulla.
E ora invece era successo il finimondo.

Chiusi gli occhi costringendomi mentalmente di addormentarmi fino a quando non ci riuscì veramente.










Portai la sigaretta alle labbra aspirando.
Ero sola a casa.
I miei erano a lavoro e non ero andata a scuola.

Ero stanca e non me la sentivo dopo tutto ciò che era accaduto.
Il campanello suonò così buttai la sigaretta dalla finestra e poi mi avvicinai alla porta e la aprì.

-Luca- sussurrai sorridendo.
Mi guardò impassibile qualche secondo.
Poi si avvicinò a me stringendomi tra le sue braccia.

Poggiò il mento sulla mia testa e mi strinsi al suo petto.
Mi accarezzò la schiena e i capelli e poi premette le sue labbra sul mio capo.

Rimanemmo così un po' di minuti lasciando che questo abbraccio sostituisse qualsiasi parola che sarebbe stata inutile.

Poggiò le mani sui miei fianchi allontanandomi leggermente per guardarmi negli occhi.
-Dio Cris- sussurrò.

Siamo come gas e fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora