c.25

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Erano passate altre 3 settimane dal weekend a Milano.
Eravamo alla fine di novembre e Luca tornava spesso a Milano per le sue cose di musica.

Ma la maggior parte del tempo lo trascorreva qui con me a Salerno.

Scesi le scale sbadigliando e vidi che i miei genitori non erano in casa.
Mi avvicinai allo scaffale per prendere una merendina ma non ci arrivai.

Così prima di girarmi per prendere una sedia sentì due mani stringermi i fianchi.
Sorrisi e mi girai guardando Luca che intanto aveva preso la mia merendina.

-era mia quella- dissi imbronciata.
-non è colpa mia se sei bassa- ne mangiò un pezzo e io gli feci la linguaccia.
Ne prese un altra e me la passò per poi correre in salone e buttarsi sul divano.

Lo seguì e mi buttai su di lui.

-questa cosa che le mie magliette stanno meglio a te che a me non mi va proprio a genio- rise facendomi il solletico.
Io mi misi su lui e gli diedi un bacio.

-stasera parti?-chiesi accarezzandogli il petto.
-si. Torno mercoledì mattina-
Spalancai la bocca.

-stai fuori tre giorni?-
-diciamo due- mi accarezzò la pancia sotto la maglietta e poi la schiena.
La tirò su leggermente mentre continuava a baciarmi.

-non puoi proprio venire?- chiese sfilandomi la maglietta.
-no amò. Ho il compito di fisica dopodomani. Se lo salto mi ammazza lo sai- mi abbassai a baciargli il collo.

Lui mugolò sentendo le mie labbra sul suo collo.
-Cris- si lamentò stringendomi le cosce.
Mi staccai e gli sorrisi.

Gli stampai un bacio e mi alzai dal suo corpo.
Ripresi la maglietta e la infilai risalendo le scale verso la mia stanza.
-non puoi lasciarmi così- urlò dal piano di sotto.

Risi e mi buttai sul letto aspettando che salisse.
Eccolo che apparve sulla porta con uno sguardo divertito.
Si stese accanto a me e ci poggiammo entrambi su un fianco per guardarci negli occhi.

Osservai ogni singolo cm del suo viso per poi accarezzarlo.
Continuavamo a guardarci rimanendo in silenzio.

Mi resi conto per la milionesima volta che quando guardavo Luca mi sembrava di essere la ragazza più fortunata del mondo.

Averlo accanto era la cosa più bella che potesse capitarmi.

Luca era quel raggio di sole che aveva calmato la pioggia che da tempo era dentro di me.
Litigavamo si. E qualche volta avrei voluto prenderlo di testa contro il muro ma lo amavo davvero.

Amavo il suo sorriso. I suoi baci caldi e le braccia che mi stringevano a se.

Amavo i suoi occhi in cui ci avevo lasciato l'anima e amavo il modo in cui mi sfotteva.

Amavo la sua gelosia,i gesti dolci e improvvisi.
Amavo il suono della sua voce e il modo in cui parlava.

Amavo come apriva piano gli occhi appena sveglio e come si arrotolava nelle coperte la notte.

Amavo il modo in cui mi guardava;come se fossi ciò che di più prezioso esistesse al mondo.

Amavo lui e basta.
Amavo averlo nella mia vita e sapere che era solo roba mia.

-ti amo- sussurrò facendo combaciare le sue labbra con le mie.
-ti amo- sorrisi.




*





-mi mancherai- mi diede un bacio sulla testa e mi strinse a se.
-anche tu-sussurrò poi.

Chiusi gli occhi poggiando la testa sul suo petto.
Mi allontani leggermente facendo scontrare i nostri sguardi.

-amore ma piangi?- sorrise e asciugò la mia guancia col pollice.
Non mi ero nemmeno accorta di star piangendo.

Mi diede un bacio veloce e mi accarezzò il viso.
-torno tra tre giorni. Stai tranquilla.
Mercoledì vengo a prenderti da scuola- annuì e lo riabbracciai.

10 minuti dopo arrivò il suo treno.
Gli diedi un ultimo bacio e poi salì.
Lo salutai l'ultima volta per poi vederlo sfrecciare via nel vagone.

Quando arrivai a casa tornai in camera mia e aprì la finestra sedendomi sul cornicione.
Stranamente oggi non faceva troppo freddo ma comunque avevo addosso la felpa che Luca aveva lasciato qui.

Guardai il cielo nero pieno di stelle e mi ritornò in mente la sera di due settimane prima a Milano.

La sera in cui c'eravamo detti "ti amo" per la prima volta.

Ripensai a quelle sensazioni.
Alle labbra che tremavano mentre pronunciavo quelle due parole che in realtà non si possono definire solo parole.

Ai nostri cuori incastrati l'uno nell'altro e gli sguardi che bruciavano di emozioni.

Alle mani strette tra loro e le anime che si sfioravano.

Mi vennero in mente i suoi occhi scuri e profondi.
Il suo sorriso adorabile.
Ogni singolo suo bacio che era sempre indimenticabile.

Ripensai alla sera prima che avevamo trascorso a casa a vedere un film e a mangiare pizza e merendine.

Alla notte passata insieme...abbracciati a parlare fino alle 5 del mattino.

Quando guardando l'alba mi ha detto che per la prima volta aveva trovato qualcosa di più bello di quel magico momento...cioè io.

Sentirmi dire che sono più bella dell'alba è forse stata la cosa più bella che avesse potuto dirmi.

Come se l'avessi evocato il mio telefono si illuminò mostrando un suo messaggio.

Amore❤️🐻:
Hey

Amore❤️🐻:
Ti stavo pensando

Amore❤️🐻:
Come ogni secondo da quando ci siamo salutati

Amore❤️🐻:
Come stai amò?

Sorrisi pensando a quanto fosse adorabile.
Questo suo essere Figo forte e macho per poi essere così dolce all'improvviso.

Luca era un insieme di controsensi che combaciavano perfettamente tra di loro.

Entrai nella chat e poi lo chiamai.
Dopo due squilli rispose.
-pronto?-
-hey- risposi io.

-amore- sbadigliò
-come stai? Stanco?- chiesi passandomi una mano fra i capelli.
-abbastanza. Tu?-
-normale-

Rimanemmo qualche secondo zitti.
-mi manchi Luca- sussurrai poi.
-anche tu Cris- rispose e ero sicura stesse sorridendo.

-sono distrutto amore. Ci sentiamo domani va bene?-
-certo. Buonanotte-
-buonanotte Cris-

-Luca- dissi prima che attaccasse.
Lui rimase in silenzio aspettando che parlassi.

-ti amo- dissi poi sorridendo anche se non poteva vedermi.
-ti amo anche io Cris. Tantissimo-

Ci salutammo di nuovo e attaccai.
Chiusi la finestra e mi buttai sul letto addormentandomi subito sommersa dai pensieri.

Siamo come gas e fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora