c.58

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-vuoi una mano a sparecchiare?- domandai alzandomi dal tavolo.
-grazie bella- Rosy mi sorrise prendendo i piatti.

Presi le altre cose e la seguì in cucina.
Dopo aver poggiato le cose sporche sul lavello Rosy si avvicinò alla porta della cucina e guardò fuori come per controllare se ci fosse qualcuno.

La guardai curiosa non capendo cosa stesse facendo.
-ora che Luca sta sul balcone posso parlare- sorrise venendomi in contro.
-dimmi- risi divertita.

-sono davvero contenta che abbiate chiarito Cris.
Era così distante questi mesi.
Non sopportavo più di vederlo così sai- mi sorrise dolcemente.
-si capisco ho vissuto la stessa situazione-

-non stava mai a casa.
Voglio dire sta sempre fuori comunque ma almeno la notte o la mattina presto tornava qualche ora,invece da quando vi eravate lasciati spariva per 1 settimana.
E poi quando tornava era ridotto malissimo.
I suoi occhi erano costantemente rossi.
Tornava ubriaco e diceva che era venuto a cercarti- mi morsi il labbro cercando di trattenere le lacrime che sentivo arrivare ai miei occhi.

-una volta ho sentito che urlava da giù e l'ho trovato seduto per terra contro il portone che parlava di te.
Ti chiedeva scusa e diceva che gli dispiaceva tanto.
Diceva che gli mancavi e che ti aveva persa...che avrebbe dato tutto per averti di nuovo-

-lui ti ama davvero Cris.
Davvero.
Da quando stava con te a quando vi siete lasciati il cambiamento era incredibile- sussurrò le ultime parole con gli occhi che sorridevano.

-lo so Rosy. Lo amo anche io credimi-
-mi dispiace per quello che ha fatto.
Spero solo che ora le cose possano tornare come prima- mi diede un bacio sulla guancia sorridendomi.

Rimasi ferma con un ebete con un sorriso stampato in faccio.

Rosy Si mise a lavare i piatti e le chiesi se aveva bisogno di aiuto.
Rispose di non preoccuparsi così mi diressi sul balcone dove Luca stava fumando.

Mi poggiai allo stipite della finestra in salone osservando Luca illuminato dalle luci calde del pomeriggio.

Il sole gli faceva brillare i capelli scuri e la luce dei raggi si mischiava al fumo che usciva dalle sue labbra.
Chiuse dolcemente gli occhi mentre una piccola ventata d'aria gli accarezzò il viso.

Era bello.
Ma bello da diventare pazzi.

Mi avvicinai lentamente a lui e poggiai le mani sui suoi occhi.
-chi sono?- sussurrai sporgendomi verso il suo orecchio.

-Emily Ratajkowski- rise lui.
Alzai gli occhi al cielo e spostai le mani dai suoi occhi per poi guardarlo male.

-ci eri vicino- risi.
-peccato non mi sarebbe dispiaciuto stare con lei- ridacchiò poggiando le mani sui miei fianchi per attirarmi a se.

-e che stai aspettando allora.
Vai da Emily vai- dissi facendo la finta arrabbiata.

Scosse la testa divertito e mi diedi un bacio sul collo.
-preferisco te a Emily- sussurrò lasciandomi dei piccoli baci sulla mandibola.

Ridacchiai e presi il suo viso tra le mani per poi stampare un bacio sulle sue labbra.
Buttò la sigaretta dal balcone e mi guardò negli occhi.

Sorrisi e lo abbracciai poggiando la testa sul suo petto.
Mi lasciai cullare dal suono del suo battito mentre le sue dita accarezzavano i miei capelli.

-raccontami qualcosa- sussurrai alzando il viso per guardarlo.
Poggiò un dito sulle mie labbra accarezzandole.

-sei bellissima- rispose lui sorridendo.
-qualcosa che riguarda te- risi poggiando una mano sulla sua nuca.

-tu riguardi me-
Mi avvicinai al suo viso facendo combaciare le nostre labbra.

-una volta da piccolo mangiai una monetina- sorrise appena ci staccammo.
Scoppiai a ridere e lui anche.

-davvero?- chiesi tra le risate.
-giuro amò-
-ma perché?-
-ma che ne so- rise lui.
-eri stupido pure da piccolo- continuai ridendo.

-una volta all'asilo tagliai i capelli a una bambina perchè non mi aveva fatto giocare a mamma e figlia con lei-
-non ci credo- rise lui sconvolto.
-ma tanto ricrescono- risi.
-ma che vuol dire- scoppiò a ridere lui buttando la testa all'indietro.

-spero che nostra figlia non vada in giro a tagliare capelli alle altre bambine per giocare con loro- rise scostando una ciocca di capelli dal mio viso.

-e che nostro figlio non mangi monetine-
Scoppiammo a ridere entrambi.

I due bambini eravamo noi.

-ti amo troppo- sorrisi prendendo il suo viso tra le mani unendo le mie labbra alle sue in un lungo bacio a stampo.

-non immagini io- rispose lui ripoggiando le sue labbra sulle mie.

Due bambini che si amavano alla follia.

Siamo come gas e fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora