c.33

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Mi strinsi nel giubbotto sentendo il gelo di dicembre trapassarmi i vestiti.
Feci una piccola corsetta dal mio vialetto fino alla macchina di Elia cercando di prendere meno pioggia possibile.

-ciao Kanaglia- sorrisi appena entrata e schioccai un bacio sulla guancia di Elia.
-tutto bene? Luca mi ha raccontato la pazzia di Natale- scosse la testa divertito e poggiò una mano sulla mia gamba.

Sorrisi ripensando alla sera del 24 e al piccolo cane che avevo appena lasciato a casa.

-si è stato assurdo- raccontai a Elia tutto quello che era successo e lui mi raccontò le sue vacanze.

Il tempo passò in fretta e senza accorgercene eravamo arrivati al locale dove avremmo trascorso la fine dell'anno.

Entrammo e finalmente il gelo venne sostituito dal calore propagato nella stanza.

Era una sala su una specie di terrazza chiusa e c'era già un po' di gente che ballava.

Sentì due mani stringermi i fianchi e mi girai scontrando i miei occhi con quelli di Luca.
Gli diedi un bacio e sorrisi.

Era bellissimo.
Come sempre d'altronde.

Indossava un paio di jeans neri soliti e poi un bellissimo maglione nero a collo lungo.
E i suoi soliti occhiali.

-sei stupendo- sorrisi sulle sue labbra.
-te non te lo dico nemmeno- risi e lui mi baciò di nuovo.

-che palle voi due!- la voce di Sara mi distrasse da Luca e mi girai per correrle in contro e stringerla forte.
-ti amo!- urlai nel suo orecchio e lei rise baciandomi la guancia.

Arrivati gli altri andammo tutti a ballare e a bere qualcosa.
Sarebbe stata una bella serata.






Ero uscita fuori a fumare una sigaretta e aspettavo Luca che mi avrebbe raggiunto dopo essere andato in bagno.
Sulla terrazza scoperta c'era altra gente e mi guardai intorno quando all'improvviso i miei occhi finirono in quelli di Davide.

Sorrise spontaneamente e si avvicinò a me.
Mi diede due baci sulla guancia e mi salutò.

-come stai? Come stanno andando le vacanze?- chiesi scrollando la cenere dalla sigaretta.
-benissimo tu? Sei bellissima- mi sorrise e prima che potessi aprire bocca una voce mi interruppe.

-hey Ken!- mi girai e Luca era dietro di me che guardava Davide in cagnesco.

-la prossima volta che vuoi chiedere alla mia ragazza di uscire vieni prima da me va bene?- Luca era nero dalla rabbia.
Sapevo che sarebbe arrivato questo momento ma speravo il più tardi possibile.

Davide rise senza umorismo e lo guardò altrettanto nervosamente.

-se restavi a Milano sarebbe stato meglio D'Orso. Magari sta volta sarei riuscito a portarla fuori veramente- guardai Davide furiosa ma lui continuava a guardare Luca stuzzicandolo.

-sei morto- sibilò a denti stretti prima di dirigersi verso di lui furiosamente.
Gli tirò un cazzotto e io lanciai un urlo dallo spavento.

Prima che potesse fare altro mi intromisi tra i due cercando di tirare via Luca con scarsi risultati.

Sentì due mani tirarmi via e poi vidi Gionata che divideva Luca e Davide mentre Elia mi aveva tirata indietro per evitare che le prendessi anche io.

-coglione!- urlò Luca a Davide dimenandosi tra le braccia di Gionata.
-sto stronzo- sussurrò pulendosi il naso dal sangue.

Mi avvicinai e lo guardai arrabbiata.
-ma che cazzo hai fatto Luca?-
Lui mi guardò sconvolto chiudendo gli occhi in due fessure.

-Guarda Cris non ti rispondo neanche.
Ti dico solo che è stato fortunato per come è andata- mi sorpassò seguito da Elia e tornarono dentro.

Gionata mi circondò le spalle con un braccio per tranquillizzarmi e mentre ci dirigevamo dentro  girai la testa e vidi Davide da lontano che mi osservava mentre teneva premuto sul naso un pezzo di carta.

Rigirai lo sguardo e rientrai a cercare Luca.





-non dovevi reagire così- poggiai il fazzoletto bagnato sulla sua narice assicurandomi che il sangue avesse smesso di uscire.
Lui alzò gli occhi al cielo e strinse i pugni sbuffando.

-è un coglione- sussurrò per l'ennesima volta.
Nonostante la situazione drammatica sorrisi scuotendo il capo.

Lui mi guardò interrogativo ma poi sorrise mentre gli pulivo il sangue sulle labbra.
-sei un casinista- dissi divertita.

Lui mi spinse leggermente e poi mi riavvicinai buttando la carta nella spazzatura.
-sono le 11:50. Mancano dieci minuti alla mezzanotte.

Che dici possiamo andare o hai intenzione di picchiare qualcun'altro?- lo presi in giro e lui alzò gli occhi al cielo sorpassandomi e andando nell'altra stanza.
Risi e lo seguì.






10 secondi.
10 secondi alla fine di questo anno che aveva scombussolato la mia vita.

10,9,8 ripensai a Francesco. All'anno che avevo passato completamente chiusa in me stessa fuori dal mondo. Persa nel dolore di una delle perdite peggiori della mia vita.
Eppure per quanto male avessi provato non l'avrei mai dimenticato.
Nel mio cuore ci sarebbe sempre stato uno spazio per lui e per ciò che eravamo stati.
I ricordi forse sarebbero svaniti nel tempo,ma lui l'avrei sempre portato con me.

7,6 ripensai ai miei amici. Guardai Sara che si stringeva a Gionata e Elia con Giulia.
Ripensai alle mille volte che ci erano stati e mi avevano sostenuta.
Gli unici che quando crollavo si rimettevano li a ricostruire tutto pezzo per pezzo standomi accanto sempre.
Ripensai ai mille momenti passati insieme tra lacrime e risate e sperai che questa amicizia non finisse mai.

5,4 ripensai alla mia famiglia. Ai miei splendidi genitori che mi davano l'anima.
A mio fratello. Che per quanto fosse lontano occupava il pezzo più grande del mio cuore.

3,2 pensai a me. A quanto fossi stata forte e allo stesso tempo fragile e vulnerabile.
A quanto stessi crescendo. Ripensai ai miei sogni e alle mie ambizioni e mi augurai da sola di vivere la vita che avevo sempre sognato.
Di essere libera e di vivere tutto al massimo livello senza avere paura.
Ripensai a tutti i cambiamenti che erano avvenuti nella mia vita eppure ero sempre riuscita ad essere me stessa.

1 guardai il ragazzo accanto a me.
Che mi stringeva i fianchi mentre osservava quell'orologio con gli occhi luccicanti.
Guardai ogni tratto del suo viso e iniziarono a scorrermi in mente tutti i nostri ricordi insieme.

Ripensai al primo giorno che ci conoscemmo. Quando mi sembrava solo un montato come tutti. Ripensai alla giornata a casa a studiare,o quando venne a trovarmi all'1 di notte,quando si prese mezzo temporale solo per chiedermi di stare insieme o quando pochi giorni prima aveva realizzato uno dei miei più grandi desideri.

Ripensai alla notte in cui andai a prenderlo in caserma e alla tremenda paura che ebbi all'idea di perderlo o di vederlo stare male.
Ripensai alla mattina in cui mi svegliavo con il suo sguardo dolece davanti,quando gli accarezzavo il viso.

Ripensai alle mille emozioni che era Capace di scatenare dentro di me. Ripensai a ogni singolo bacio e a ogni singolo tocco.
A ogni singola lacrima e a ogni singola sensazione.

Ripensai a quanto fossi innamorata di lui.
A quanto in 3 mesi avesse capovolto la mia vita da così a così.
A quanto in così poco tempo fosse diventato indispensabile per me.
Lo guardai negli occhi e le solite farfalle mi solleticarono lo stomaco mentre mi rivolgeva uno dei suoi sguardi più dolci.

0

-ti amo Luca-
-ti amo Cris-

Le nostre labbra combaciarono nel perfetto istante in cui i fuochi d'artificio iniziarono a colorare il cielo.

Mi staccai dalle sue morbide labbra e lo riguardai negli occhi.
Mi accarezzò il viso e vidi le sue pupille brillare e le labbra schiudersi in un dolce sorriso.

-non andare mai via- sussurrò al mio orecchio stringendomi a se.

Chiusi le braccia intorno al suo collo e pensai che neanche se fosse finito il mondo l'avrei lasciato,perché lui era tutto ciò di cui avevo bisogno.

Siamo come gas e fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora