1.Vai a vivere da William?

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In una città come Boston, ogni giorno s'incontrano delle persone che magari si conoscono o magari no, che sono semplici conoscenti o costanti nella nostra vita. Una cosa però è certa: una costante può diventare sconosciuto, come un perfetto estraneo si potrebbe trasformare in una costante.
Solitamente sono le costanti che diventano incognite e raramente capita l'opposto. Almeno nella mia vita di ventunenne capita questo. Certo, non posso affermare con certezza che su tutto il pianeta questa triste regola valga, ma potrei provarci.
La cosa peggiore è quando una costante viene improvvisamente cancellata e lascia un enorme vuoto, come in una formula incompleta. E non è stata la persona ad essersene voluta andare, ma qualcos'altro ha deciso per lei. In quei momenti capisci che nulla è certo nella vita dell'uomo e la sola sicurezza che rimane sono i numeri, freddi e inespressivi se estrapolati dal contesto in cui sono nati, pieni di significato e colore se si trovano a casa.
È così che l'anima di chi è rimasto senza costanti si raffredda, cadendo in un eterno dicembre. Un dicembre che non finirà mai perché nessuna costante sarà mai uguale a quella che ha lasciato il vuoto. Lentamente ci si fa l'abitudine e, delusione dopo delusione, il cuore fa tesoro dell'esperienza, isolandosi nel suo perenne dicembre.
Ecco, tutto questo è successo a me, Antonia Ross, ventunenne che passa la maggior parte del proprio tempo sui libri di università per poter diventare un ingegnere informatico. Quel poco tempo che mi resta libero lo passo al lavoro o a smontare computer e creare programmi.
《Anto, sei in casa?》la voce della mia coinquilina e migliore amica, Sabrina Gomez , mi fa alzare lo sguardo dal libro di Matematica Avanzata. 《Ciao stupenda...》entra nella mia stanza e si avvicina a me per lasciare un bacio sulla mia guancia 《Come va?》
《Allora è deciso? Vai a vivere da William?》guardo la dolce ragazza dai capelli rossi, gli occhi azzurri, le maniere semplici ma molto fini.
《Le cose si sono fatte serie tra noi e vogliamo passare più tempo possibile assieme. Sai com'è ...》sulle sue labbra si dipinge un sorriso forzato 《In fondo prima di me, in quest'appartamento, c'era qualcun altro.》mi ricorda dolcemente, portandosi una ciocca rossa dietro l'orecchio e puntando i suoi occhi azzurri contro i miei ambrati.
《So com'è.》mi alzo dalla mia comoda sedia e mi dirigo in cucina.
《Antonia, potresti cercare un altro appartamento. In fondo hai un lavoro e penso che tua madre possa darti una mano nel caso in cui..》la interrompo con un veloce gesto della mano mentre preparo l'acqua per il the. Lei si sistema la maglietta bordeaux e la gonna nera mentre io riprendo a parlare.
《Sabrina, non voglio far preoccupare mia madre e poi sai come la penso sull'argomento. Ne discutiamo da settimane ormai.》le faccio presente scegliendo una bustina di the alla menta 《Ne vuoi una tazza anche tu?》
《Sì, grazie.》si siede su uno degli sgabelli della cucina mentre io metto due tazze sul bancone 《Dovresti andare a tagliarti i capelli.》afferma improvvisamente mentre io verso l'acqua bollente nelle tazze.
《Tu credi?》prendo una mia ciocca castana tra le dita e la osservo 《In effetti ho le doppie punte.》mormoro 《A lavoro continuerai a venire?》
《Certo che sì. Ci vedremo ogni sera e le nostre uscite rimarranno sempre le stesse.》un sorriso si dipinge sulle sue labbra rosee 《Non cambierà nulla, promesso.》
《Sai che odio le promesse.》prendo le zollette di zucchero e le metto davanti a noi 《Comunque sono davvero felice per te e Will. Quel ragazzo è pazzo di te, Sab.》le sorrido.
《Pazzo del mio metro e sessantacinque vorrai dire.》sorride 《Pensa che io sia tenerissima così bassa.》
《Ai ragazzi alti piace che la loro ragazza sia un po' più bassa di loro. Non ho mai capito il perché ma sembra quasi un assioma.》bevo un sorso del mio the.
《Beh, anche a te piace che io sia cinque centimetri più bassa di te.》
《Certo, così non puoi rubarmi i vestiti come facevi quando eravamo alte uguali.》mormoro ricordando i momenti in cui ero un po' più felice e decisamente più ingenua di adesso.
《Ci vediamo a lavoro questa sera al Blanco, d'accordo?》dopo aver finito il nostro the e aver chiacchierato un altro po', ci salutiamo.
《A stasera Sabrina. Salutami William!》la accompagno alla porta di quello che fino a qualche giorno fa è stato il nostro appartamento e che d'ora in poi sarà solo mio, di nuovo.
Il mio appartamento è abbastanza spazioso per ospitare due persone, infatti ha due camere da letto, un bagno, una cucina ed un salotto. L'arredamento è semplice perché, in fondo, le cose pratiche sono sempre semplici. Il salotto è reso spazioso e luminoso dalle pareti grigie e bianche che sono abbinate ai mobili e soprattutto al comodo divano. Le camere da letto sono semplici ed essenziali, con un letto, un armadio, una scrivania, il comodino e varie mensole per i libri. Il bagno e la cucina sono un normale bagno ed una normale cucina, l'uno in tonalità di blu e azzurro e l'altra di colore beige.
Decido di tornare in camera, chiudere i libri e prepararmi la cena, visto che sono le sette e alle otto comincia il mio turno al Blanco.
Mentre butto un pezzo di petto di pollo in padella e preparo del purè di patate, decido di chiamare mia madre per sentire come sta.
《Ciao mamma. Come stai?》metto il viva-voce.
《Ciao tesoro mio.》riesco a sentire il suo sorriso 《Stavo preparando la cena. Tu invece? Come vanno le cose all'università?》
《Anch'io preparo la cena. All'università è tutto a posto. Hanno cominciato a spiegare e a proporci vari progetti.》giro il petto di pollo per farlo cuocere da entrambe le parti 《Mamma, Sabrina va a convivere con William.》
La donna sospira, capendo esattamente cosa provo in questo momento. 《Se non fossi a due ore di distanza da Boston, ti direi di tornare a casa.》
《Starò bene mamma, tranquilla. Ho già vissuto una situazione del genere.》cerco di rassicurarla, anche se neppure io credo molto alle mie stesse parole.
《Potresti cercarti un altro appartamento.》propone con voce incerta, spaventata della possibile reazione che potrei avere.
《Abbiamo già avuto questa discussione quando sono tornata a casa.》spengo i fornelli 《Non voglio lasciare questo appartamento.》
《Ma quella casa ti fa star male. Se sei sola, quell'appartamento ti opprime.》
《Devo andare. Ti chiamo domani. Notte mamma.》stacco la chiamata mettendo la cena nel piatto.
Dopo aver cenato mi faccio una doccia, mi vesto con un jeans nero, una maglietta bianca, un paio di Adidas ai piedi ed una giacca di pelle.
Mi assicuro di spegnere tutte le luci in casa, esco, chiudo la porta a chiave e scendo in strada, cominciando la mia solita camminata verso il Blanco, visto che il locale dista solo un isolato da casa.
Quando metto piede nel locale, la musica a palla e l'odore di fumo mi investe.
Hola Antonia. Il bancone è tutto tuo!》il mio capo mi dà il cinque 《Sabrina?》
Hola Jorge. Sabrina arriva. Sostituiscila tu per cinque minuti.》mi metto dietro al bancone, preparando lo shaker.
《D'accordo chica, ti lascio con i clienti.》mi fa l'occhiolino. Cominci un'altra serata di lavoro.

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Ciao a tutti! Rieccomi su Wattpad con una nuova storia tutta per voi.
È un nuovo viaggio con dei nuovi protagonisti che non aspettano altro che farvi scoprire la loro storia!
Spero che mi seguirete in questa nuova avventura chiamata Summer in December e mi auguro che questo primo capitolo vi sia piaciuto.
Vi avviso già da ora che non ci saranno aggiornamenti regolari e vi chiedo pazienza.
Vi voglio bene! ❤

Summer in DecemberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora