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"Non lo hai portato il tuo nuovo ragazzo? Di solito interrogavamo sempre i sospettati insieme io e te, ora le regole sono cambiate?" chiese, cercando di sollevare le mani ma non riuscendoci del tutto dato che lo avevano ammanettato al tavolo. Jongin era tremendamente sfacciato, lo era stato sempre, in qualunque discussione era sempre stato in grado di uscirsene a modo suo, come un gatto che atterra sulle quattro zampe.

Baekhyun lo ignorò. "Sei accusato di molteplici reati tra cui un duplice tentato omicidio e associazione a delinquere."

"Sei stato in ospedale per un bel po'? Dovresti ringraziarmi, ti ho risparmiato la vita." sorrise e indicò le fasciature che si intravedevano sulla sua spalla. "E l'altro omicidio? Quello di Sehun? Mi dispiace di non avergli sparato, è la cosa di cui mi pento di più in questo momento, lo sai?"

Gli passò un modulo e una penna. "Firma."

"Che cos'è?" sollevò lo sguardo e afferrò a fatica la penna. "Un tempo eri più professionale, ora ti fai prendere così tanto dalle emozioni?"

Sospirò e cercò di mantenere la calma, poi parlò piano - era consapevole del fatto che Jongin sapeva di cosa si trattasse, e sapeva che stava solo cercando di farlo innervosire, era l'unica cosa che gli riusciva. "È il modulo per rinunciare ai tuoi diritti."

"E se non volessi?" chiese, inarcando un sopracciglio.

Baekhyun gli lanciò contro uno sguardo privo di emozioni, per fargli capire che non avrebbe ceduto. "Non ho intenzione di contrattare con te, dovrai marcire in carcere per tutti gli anni che ti spettano, nessun accordo o patteggiamento, che sia chiaro. Ma vorrei parlare, se ti va."

Ridacchiò e mise la penna sul foglio. "Non mi sembra un accordo molto equo, ma firmo. Anche io voglio parlare con te."

"Raccontami tutto quello che non mi hai mai detto." lo guardò e poggiò i gomiti sul tavolo. "È l'unica cosa che voglio sapere."

Jongin si inumidì le labbra, continuava a muovere il piede destro su e giù in segno di agitazione e sembrava anche stesse tremando leggermente. "Non so se ci credi, ma preferirei morire che trovarmi in questa situazione. Dopo tutto quello che ho fatto, tutto quello che ho passato, ogni cosa... ho capito. E mi pento di ogni singolo atto che ho compiuto." lo guardò. "Ma non si può più tornare indietro, no? Tanto vale fare la parte del duro." domandò in modo retorico, si sistemò sulla sedia e cominciò a fissare la parete, prese a parlare qualche minuto dopo. "Non ho avuto una bella infanzia, non era come quella che ti raccontavo. Mio padre non faceva che bere e mia madre... non l'ho mai conosciuta. Avevo una sorella ma è morta di overdose a sedici anni. Io ne avevo un paio in meno di lei all'epoca ed ero rimasto solo." dopo una pausa che parve infinita ad entrambi, ricominciò a parlare. "Ho pensato che non mi andava più di farmi picchiare ogni giorno da mio padre e che non mi andava di stare ai suoi servizi, a sedici anni sono scappato anche io. Lui non mi ha mai cercato, non ho idea di che fine abbia fatto. Pensavo al fatto che mia sorella avesse ragione, che drogarsi era davvero la soluzione e che bastava davvero poco per guadagnarsi la roba. Potevo vivere di quello, non mi importava di niente." sorrise e lo guardò. "Sono stato un coglione, mi sarei potuto far aiutare da te eppure ho preferito -."

"Non c'entro io, continua a parlare." rispose di colpo. 

Jongin sospirò e chiuse gli occhi. "Ho cominciato a lavorare per quest'uomo, non era molto, lui mi faceva entrare nei locali e io dovevo rubare il più possibile. All'inizio è stato difficile, ma poi sono migliorato, riuscivo a ingannare le persone ubriache e a infilarmi nelle loro stanze, il mio compito era quello di prendergli qualsiasi cosa. Credevo che fosse quello e nient'altro, credevo che sarei stato costretto a farlo per il resto della mia vita ma non mi importava e sai perché?" chiese. "Perché se a fine serata avevo la mia roba sarei stato bene. Ho dormito in un edificio abbandonato insieme a dei tossici per... tutta la mia adolescenza. Ne ho visti morire a decine e credevo che prima o poi sarebbe toccato a me, pensavo che anche io sarei potuto drogarmi un po' di più del solito e avrei potuto aspettare, e tutti i miei problemi si sarebbero risolti. Ma io ho paura di morire, lo sai." recuperò fiato. "Te lo dicevo sempre, no?" chiese, Baekhyun non rispose. "Poi, come quello che ti ha sicuramente raccontato Naesun, sono stato accolto da quell'uomo e successivamente ho conosciuto Sijoon. L'ho odiato, mi picchiava come faceva mio padre, con le ragazze non lo faceva così frequentemente. Non era completamente malato, picchiava anche le ragazze a volte ma non le ha mai toccate in altri sensi, capisci? Però ha aiutato tutti a disintossicarsi, e tutti dobbiamo stare alle sue regole ora. Chi prova a fare qualcosa che vada contro di lui è morto."

"Quindi non potevi rischiare di farti uccidere." gli fece notare Baekhyun. "E hai finto di essere un'agente di polizia."

Sorrise e scosse la testa. "Siete tutti degli stronzi. Sono riuscito a farmi assumere io, io, che non ero neanche un bravo poliziotto. E tu mi assecondavi sempre, perché? Perché ero un novellino? Perché credevi che avrei imparato col tempo? Perché volevi andare a letto con me?" domandò, Baekhyun non disse niente. "Immaginavo."

"Io... ho visto del buono in te, e non avrei dovuto."

"Scusa se ti ho spezzato il cuore ma cosa potevo farci?" chiese, come se niente fosse. "Ora  è troppo tardi per dire che mi dispiace, anche se lo facessi non cambierebbe niente."

"Devi dirmi dove si trova Sijoon." lo avvisò. "Devi dirmi tutto quello che sai per impedire che qualcun altro faccia la tua stessa fine."

"Non sono obbligato a farlo." sorrise. "E non lo farò, per me possono anche morire tutti, al diavolo. Arrestami."

"Hai aiutato Naesun perché non volevi che finisse per morire come tua sorella, vero? Volevi aiutarla e l'hai portata in quella casa perché sapevi che sarebbe stata salvata, hai fatto un gesto davvero nobile."

"Tu non sai un cazzo di me." rispose acido, poi si ricompose. "Sono stato io il primo ad essere interrogato, perché?" sorrise. "Non vedevi l'ora di vedermi? È carino da parte tua, quante volte al giorno mi pensi?" chiese. "Ogni quanto tempo pensi che vorresti tornare a due anni fa? Ti manco? Aspetta, ne ho una migliore, ti ricordi la faccia che hai fatto quando ti ho sparato? Non te lo aspettavi proprio, sei rimasto fermo come un povero coglione, credevi davvero che avessi paura di farlo? Solo perché quello in torto sono io, ciò non significa che mi inginocchierò per te."

Baekhyun si alzò di colpo dalla sedia e si avvicinò a lui, poi gli portò una mano alla gola e gliela strinse. "Ma che -." cercò di domandare Chanyeol, incredulo, Luhan lo zittì.

"Lascialo fare."

Jongin boccheggiava e riusciva a malapena a respirare. "Chiudi quella cazzo di bocca." gli mormorò Baekhyun. "E ascoltami, va bene? Marcirai in prigione per tutto il resto della tua vita e prima o poi mi dimenticherò della tua esistenza, così come tutti quelli che ti hanno conosciuto. Fai il cazzo che ti pare, ma se non mi dai quelle informazioni e se non la smetti di provocarmi ti farò vedere di cosa sono capace, hai capito?" lasciò la presa e Jongin cominciò a tossire.

Dopo aver ripreso fiato, parlò. "Credi davvero di essere migliore di me? Ti sei abbassato al mio livello proprio ora."

"No, Jongin, ti sbagli."

"Non mi chiamo così. Quante volte te lo devo ripetere?" 

Si alzò e si avviò verso la porta, poi uscì di colpo. Anche Chanyeol si alzò e corse via per andare da lui, Luhan e Sehun rimasero fermi e spiazzati, a osservare Jongin dallo schermo del computer. "Baekhyun." disse ad alta voce il ragazzo, avvicinandosi al suo capo.

Si tolse la pistola dalla cintura e gliela consegnò. "Ti prego, dammi la forza di non rientrare nella stanza e spaccargli la faccia."

"Sai che non risolverebbe niente, anche se sarebbe parecchio soddisfacente, lo ammetto. È un tale stronzo." disse, lo guardò dall'alto verso il basso e cercò di trasmettergli un po' di sicurezza. "Vuoi che ti accompagni e che la finiamo con questa storia?"

"No, ho cominciato da solo e devo finire da solo." lo rassicurò, forzò un sorriso e guardò la porta della stanza. "Abbiamo gli altri interrogatori da finire. Velocizziamoci, chiedi alla seconda squadra di aiutarci, fai interrogare gli altri a Sehun e Luhan, dopo che avrò finito io e te penseremo alle altre persone."

"Va bene, ho capito." disse, guardandolo e restando in silenzio per qualche secondo. "Senti, ma hai mangiato a pranzo?"

Baekhyun rise e annuì. "Non ti preoccupare, sto bene." portò la mano sulla maniglia e lo guardò. "Lo farò parlare, non ho più voglia di girare intorno alla questione, vedrai. Mettiamo un punto a tutto questo adesso."

lost together - chanbaekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora