Più che "Amici"

Capitolo 9

*Ludovica*
«Smettila di ridere! Avevo 9 anni!» ride Jefeo imbarazzato.
«Cioè tu hai scritto una canzone per una ragazza che ti piaceva che diceva "sei davvero buona, quasi come la coca cola". Oddio sto morendo». Ludovica è piegata in due davanti a Jefeo, che ride come una pazza.
«Lo so ok?! È la cosa più imbarazzante che io abbia mai fatto, non infierire». Anche lui ha le lacrime agli occhi da quanto sta ridendo.
«Beh ti consiglio di impegnarti un po' di più, per le tue conquiste future» scherza lei.
«Non ti preoccupare. Se dovessi scrivere ora una canzone per una ragazza, sarebbe già innamorata persa di me». Lui le lancia uno sguardo intenso, quasi come di sfida.
«Modesto il signorino» dice lei.
«Vedrai» sussurra quasi lui.
Nella sala relax sono rimasti solo loro. Sono le 19:30 e tutti gli altri ragazzi a quest'ora saranno in hotel a fare la doccia o a riposarsi nelle loro stanze.
«Jefe che facciamo, andiamo? Si sta facendo tardi e stasera non vorrei andare a dormire presto, sono troppo stanca!».
«Va bene bella addormentata» scherza lui scendendo dal divanetto.
«Mi cambio e arrivo» dice lui.
«Va bene, proverò a non farti aspettare troppo. Sono lentissima a vestitini».
«Vabbè ti aspetterò giusto perché sei tu» le sorride.
Così entrano nelle due porte opposte della sala relax per togliersi la divisa della scuola.
È davvero dolce... non perde occasione per farmi dei complimenti. Mi fa ridere in continuazione, è troppo simpatico. Sono felice mi abbia chiesto scusa per stamattina, gli fa onore. È davvero un buon amico.
«Ludo!! Ci sei?» si sente urlare da fuori la porta.
O cazzo.
«Sisi tempo di allacciarmi le scarpe...». Falsa! Mi sono appena tolta il maglione. Vabbè mi aspetterà.

«Ma me la farai ascoltare?» chiede lei sorridendo come una bambina.
«Cosa? Il nuovo inedito non l'ho nemmeno finito di scrivere» guarda verso la strada.
«No io veramente speravo nel poter sentile "la serenata alla coca cola"» scoppia a ridere.
«Ludo giuro che se ti prendo» dice facendo qualche passo.
«Cosa? Cosa mi fai?» ride lei iniziando a correre.
Il vento che si crea correndo le scompiglia i corti boccoli azzurri. Subito dietro di lei, Jefeo prova a recuperarla. I suoi orecchini coi diamanti ballano come pazzi al movimento del ragazzo.
«Tanto non ce la fai» dice lei correndo il più possibile.
Così con un ultimo sforzo Jefeo accelera il passo e la raggiunge. Le braccio e la tira a se. Infine, dopo averla fermata, la preme contro la facciata di un negozio.
«Cos'è che non riuscirei a fare scusa?» chiede lui con ironia.
Lui la fine premuta al negozio mettendosi tra lei e la strada. I loro corpi sono molto vicini, e lui le si avvicina ancora un po'.
Che cosa sta succedendo?
«Ah e quel video l'ho ovviamente cancellato, bella» ride.
Lei si limita a fare la finta faccia offesa per poi ride «Eddai! Volevo vedere un baby Jefeo che canta» scherza.
«Vabbè ma certi video ce li ho. Forse forse ti farò guardare qualcosa». Rimangono in silenzio. Lei prende fiato, come per dire qualcosa, ma poi non dice niente. Ad un certo punto un brivido di freddo la fa muovere di colpo.
«Tu stai gelando» dice Jefeo allontanandosi un po'. Poi si gira per sfilarsi la giacca e poi per mettergliela addosso.
«Nono, Jefe, davvero sto bene».
«No, Shh, zitta. Mettiti questa è basta».
Lei prova a protestare ma lui le copre la bocca con una mano.
«Ti prego». La guarda con gli occhi da cucciolo.
«Grazie» si limita a dire lei, arrossendo.
«Dai andiamo che sennò mi congeli qua» sorride.
Lei annuisce e continuano la camminata di ritorno.
Ma come fa a non avere freddo? Adesso indossa solo una semplice felpa. Che dolce però a darmi la sua giacca

Dopo altri 10 minuti di camminata arrivano all'hotel. Entrano nella hall e vanno verso l'ascensore.
Lui l'accompagna davanti alla porta della sua stanza.
«Guarda che non devi sempre accompagnarmi. La strada ormai la so» sorride lei.
«E chi ti dice che io lo faccia solo per te?» abbassa un sopracciglio.
Aww.
«Va bene ritiro tutto» dice alzando le mani.
«Ci vediamo a cena bella». Le bacia la guancia
«A dopo» gli sorride per poi entrare nella stanza.