Capitolo 26

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*Jefeo*
Ludovica e il ragazzo si siedono al ristorante dell'hotel e prendono da mangiare. «Allora... di questa cosa sanno solo i ragazzi. Non l'ho detto nemmeno a Giordana» inizia il Jefeo.
Ludovica lo guarda con sguardo serio. Capisce che non è un tema facile per il ragazzo seduto di fronte a lei.
«Tu lo sai che in casa mia non ci sono sempre bastati i soldi... eh beh quando ero piccolo la situazione era molto peggio rispetto ad oggi. Mio padre doveva lavorare ininterrottamente. Se ne andava all'alba e tornava la sera tardi. Mia mamma provava a dirci che andava tutto bene, ma io ero piccolo, non stupido. Persino mia sorella più grande iniziò a lavorare pur di portare qualche soldo a casa. Io però ero troppo piccolo. Mi sentivo inutile, tutti facevano qualcosa tranne me. Era straziante. A casa però non dicevo niente a nessuno, per non causare altri problemi... Provavo a non litigare mai con mia sorella, aiutavo in casa, facevo tutto quello che potevo. Ma non riuscivo più ad andare avanti... Di notte sentivo mio padre tornare a casa e parlare con mia madre. Stava malissimo. Voleva poter dare di più alla famiglia, ma non poteva. E io, più sentivo le sue parole più stavo male».
Ludovica non lo interrompe. Lo lascia sfogare. Gli prende solo la mano e glie la stringe.
Questa cosa in realtà non l'avevo detta a nessuno, nemmeno ai ragazzi. Sarebbe troppo imbarazzante...
«Poco dopo poi, una ragazza si trasferì nel nostro stesso palazzo, Nadia. Aveva la mia età. La conobbi subito perché finì in classe con me. Diventammo subito amici. Passavamo giornate intere assieme e ogni giorno lei era a casa mia. Legò anche con il resto della mia famiglia, infatti anche oggi è una parte di casa Migliano. A lei dissi tutto della nostra situazione... c'era sempre per me. In quel periodo non so cosa avrei fatto senza di lei».
Mentre parla ha lo sguardo fisso sul piatto, come se in realtà fosse perso nei suoi pensieri.
«Io non piango mai, davvero. Ma per la mia famiglia ho pianto varie volte... beh ogni volta che succedeva lei mi tirava su il morale. Quando avevamo 12 anni ci siamo pure messi assieme» dice ridendo.
«Ovviamente durò poco perché ci siamo resi conto che in realtà eravamo come fratelli, ed era troppo strano. Quindi poi da un giorno all'altro siamo tornati ad essere migliori amici e tutto andava alla grande. Col tempo anche in famiglia le cose si sistemarono... io potevo iniziare a lavorare e sono andato a fare il cameriere. Facevo pena, detto sincerante» ride.
«Ma almeno portavo dei soldi a casa. Mio padre si è preso un po' una pausa e ha iniziato a lavorare ad un orario decente. Quel brutto periodo che abbiamo passato era finito, ed io ne ero uscito "sano" solo grazie a Nadia».
Si ferma per un po', e Ludovica lo guarda non capendo. Ok le devo dire tutta la verità.
«Prima che arrivasse Nadia stavo per prendere una brutta strada... ero disperato. Volevo racimolare un po' di soldi, e beh quello era l'unico modo». Lascia la mano di Ludovica e si mette le mani in faccia, quasi per coprirsi.
«Ei Fabio, tranquillo. Guarda che io non ti giudico, anzi» dice provando ad incrociare il suo sguardo. Jefeo le annuisce. Prende fiato e continua.
«Sai da dei ragazzi di strada cosa ci si può aspettare, no? Tutti mi dicevano così, ma io sapevo che non era vero. Volevo dimostrare a tutti che non era vero, eppure sono stato debole. Stavo per iniziare anche io con... con.. quella merda. Poi è arrivata Nadia che mi ha fatto aprire gli occhi. Mi ha fatto capire che non è così che si risolvono i problemi, non facendo la cosa sbagliata. Mi ha fatto capire che prima o poi, il bene ripagherà il bene. Aveva la mia età, ma era molto più matura di me. Le devo tutto, capisci? Senza di lei non so che fine avrei potuto fare...».
Lo ammetto, fa davvero male pensare a quei tempi. Pensare a che enorme cazzata stessi per fare.
Ludovica non dice niente, aspetta solo che Jefeo continui.
«Beh poi è successo qualcosa. Il giorno prima che io partissi per venire qua a fare i casting, lei mi baciò. Beh da allora mi scombussolò la mente. Non capivo più cosa volessi. Per me era una sorella, ma forse stava diventando qualcosa di più. Non capivo più niente. Quando poi tornai a casa, dopo essere entrato nella scuola, parlammo. Lei mi disse che provava ancora qualcosa per me. E io non sapevo che dirle. Non lo sapevo davvero. Cioè non sapevo cosa volessi davvero da lei. Così le dissi di aspettare». La faccia di Ludovica era chiaramente scossa. Non si immaginava questa versione della storia. Ok devo arrivare velocemente alla fine della storia, prima che Ludo possa pensare chissà che cosa.
«Beh io poco tempo fa».
«Scusate ragazzi» lo interrompe una cameriera.
«Ma si è fatto tardi e dobbiamo chiudere la sala. Mi dispiace dovervi mandare via, ma le regole sono regole» sorride.
«Certo, si figuri. Il conto lo aggiunga a quello di "Amici" per favore» risponde Jefeo.
«Ah certo che stupida scusate, non vi avevo riconosciuto. Buona serata».
I ragazzi si alzano dal tavolo e vanno verso gli ascensori.
«Andiamo in camera mia?» propone Ludovica.
«Si così se ti addormenti non ti devo riportare a letto» scherza lui. Lei gli sorride. È bello rivederla felice.

*Ludoviva*
Arrivano nella stanza al terzo piano e si siedono sul letto, in modo tale da esse l'uno di fronte all'altra.
«Stavi dicendo quindi?» chiede lei. Non ce la faccio più, devo sapere la verità. Gli piace Nadia?
«Allora... lei mi baciò dicendomi che le piacevo e io le chiesi un po' di tempo per pensarci su».
Lui che bacia qualcun'altra... mamma mi che fastidio.
«Perché sai, con le ragazze io faccio sul serio, non mi metto con una quando non sono sicuro al 100%. Sarà esagerato per alcuni, però boh io sono così» sorride. Questo ragazzo è davvero troppo onesto. Lo adoro, sempre di più. Come ho fatto a pensare tutte quelle cose brutte su di lui?
Jefeo torna serio.
«Poi qualche giorno fa ho capito cosa volevo, e l'ho chiamata».
Fabio continua ti prego.
«Le ho detto che non provavo nulla di più rispetto all'amicizia nei suoi confronti».
Oddio che sollievo. Sono troppo contenta. Jefeo si accorge della reazione di Ludovica e le sorride velocemente.
«Le dissi che però non volevo che questo cambiasse il nostro rapporto, perché lei è troppo importante per me. Beh lì per lì mi disse che ci era rimasta male, ma che mi capiva e che avrebbe fatto finta di niente. Io ero felicissimo perché pensavo che la questione fosse risolta. Ma poi ha continuato a chiamarmi per convincermi almeno a provarci e cose così... e io non ne potevo più. Non mi dava più respiro, stava rovinando il nostro rapporto e io ci stavo anche male. Poi da due giorni continuava a chiedermi il motivo della mia "scelta" improvvisa. E io non volevo dirglielo per non farla stare ancora più male, perché già mi sentivo in colpa a non ricambiare il suo sentimento... Dopo oggi però mi ha fatto impazzire. Sai per la cosa... oggi pomeriggio...beh io volevo...» si ferma. Cucciolo è in imbarazzo.
«Vai avanti» gli dice Ludovica prendendogli la mano.
«Ero snervato perché non sapevo cosa fare, e ho risposto male anche a te. Mi dispiace davvero tanto bimba... così volevo andare in camera il prima possibile per chiamarla e finire questa storia una volta per tutte».
Ha sbagliato ha comportarsi in quel modo con me, ma effettivamente aveva i suoi motivi per essere nervoso...
«Quindi l'ho chiamata e glie l'ho detto. Le ho detto che non posso stare con lei perché non è lei che mi piace... ma un'altra» dice guardando Ludovica negli occhi. Lui le si avvicina, e lei fa lo stesso.
Non ci credo.
Ci risiamo. Ecco, le farfalle alla pancia sono tornate. E il cuore, anche lui è ripartito a battere all'impazzata.
«Lei ovviamente mi ha chiesto chi fosse, io però non glie l'ho voluto dire perché comunque sono fatti personali... ma non credo di doverti dire chi sia, no?» sorride. Lei fa di no con la testa sorridendo. Anche se sentirglielo dire mi farebbe solo più piacere.
«Non l'ha presa bene ma le ho detto che se mi vuole davvero bene allora deve farmi essere felice... beh spero che capisca e che potremmo tornare come prima. Perché è importante per me, nonostante tutto».
Beh è normale. Basta che questa rimanga al suo posto...
«Allora, io lo so che mi sono comportato male e tutto... ma forse... se tu sei disposta...beh ti devo dire che tu... tu».
Che cucciolo. Si sta impappinando.
«Fabio, baciami e basta».
Non ho resistito. Dovevo dirglielo. Non posso più aspettare.
Lui sorpreso la prende dai fianchi e la tira a se. Le sorride e si butta su di lei. Le loro labbra finalmente si incontrano e iniziano a baciarsi. Non è un bacio tenero come si vede nei film. È un bacio pieno di passione, un bacio che da troppo tempo stavano aspettando.

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