Capitolo 39

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*Ludovica*
Dopo aver riposato per qualche ora, alle 17:00 i 6 ragazzi si ritrovano nella hall dell'albergo.
«Wow, è un miracolo. È la prima volta che il vostro ritardo è minore di 10 minuti» scherza Alberto.
«Potevi tranquillamente andartene prima, nessuno qui ti ha chiesto di aspettarci» gli risponde Tish.
Dai non può essere tanto cattiva con lui, povero. Non capisco come lui faccia a non offendersi neanche un po'.
«Touché "Picciotta"» ride lei, mischiando il francese al dialetto siciliano.
Picciotta! Adoro come la chiama. Come fa Tish a non sciogliersi ogni volta che lui le parla così? Se Fabio facesse così con me, probabilmente sarei già sua moglie... oddio haha, sua moglie, come no.
«Almeno potrei avere l'onore di camminarti vicino?» chiede Alberto fingendo un inchino.
«Hm... vabbè dai, per questa volta si» scherza Tish.
«Scusate? Non vorrei disturbare, ma possiamo andare per favore?» chiede Alessandro.
Così i ragazzi escono dall'hotel. Neanche il tempo di scendere le scale dell'entrata, che Ludovica vede un ragazzo seduto, da solo, su un muretto.
Alvis? Ma che ci fa qua, da solo? Non mi sembra stare molto bene.. sembra davvero triste.
«Jefe... guarda là, c'è Alvis» dice Ludovica.
«Bene, salutamelo» dice lui ridendo e andando avanti.
«No Fabio aspetta. Guardalo. Sta male...». Jefeo si ferma e guarda Ludovica, cancellando ogni traccia di un sorriso dal suo volto.
«E scommetto tu voglia andare a vedere se ha bisogno d'aiuto, no?» chiede lui.
Lo so che gli dà fastidio, ma non posso ignorare la cosa. Alvis è un mio amico e sta male, e io devo andare ad aiutarlo.
«Devo, è mio amico... non posso lasciarlo così. E poi io sono praticamente l'unica con lui ha legato, e quindi l'unica che può tirargli su il morale... voi andate, io vi raggiungo con Google Maps» dice Ludovica.
«Perché vi siete fermati?» urla Giordana che, insieme agli altri, è un po' più avanti a loro.
«Beh, cambio di programma Giordi. Voi andate pure, io non ho più voglia. Ah e Ludo non verrà, è impegnata a fare del volontariato» dice Jefeo prima di dare le spalle alle ragazze e tornare in hotel.
Beh, davvero maturo.
Giordana si avvicina a Ludovica e la guarda confusa, non capendo.
«Lascia stare ti spiego dopo. Devo fare una cosa davvero importante, ti chiamo dopo, va bene?». Giordana annuisce.
«Scusa davvero. Faccio il prima possibile così posso raggiungervi».
«Va bene, ma quando hai finito, prima di chiamare me, chiama quel fesso» dice sorridendo.
«Va bene poi gli parlo. Spieghi tu agli altri vero?». Giordana annuisce.
«Va bene, grazie. A dopo amo». Giordana raggiunge gli altri e si incamminano verso il parco.
Okay, ora è il turno di Alvis.
Ludovica cammina verso il ragazzo seduto sul muretto, che tra le urla dei compagni si era accorto della loro presenza.
«Ehi» gli dice Ludovica.
«Ludo, che ci fai qui?».
«Niente, facevo un giro... tu invece? Che fai qui... solo...?» chiede lei.
«Pensavo» risponde Alvis.
«È successo qualcosa? Ti vedo giù» dice Ludovica sedendosi accanto all'amico.
«No... cioè boh, non lo so. Sono sempre un po' insoddisfatto tipo...».
«Insoddisfatto di cosa scusa?».
«Tutto Ludo, tutto. Non mi va bene niente. La musica che faccio non piace a nessuno, tutti i prof mi ritengono il più scarso.... e pure i ragazzi. I pezzi che mi sono stati assegnati non mi valorizzano. L'unico che viene decente è il duetto con Tish, che è bello solo nella parte in cui canta lei». Mi si spezza il cuore a vederlo così giù di morale. È un ragazzo meraviglioso, gli altri devono solo imparare a conoscerlo. E anche lui deve capire quanto vale cazzo!
«Alvis che stai dicendo? Tu spacchi! E lo sai che non te lo dico solo perché vuoi sentirtelo dire. Ogni volta che canti i tuoi pezzi in puntata ballano tutti! Anche i prof. Non voglio che tu ti sottovaluti così tanto. Sei pazzesco e lo devi capire. Anche perché se tu non credi in te stesso fino in fondo, allora nessuno potrà mai credere in te. Fidati di me».
Alvis di riflesso l'abbraccia forte e le sussurra un «Hai ragione... forse sto ingigantendo solo un po' la situazione...».
«Ecco appunti. È normale avere un po' di paura, ma non bisogna farsi prendere dal panico, mi raccomando. Ora voglio vederti sorridente, chiaro?».
«Beh non è felice Ludo... non è un bellissimo periodo. E in più è successo qualcosa...». Ludovica lo guarda confusa.
«Mi "manca" una ragazza... pensavo ci fosse qualcosa tra noi... ma poi ho capito che un realtà mi ero immaginato tutto...come sempre d'altronde».
Ah... ho capito.
«Mi dispiace che non sia andata bene tra te e Ahlana... ma vedrai che quando vi vedrete fuori di qui, vi chiarirete. Ne sono sicura».
Alvis arriccia un sopracciglio, quasi non capendo.
«Ehm si, Ahlana... parlandone chiariremo, hai ragione». Ma ho detto qualcosa di sbagliato? Sembra si sia quasi intristito.
«Comunque... io e altri stavamo andando ad un parco qui vicino. Ti va di venire con noi?» gli propone Ludovica.
«Grazie Ludo... ma penso che andrò a sdraiarmi un po' in stanza, sono davvero esausto. È stata una giornata un po' pesante... ma grazie davvero» Alvis si alza dal muretto.
«Figurati, lo sai che ci sono se hai bisogno. Anzi, la prossima volta, appena hai qualcosa che non va me lo vieni a dire subito, capito?» le sorride lei.
«Va bene. Ti voglio davvero tanto bene Ludo. Grazie di tutto». Si avvicina di molto a lei.
No aspetta cosa? Che vuole fare?
Quando i loro visi sono ad una distanza minima Alvis gira la testa e le dà un bacio sulla guancia. Subito dopo lui si gira ed entra dell'albergo.
Che scema che sono... come ho fatto a pensare che volesse baciarmi? Sto a pezzi...
Tira fuori dalla tasca una sigaretta e l'accendino. Prende qualche tiro, rilassandosi.
Ok, un bimbo adesso è di nuovo felice. Ora mi tocca far felice anche l'altro...
Spegne la sigaretta con la scarpa ed entra nell'hotel. Prende l'ascensore e scende al primo piano. Arriva davanti alla stanza numero 14 e presa piena di coraggio bussa. Prende qualche respiro profondo, aspettando che la porta si apra. Ti prego faccia che vada bene, non voglio litigare con lui.

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