Capitolo 20

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*Ludovica*
Ma cosa sta succedendo. Si gira di scatto.
Jefeo? Ma chi era allora quello con cui stavo ballando? Non capisco più niente. Perché Alvis è a terra? Cosa sta dicendo Fabio? Uffa perché sono così stupida e non capisco niente?
«Le devi stare lontano hai capito?» gli urla Jefeo.
Ludovica inizia a piangere.
«Ludo tranquilla ora ce ne andiamo» dice prendendola da un braccio.
«Ma Alvis è a terra, sta male. Dobbiamo aiutarlo!» urla lei non reggendosi più in piedi.
«No Ludo, sta bene... purtroppo... andiamo adesso!» le risponde lui.
Il resto dei ragazzi sono già ad aiutare Alvis a rialzarsi commentando la situazione.
«Jefeo ma che fai?» urla Vincenzo.
«O fate se l'è cercata. Ha fatto bene» urla Alberto.
«Ludo andiamo» le ordina Jefeo.
«No devo aiutare il mio amico» si lamenta lei traballando sui tacchi.
«Vuoi andare da lui? Va bene. Allora me ne vado io» dice Jefeo arrabbiato come non mai. Si fa spazio tra la folla e torna al tavolo. Prende una bottiglia di vodka ed esce dal locale.
Ma che cosa sta succedendo?
«Ludo vai da Fabio» le dice Giordana.
«Ma il mio amico sta male e io» inizia Ludovica che viene interrotta dall'amica.
«Ludo chi è più importante? Il tuo "amico" o Jefeo? Anche lui sta male».
Fabio. Sta male. Ed è colpa mia. Ma cosa è successo? Devo cercarlo. Adesso.
Senza dire niente al gruppo, inizia a correre, per quanto ci riesca, verso l'uscita. Tira fuori dalla tasca il telefono e cerca la scritta
"Jefeo🖤".
Lo chiama. Non risponde. Ci riprova. Altre tre, quattro, cinque volte.
Ma perché mi odia adesso? Io non ce la faccio. Non voglio sia arrabbiato con me. Ma che cosa ho fatto? Mi gira la testa. Perché ho la faccia bagnata? Si tocca le guance con le mani. Sto piangendo. Io non voglio piangere, ma non riesco a smettere. Dov'è Fabio? Ho bisogno di lui.
Continua a camminare lungo la strada. Poi, stremata, si ferma sul marciapiede e si butta a terra. È sdraiata. Da sola. Per strada. Al buio. Alle 3:20 del mattino.
Come faccio io ora? Chi mi salverà da qua? Jefeo aveva promesso che mi avrebbe riportato a casa. Lo aveva promesso uffa. Continua a singhiozzare.
«Fabio?» urla con tutta la voce che le rimane. «Dove sei?» urla piangendo.
«Aiuto!».
Ho rovinato tutto, di nuovo. Tutti mi odiano adesso. E soprattutto lui mi odia. Sono una cretina, una cretina. Dice prendendosi a colpi la faccia. Intanto continua a piangere, disperata.
C'è pure freddo qua! Ma perché non mi sono portata una giacca? Aspetta. Ma io ce l'avevo una giacca! Ho perso anche quella adesso! Piange ancora più forte.

*Jefeo*
Quel deficente. Ma come si permette? Lo ha fatto apposta! E Ludovica ci stava pure. Ma che scemo che sono stato, era ovvio che non le piaccio in quel senso. Beh che siano felici quei due, basta che stiano lontani da me. Con me Ludovica a chiuso.
Continua a prendere sorsi dalla bottiglia di vetro. L'alcol gli sta andando alla testa.
Cazzo. Perché continuo a bere? E perché sono seduto per strada? Ma che cazzo mi prende?
«Fabio» sente. Bene ora mi immagino pure la sua voce... sto a pezzi.
«Aiuto!».
Non me lo sto immaginando. Questa è lei. È qua. E ha bisogno di aiuto. Traballante si alza e corre nella direzione della voce. Tira fuori il telefono. "6 chiamate perse da Ludo💙. Cazzo. È solo colpa mia. Perché me ne sono andato?
«Fabiooo» sente ancora. È qua vicina. Ma dove?
«Ludo» urla forte. «Dove sei?» continua.
Non sente più niente. La ragazza non urla più. Ma dove sta? Se le dovesse essere successo qualcosa, non me lo perdonerei mai.
Continua a correre. Senza fermarsi. Cerca in ogni traversa vicina. Non la trova. Poi però corre ancora un po' è vede una sagoma di una ragazza stesa a terra. I suoi capelli blu si riescono a vedere nella penombra.
Grazie al cielo sta bene. Corre ancora più velocemente, per arrivare da lei il prima possibile.
«Ludo cazzo, stai bene?. Mi dispiace tantissimo. Sono un coglione».
Non è messa bene... però poteva finire molto peggio. Lei qua da sola, per strada, alle 3:40 di notte, ubriaca. Il primo malintenzionato che passava avrebbe potuto... le avrebbe potuto... cazzo al solo pensiero mi viene da vomitare.
«Fabio sei tu?» chiede lei tremolante aprendo gli occhi. Jefeo le si avvicina e la fa sdraiare su di lui, stringendola tra la sue braccia
«Si bimba, te lo avevo promesso che non ti avrei lasciata da sola. E adesso che ci sono, non me ne vado più». La faccia del ragazzo piano piano si rilassa.
«Ti stavo cercando ma non ti trovavo più. Sei andato via perché io sono stata cattiva. Non so che cosa ho fatto ma so che è colpa mia. Sono davvero stupida mi dispiace tanto. E poi non mi ricordo niente» piange lei. Non voglio che pianga. Non è colpa sua. E poi non si ricorda niente.
«Shh piccola va tutto bene, ok? Guardami» dice girandole il viso.
«Io sto bene bimba, vedi? L'importante è che tu stia bene e che io ti abbia trovata. Il resto non importa. Ora andiamo in hotel, ok? Ti spiegherò tutto, promesso».
Lei annuisce. Jefeo si accorge che Ludovica sta ancora tremando.
«Bimba aspetta» dice sfilandosi la giacca e il maglione. Le infila la felpa nera e le fa indossare la giacca.
«Grazie» sussurra lei. «Senza di te non so che farei».
«La cosa è reciproca, credimi bimba» dice prendendola sotto braccio e dandole un bacio sulla guancia.
«Chiamo un taxi e andiamo all'hotel. Va bene?» dice iniziando a camminare. Lei annuisce. È distrutta. Non riesce nemmeno a tenere gli occhi aperti. Così senza pensarci la prende in braccio e si incammina verso l'entrata della discoteca, da dove prenderanno in taxi.
«No Jefe... non... devi» prova a dire lei.
«Shh Ludo. Dormi» le sorride lui.
Lei gli sorride e gli sussurra «Ti voglio bene Fabietto».
Fabietto. È terribile. Ma detto da lei sembra quasi passabile.
Con lei tutto diventa bello...

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