Era passata più di una settimana da quella notte. Io e Nicole a malapena ci parlavamo da allora. Ci salutavamo, magari parlavamo dei corsi a pranzo, ma poi niente. Una volta le avevo chiesto se andava tutto bene e lei mi aveva risposto che andava tutto alla grande mentre mi sorrideva. Aveva recitato così bene che ci avevo quasi creduto pure io che sapevo come stavano le cose. Probabilmente era abituata a dire di stare bene.
Per il resto ero uscito molto spesso con i ragazzi e avevo avuto anche la fortuna di non vedere Jacob. Anche se il mio sogno si sarebbe interrotto a breve visto che il pomeriggio ci saremmo dovuti allenare. Finalmente ero arrivato. Ero partito dal college e mi ritrovavo davanti all'appartamento di William, anche se stavolta mi sarei visto con Noah. Salii le scale e bussai alla porta dicendo che ero io. Noah mi disse di entrare. Appena fui dentro potei notare che l'appartamento era abbastanza disordinato. C'erano dei vestiti sparsi sul divano e sulle seggiole del tavolo.
"Buongiorno" mi disse Noah che era in mutande e stava giocando alla playstation.
"È passato un uragano qui?" chiesi ridendo.
"Simpatico. No. Gioco meglio in mutande e non avevo tempo di mettere la roba per bene" disse rimanendo concentrato.
"Come è possibile che tu faccia medicina e che tu vada anche bene?" chiesi spostando un paio di pantaloni per mettermi a sedere accanto a lui. In risposta alzò le spalle non spostando lo sguardo dalla televisione.
"A che ora devi andare via?" mi chiese Noah mentre imprecava perché il suo personaggio nel gioco era morto.
"Tra un paio di ore massimo. Devo essere ai campi per le cinque" risposi vedendo che si era alzato per spegnere la televisione. Non mi ero mai soffermato molto su Noah ma era più alto di me di almeno dieci centimetri, quindi era alto circa due metri. Era anche muscoloso e aveva i capelli rasati ai lati e il ciuffo al centro di colore nero. Interruppe i miei pensieri riprendendo il discorso.
"Che fai ai campi?" mi domandò per fare conversazione.
"Devo andare in palestra ed era vicina ai campi giusto?" chiesi mentre Noah si rimetteva i pantaloni.
"Oh, sì. Se venissi anche io con te? Volevo fare un po' di braccia" mi chiese mostrandomi i suoi muscoli. Bell''imprevisto.
"Noah non è perché io non ti voglia ma ho già fissato con altri" dissi. Che scusa penosa.
"E con chi?" mi chiese curioso.
"Con i miei compagni di corso" dissi.
"Come si chiamano? Magari li conosco" mi chiese. Avevo finito le scuse.
"Non me lo ricordo" dissi guardando altrove. Ma per fortuna lui scoppiò a ridere.
"Come è possibile?" mi disse continuando a ridere.
"Andiamo Noah piantala" dissi facendomi contagiare dalla sua risata.
"Non è che ci vai con una ragazza e non vuoi dirmelo?" disse facendomi uno sguardo malizioso.
"Noah basta" dissi continuando a ridere vedendo come si comportava.
"Quindi è una ragazza eh?" mi disse tirandomi addosso un cuscino.
"Nessuna ragazza Noah" dissi ritirandoglielo indietro.
"Secondo me è Rachel" mi disse scoppiando a ridere.
"Non è Rachel né nessun'altra ragazza" dissi continuando a ridere vedendo le facce che faceva. In più ogni volta che si spostava, il suo ciuffo nero si muoveva di conseguenza come se avesse avuto vita propria, facendomi ridere ancora di più.
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PRIMA DI INCONTRARTI
Teen FictionAiden Collins è una giovane promessa del football americano. O forse sarebbe meglio dire che era una giovane promessa. Infatti, dopo aver deciso di frequentare una nuova scuola, si ritrova in una nuova vita in cui decide di non giocare più. Il footb...