"Nicole, aspetta!" mi urlò mio fratello mentre mi fiondavo giù dalla macchina e lui cercava di parcheggiare.
Stupido Brandon! Stupidi i miei genitori! Secondo loro non dovevo stare tutto il giorno in ospedale e adesso pagavo il prezzo della loro decisione.
Cercai di non correre mentre mi muovevo velocemente tra i corridoi della struttura. Ormai avevo sicuramente seminato mio fratello e Jessica. Entrambi si erano offerti di accompagnarmi, vista la situazione. Avevano paura che facessi un incidente a causa della mia distrazione. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta.
Erano passati quattro giorni da quando Aiden era uscito dalla sala operatoria. I quattro giorni più duri della mia vita.
La mia famiglia mi obbligava ad arrivare all'ospedale non prima di mezzogiorno e dovevo rientrare a casa entro l'ora di cena. E la cosa mi stava uccidendo. Avevo detto ad Aiden che sarei sempre stata lì ma me lo avevano impedito.
Mi asciugai velocemente una lacrima mentre salivo l'ultima rampa di scale. Sarei stata pronta a quello che mi sarei trovata davanti adesso? Non ne ero sicura, ma avrei fatto del mio meglio. Dovevo fare del mio meglio.
Cara mi aveva chiamata quindici minuti prima. Mi aveva detto una singola frase che mi aveva paralizzata. Le avevo risposto seccamente che sarei partita da casa in quel momento.
Aiden si era svegliato.
"Ehi, buongiorno" mi disse con voce solare Lauren mentre mi avvicinavo alla stanza di Aiden.
"Come sta?" chiesi velocemente. Lauren mi sorrise mentre Cara e Ryan uscivano dalla stanza.
"I medici hanno parlato con lui e con noi. Dicono che le possibilità di recupero sono ottime anche se per adesso gli fa male tutto" mi spiegò la madre di Aiden. Annuii capendo la situazione.
"Gli avete già detto del contratto?" chiesi mentre mi tremavano le mani. Le misi in tasca. Il sorriso di Lauren si spense.
"Sì, non sappiamo come l'abbia presa" mi rispose dispiaciuta.
"Mi dispiace averti chiamata solo ora ma i tuoi genitori erano stati molto chiari" si scusò Cara. La guardai non avendocela affatto con lei.
"Va bene, tranquilla. Io... posso vederlo?" chiesi in un sussurro. Tutti e tre i componenti della famiglia Collins mi sorrisero sinceramente.
"Certo, vi lasciamo un po' soli. Andiamo giù a mangiare un boccone" mi disse Ryan mentre mi passava vicino superandomi. Mi avviai verso la porta con il cuore in gola. Avrei avuto altre mille domande sulle condizioni di Aiden ma in quel momento volevo solo vedere coi miei occhi che stava bene e che era vivo per davvero.
"Nicole?" mi richiamò Cara mentre la mia mano afferrava la maniglia.
"Sì?" chiesi voltandomi.
"Ancora non ha detto una parola, a nessuno di noi. Si è rifiutato pure di parlare con i medici dopo la notizia dei Jets. Perciò non prendertela nel caso, ok?" mi domandò con un velo di tristezza nel volto.
"Certo, tranquilla" le risposi. Lei mi sorrise stancamente e poi seguì i genitori.
"Non provare a piangere Nicole" mi ammonii silenziosamente prima di entrare nella stanza.
Entrai e chiusi subito la porta alle mie spalle.
Aiden era lì, sveglio. Mi guardò con l'occhio non bendato. L'ematoma intorno a esso era diminuito e molte delle sue ferite non erano più coperte da bende. Non appena capì chi fossi si voltò dall'altra parte.
Deglutii mentre mi asciugavo una lacrima che non ero riuscita a trattenere. Mi avvicinai poi alla seggiola accanto al suo letto mentre lui rimaneva girato dall'altra parte senza guardarmi. Sentivo però il suo respiro visto che era stato staccato dal ventilatore durante la notte e la cosa mi scaldò il cuore.
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PRIMA DI INCONTRARTI
Teen FictionAiden Collins è una giovane promessa del football americano. O forse sarebbe meglio dire che era una giovane promessa. Infatti, dopo aver deciso di frequentare una nuova scuola, si ritrova in una nuova vita in cui decide di non giocare più. Il footb...