CAPITOLO 11: Nottata infinita

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Ovviamente mi accorsi solo dopo essere uscito che ero solo in ciabatte. Scossi la testa maledicendomi ma continuai a camminare per i corridoi. Jessica aveva già un minuto di vantaggio, se fossi rientrato non l'avrei più trovata. Quella ragazza non mi convinceva del tutto, e avrei scoperto quello che stava combinando. Non sapevo se lo stavo facendo per me stesso o per Nicole, ma sarei andato in fondo. In più non avevo alcuna voglia di pensare ai miei problemi, e questa mi sembrava un'idea divertente per distrarmi. In questi momenti avrei voluto bere come facevano tutti i miei amici. Bevevano e dimenticavano. Io invece non riuscivo a finire una sola birra. Uscii dal palazzo e chiusi la porta cercando di non fare rumore. Mi avviai poi sul sentierino per arrivare al cancellino per uscire dal giardino.

"Mi stai seguendo?" una voce familiare mi fece girare verso destra. Seduta al tavolino del giardino mentre fumava una sigaretta c'era Jessica. Sgamato dopo neanche due minuti che avevo iniziato il mio pedinamento.

"Sei tu quella che è uscita ad un orario indecente" dissi sulla difensiva. Era vestita con un paio di pantaloni di tuta e sopra aveva un piumino. Io invece ero uscito in pantaloni e canottiera e iniziavo già a sentire freddo. Buttò fuori del fumo dalla bocca e riprese a parlare.

"Visto che Nicole era in camera tua ho pensato di lasciarvi soli" disse sorridendo in un modo che non mi piaceva per niente.

"Non stiamo insieme" dissi andando a sedermi vicino a lei. Sorrise amaramente.

"Certo. Per questo era in camera tua e vi comportate come una coppia tutto il tempo" disse quasi arrabbiata per il comportamento dell'amica. Strinsi i pugni.

"Non stiamo insieme" ripetetti alterandomi.

"E cosa stavate facendo in camera tua a porte chiuse?" chiese arrabbiandosi pure lei. Sbuffai per la sua arroganza.

"Primo, non sono affari suoi. Secondo, stavamo parlando" dissi rilassando i miei pugni.

"Parlando? A proposito di cosa?" chiese aspirando un'altra volta dalla sua sigaretta che ormai era a fine.

"Di cose del tipo che non sei credibile" dissi facendole spalancare gli occhi per la sorpresa. Beccata.

"In che senso?" chiese nervosa.

"Nel senso che ho parlato con Will e tu non sei mai passata a casa sua. Oppure cose del tipo che eri nervosa prima di entrare, o ancora che non vi siete scritte per un sacco di tempo e ti sei presentata qui adesso" dissi infuriandomi e facendo infuriare pure lei.

"Le hai raccontato che non ero passata da Will?" chiese arrabbiata. Sorrisi.

"Stava già male di suo. Ho evitato di farla stare peggio" risposi in tono provocatorio.

"Per cosa stava male?" chiese preoccupata.

"Non funziona così. Prima parli tu, poi parlo io" dissi serio. Mi sarei giocato bene le mie carte. La feci sbuffare. Prima di rispondere buttò la sigaretta a terra e la schiacciò con il piede. Mi alzai e la raccolsi per metterla nel portacenere.

"Evita di sporcare il nostro giardino" la ripresi mentre lei mandava gli occhi al cielo.

"Non sono stata da Will, lo ammetto. Sono qui solo per Nicole" disse seria.

"Non sarà mentendole che la farai stare meglio" la rimproverai. Sorrise.

"Magari fosse così facile. Cerchi di proteggerla, ma non sai neanche tu da cosa. Cosa sai veramente su Nicole Susan Cooper?" mi chiese seria. Non sapevo neanche che il secondo nome fosse Susan. Ci riflettei qualche secondo.

"So tutto quello che mi serve" dissi sincero.

"Del tipo il colore del suo intimo?" chiese in tono di sfida. Mi alzai in piedi sbattendo il pugno sul tavolo facendola spaventare.

PRIMA DI INCONTRARTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora