CAPITOLO 21: Tornare alla realtà

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Parcheggiai l'auto di fronte ad una villetta a duecento metri da quella di Nicole. Infatti non avevamo considerato il problema parcheggio non appena fossimo tornati dalla messa. La strada era stracolma di macchine messe in tutte le posizioni pur di poter entrare nel piccolo tratto di fronte alle case. Io avevo parcheggiato vicino ad un ponticello che passava sopra ad un ruscello quasi senza acqua a causa dell'annata molto calda. In macchina con me era rimasto solo Will, mentre Nicole e sua madre le avevo lasciate di fronte al loro giardinetto. Spensi la vettura e poi uscii seguito da Will che era seduto dietro.

"Hai visto che cosa avreste mangiato o non sai nulla?" mi chiese per fare conversazione prima di salutarci.

"Nicole mi ha tenuto lontano dalla cucina e non hanno mai accennato a nulla se non al fatto che debba essere una sorpresa" dissi sorridendo. Lui fece lo stesso e vidi poi che si stava togliendo il giubbotto a causa del troppo caldo. Io per fortuna ero uscito solo con la giacca dello smoking.

"Comunque sei estremamente elegante" mi disse osservandomi meglio. Effettivamente mi ero vestito per bene. Avevo addosso un completo blu e una camicia bianca di cui avevo aperto due bottoni in alto a causa del caldo.

"La famiglia di Nicole ci tiene e oggi ci saranno tutti" lo informai sistemandomi i capelli che stavano iniziando a ricrescere.

"Già. Sono una famiglia di aristocratici loro" disse sorridendomi e con un tono scherzoso. Sorrisi pure io.

"Comunque io vado. E ancora buona Pasqua" disse abbracciandomi per poi darmi una pacca amichevole sulla spalla. Lo salutai vedendo che era arrivato a casa sua. Quella di Nicole era qualche metro più avanti ma potevo già vederla. Nicole era rimasta sul prato ad aspettarmi. Portava addosso un tailleur bianco e una camicetta verde acqua che le stava d'incanto. La raggiunsi velocemente.

"Dentro ci sono già tutti. Ti ricordi i nomi?" mi chiese sistemandomi meglio la camicia e la giacca mentre mi sorrideva in modo rassicurante e divertito sapendo che non mi ricordavo nessun nome.

"Tanto si devono presentare, no?" chiesi guardandola mentre finiva di passare le sue mani sulla mia camicia per togliere alcune pieghe. Appena ebbe finito riportò la sua attenzione su di me.

"Sei un caso disperato" disse sorridendomi. Alzai le spalle facendola ridere e poi le afferrai la mano per potere entrare in casa sua. Arrivammo velocemente al portone che era socchiuso e lo aprii del tutto. Nonostante la casa fosse grande a me sembrava piena. Ovunque volgessi il mio sguardo vedevo persone dalle facce sconosciute e tutte guardavano me. Stavo per lasciare la mano a Nicole sentendomi a disagio ma lei non lo permise e la strinse maggiormente portandomi verso un piccolo gruppo di parenti. Per l'esattezza erano due signore piuttosto anziane e un uomo molto più giovane.

"Ciao a tutti" disse Nicole lasciandomi la mano per poter abbracciare i propri parenti.

"Aiden loro sono le mie due nonne, Aida e Rose, mentre lui è mio zio Carlos. Lui invece è Aiden" ci presentò Nicole estremamente felice del rivedere i suoi cari.

"Sappiamo perfettamente chi è. Tua mamma non parla d'altro" disse Rose facendo una breve risata mentre mi osservava meticolosamente. Sorrisi alla donna e poi venni trascinato via da Nicole che congedò i tre dicendo che finiva di farmi fare il giro. Ci avvicinammo ad un altro uomo che era seduto con Brandon e suo padre sul divano e stavano tutti guardando un canale in cui due telecronisti parlavano delle ultime partite di basket disputate, anche se nessuno dei tre gli stava prestando particolare attenzione poiché erano impegnati a ridere e scherzare tra di loro. L'uomo doveva essere il nonno di Nicole vista l'età. Doveva essere il padre di Maria visto che erano evidenti i tratti messicani sia nel colore della pelle che nella faccia.

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