CAPITOLO 3: Iniziare con il piede giusto

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"Aiden faremo tardi" mi riprese Rashid mentre finiva di sorseggiare il suo caffè preso alla caffetteria del campus.

"Non posso iniziare l'anno senza mangiare una ciambella" gli dissi non uscendo dalla fila. Lui sbuffò divertito e si mise a controllare il suo telefono.

"Poi non lamentarti se ti tocca la prima fila" mi disse pulendosi la bocca con un tovagliolino.

"Rashid tu ti cambi ogni mattina il piercing al naso e ne metti uno dai colori improbabili. Io mangio una ciambella il primo giorno di scuola e l'ultimo. Ti ho mai detto nulla del tuo piercing? Mi pare di no. Perciò tu non commentare la mia ciambella" lo ripresi arrivando finalmente a pagare.

"Ok, ma il mio piercing non ci fa arrivare in ritardo" mi attaccò lui e io sbuffai contrariato prendendo la mia ciambella che sbattei in faccia a Rashid, il quale scosse la testa divertito.

"Visto? Siamo in ritardo solo di pochi secondi. E comunque siamo a due passi dalla struttura in cui seguiamo i corsi" gli dissi aggiustandomi i jeans.

"Moriremo di caldo oggi" cambiò discorso Rashid che aveva una maglietta a maniche corte completamente bianca.

"E' il bello dei primi giorni di scuola" dissi prendendo il telefono per constatare che non avevo ancora risposto sul gruppo di WhatsApp della mia famiglia che mi faceva gli auguri per il primo giorno di scuola. Pensai che l'anno prima le cose erano andate molto diversamente. Infatti, il primo mese avevo studiato da casa e avevo dato un solo esame grazie ad un professore che si era offerto di venire a Oakland e che poi il mio primo giorno era stato solo dopo le vacanze di Natale.

"Tutto bene Aiden?" mi chiese Rashid visto che mi ero zittito.

"Sì, pensavo che se anche l'anno scorso avessi mangiato la mia ciambella portafortuna forse molte cose sarebbero andate diversamente" Rashid rise e io lo guardai sorridendo, anche se in realtà le mie parole erano serie.

"D'accordo, ci vediamo dopo a pranzo o vai fuori con amici?" mi domandò mentre si avviava verso la sua entrata.

"Sono a casa" lo salutai prima di dirigermi verso la mia aula. Ovviamente essendo in ritardo i posti in fondo erano già occupati. Ce ne erano pochi rimasti in prima fila. Non ci misi molto a notare che Nicole era già seduta nel suo posto di fronte a tutti e senza pressoché nessuno accanto, se non qualche ragazzo a qualche posto di distanza. Da dove ero io potevo mettermi accanto a lei oppure mettermi pure io a qualche posto di distanza, passando però da ridicolo.

Sbuffai e decisi di sedermi accanto a lei. Lei inizialmente non si girò non dandomi attenzione, come d'altronde faceva con tutti gli estranei.

"Buongiorno anche a te" le dissi abbassandomi per prendere i miei libri. Non appena sentì la mia voce alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e si girò verso di me come per assicurarsi che fossi io.

"Aiden!" esclamò stupita mentre mi guardava ad occhi spalancati.

"Sì, le persone solitamente mi chiamano in quel modo" le dissi facendole un lieve sorriso per poi mettermi al telefono. Lei sembrò in difficoltà.

"Smettila" le dissi distogliendo il mio sguardo dal telefono per poi tornare a guardarla. Lei si fece rossa e volse lo sguardo da un'altra parte.

"Scusa, non volevo fissarti" mi disse tornando a leggere il suo libro.

"In realtà io ti stavo dicendo di smettere di analizzarmi come se fossi un oggetto che non si trova al suo posto e tu stessi cercando il modo di rimetterlo dove deve stare. Dovresti staccare la testa a volte, Nicole" le dissi. Lei si girò come per ribattere e come se fosse stupita del fatto che le stessi parlando ma fece l'entrata in classe il nostro nuovo professore, dando così inizio alla nostra prima lezione. Nelle due ricreazioni andai poi in bagno per evitare di dire cagate a Nicole, cosa che probabilmente avrei fatto. Quando però le lezioni finirono non riuscii ad evitarla.

PRIMA DI INCONTRARTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora