CAPITOLO 7.1: Una notte di dolore

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La mattinata era passata normalmente. Le lezioni erano volate e William mi aveva scritto che lui per pranzo non si sarebbe visto con nessuno e mi aveva quindi proposto di mangiare qualcosa insieme nel suo appartamento. 

Mi aveva dato le indicazioni ma il mio orientamento faceva proprio schifo. Mi aveva detto che il suo appartamento era accanto alla chiesa del campus e che era il numero 3. Non era neanche lontano dalla struttura in cui seguivo i corsi, eppure non lo trovavo. Avevo chiesto ai ragazzi del campus, avevo seguito i cartelli, ma nulla. 

Quando ormai stavo per chiamare nuovamente William, vidi la hall del suo numero civico. Infatti da quello che mi avevano detto i ragazzi ogni struttura in cui si trovavano degli appartamenti aveva poi un posto di ritrovo, la hall. Dopo averci girato intorno trovai il numero tre. Entrai nel portone e salii al primo piano. 

Arrivato davanti alla porta bussai, e William arrivò subito ad aprirmi, senza neanche chiedere chi fossi.

"Pensavo di dover mandare i soccorsi" mi disse ridendo. Scossi la testa sorridendogli ed entrai.

"Dove posso appoggiare la mia roba?" mentre lo chiedevo mi guardai un attimo intorno. L'appartamento era grande un terzo di quello mio e di Nicole. C'era una piccola cucina collegata col salotto, che alla fine corrispondeva a una televisione e un divano marrone. C'erano poi due porte, entrambe aperte. Una era il bagno, mante l'altra era la camera di William e Noah. Nonostante non fosse grande era tenuto molto bene ed era accogliente.

"Puoi mettere tutto sul divano" mi disse sorridendo e andando verso il frigorifero. Mi avvicinai al divano e ci riposi la mia borsa e la mia giacca. Poi seguii i passi di Will e mi sedetti su una delle quattro seggiole intorno al tavolo accanto al piano cucina.

"Che mangiamo di buono?" chiesi vedendo che tirava fuori roba.

"Io devo mangiare insalata perché la settimana prossima riprendiamo il campionato e il coach ha detto di evitare cibo spazzatura, ma te puoi mangiare quello che vuoi" mi disse prendendo una ciotola per metterci l'insalata.

"Mangio volentieri anche io un'insalata, in questi giorni ho mangiato un po' troppe schifezze" dissi. Lui annuì e prese un'altra ciotola.

"Pensavo di farla di tonno. Può andare?" mi chiese. Feci di sì con la testa e lui si rigirò verso le nostre insalate e iniziò a spezzettare i pomodori e le carote.

"Allora come vanno i corsi per adesso? Ti trovi bene?" mi domandò restando girato.

"Per ora mi sto trovando bene. Anche i miei compagni di corso sembrano tipi a posto. Ora sto preparando il primo esame che devo dare tra poco, ma per ora me la sto cavando bene" risposi.

"I professori ti sembrano competenti?" mi domandò continuando a preparare qualcosa che non riuscivo a classificare.

"Li ho sentiti poco, ma mi sono informato su di loro. Ho visto con che voti escono i loro studenti, perciò scommetto che saranno bravi" dissi.

"Quindi ti sei informato sui professori ma non sulla scuola?" mi chiese girandosi.

"Mi sono documentato dopo la nostra chiacchierata al bar. In più Jacob mi aveva detto che era una delle migliori scuole di legge, perciò lo avevo già dedotto" dissi guardandolo.

"Va bene, adesso mangiamo però e chiudiamo argomento studi per qualche oretta" disse prendendo le ciotole e sorridendo. Ricambiai il sorriso e mi alzai per aiutarlo a prendere la roba. Aveva già apparecchiato prima che io arrivassi, quindi presi l'acqua dal frigorifero e poi tornai a sedermi.

"Nicole mi ha raccontato di ieri pomeriggio" mi disse ridendo.

"Guarda, archiviamolo" risposi ridendo contagiato dalla sua risata.

PRIMA DI INCONTRARTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora