"Sicura di voler entrare?" mi chiese per la centesima volta mio fratello. Sospirai piano.
"Devo vederlo" risposi in un sussurro. Lui mi afferrò la mano mentre aspettavamo che la sorella di Aiden uscisse dalla sua camera.
Per ora erano entrati il padre, lo zio e la madre. Avevano dovuto portare Lauren fuori perché stava per svenire e la cosa non mi aveva rassicurata affatto. Era messo così male?
Mio fratello ovviamente si era preoccupato credendo che potessi sentirmi male pure io. Ma ce l'avrei fatta. Dovevo vederlo, punto e basta. Il resto non mi importava.
"Ormai siamo qui da quasi tredici ore e non dormiamo da due giorni. Lo vedi e poi ti riporto a casa" mi disse sicuro mio fratello.
"Non voglio andarci" gli risposi immediatamente.
"La tua presenza qui non sarà di aiuto in alcun modo. E poi non ti sei vista, Nicole. Non stai bene e qui non ci rimaniamo. La mia non era una richiesta" mi riprese severamente.
"Io di qui non mi muovo Brandon" sbuffai voltandomi per guardarlo meglio. Lui non distolse lo sguardo.
"Ti porto via di peso, non mi importa. Nicole ti porto a casa e ti fai almeno una doccia. Se poi vuoi tornare ti riporto subito" continuò lui convinto. Scossi la testa stremata.
"Non posso andarmene, Brandon. Se lui si svegliasse e io non fossi qui? Lui deve sapere che ci sono, deve saperlo" ripetei come in trans.
"Pensi che lui non lo sappia di già? Nicole sei stata qui più di chiunque e ci metteremmo un paio di ore al massimo. Non posso vederti in queste condizioni" mi disse mio fratello sfiorandomi la guancia con la mano.
"Se ci fosse Jessica lì dentro tu te ne andresti?" gli chiesi con un tono di voce glaciale. Lui sobbalzò e non rispose per qualche secondo.
"No, rimarrei" disse piano. Mi girai nuovamente e tornai a guardare la porta della stanza di Aiden.
"Però tu mi convinceresti o mi obbligheresti a tornare a casa e così farò io. Vai dentro, stai quanto vuoi, ma poi andiamo. Non costringermi a chiamare mamma e papà" mi minacciò deciso. Strinsi i pugni.
"Non puoi farmi questo" bisbigliai scuotendo la testa.
"Ti prego Nicole, non rendermi le cose difficili" disse per poi cercare di abbracciarmi, ma scattai in piedi e mi spostai da accanto a lui. Stupido Brandon! Nessuno, nemmeno lui poteva capirmi. Loro non ci erano mai passati, io era per la seconda volta che mi trovavo in una situazione del genere e non ne potevo più.
Volevo solo che Aiden si svegliasse. Era chiedere troppo? Mi andava bene se poi mi avesse odiato o se non mi avesse più voluta vedere. Non mi importava. Volevo solo che si svegliasse e che non morisse.
Mi rimisi a fissare la porta. Ormai Cara era dentro da quasi un'ora, da sola. Guardai attorno a me. Mio fratello si era alzato per fare una telefonata, probabilmente stava già chiamando i miei genitori. La madre di Aiden era seduta come paralizzata e guardava un punto fisso sul muro davanti a lei da quando era uscita dalla stanza del figlio. Il marito le teneva la mano ma entrambi erano silenziosi e si vedeva che non avevano voglia di rompere quel maledetto silenzio.
Gli Edwards erano andati via dopo che il padre di Jacob era uscito dalla stanza del nipote. Quando lo aveva fatto aveva detto al signor Collins che il contratto sportivo era sicuramente saltato ma che Aiden sarebbe sempre stato il benvenuto nell'azienda della famiglia Edwards per poi un giorno prendere il suo posto. Aiden mi aveva detto che i due uomini non erano mai andati troppo d'accordo ma Ryan Collins, alle parole dell'altro, lo aveva abbracciato caldamente.
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PRIMA DI INCONTRARTI
Teen FictionAiden Collins è una giovane promessa del football americano. O forse sarebbe meglio dire che era una giovane promessa. Infatti, dopo aver deciso di frequentare una nuova scuola, si ritrova in una nuova vita in cui decide di non giocare più. Il footb...