CAPITOLO 24: Il festeggiamento perfetto

430 22 8
                                    

"Se continui a tirarmi così forte il braccio finirai con lo stroncarmelo" derisi Nicole mentre camminavamo per il museo. Lei si fece leggermente rossa in viso e mi mollò il braccio. Io risi e le presi la mano per tenermela vicina. Lei ricambiò il mio sorriso e poi mi fece cenno di seguirla, come se conoscesse già bene quel posto.

"Sai dove è la mostra 'The Life of Animals in Japanese art'?" mi chiese mentre si guardava attorno alla ricerca di qualche indicazione.

"Certo, e ti dirò di più. Compreso nel tuo regalo c'è pure una bravissima guida che si è studiato tutte le opere" la informai sorridendole fiero. Lei mi guardò sorpresa.

"Hai studiato la mostra per farmi da cicerone?" mi domandò senza smettere di sorridere. Annuii energico.

"Se vuole seguirmi" le dissi facendomi strada tra le vie del museo. Lei mi seguì sempre tenendomi per mano mentre si guardava attorno. Io non ero mai stato un grande amante dell'arte. Non solo non la capivo ma pensavo anche che i critici esagerassero. Insomma, se un artista dipingeva un cielo azzurro non per forza doveva esserci un significato dietro. Forse era solo un cielo.

"Quanto ci hai messo per imparare tutto sulla mostra?" mi chiese interrompendo il nostro silenzio. Ci pensai qualche secondo.

"Poco più di una settimana" le dissi.

"Per questo non volevi studiare con me ultimamente?" mi domandò divertita.

"Già" risposi grattandomi la testa mentre ridevo con lei. Finalmente riuscimmo ad arrivare alla prima sala della mostra e dopo aver superato un paio di persone che erano ancora in coda per il biglietto, entrammo. Appena fummo dentro mi schiarii la voce facendo ridere Nicole.

"Allora, la mostra rappresenta animali, sia reali che imaginari, che fanno parte della cultura giapponese nel diciassettesimo secolo. È rappresentata da circa trecento lavori, tra sculture e dipinti, che sono stati realizzati sia da giapponesi che importate da collezioni private americane. Due tra gli autori più importanti sono Itō Jakuchū e Kusama Yayoi, due tizi dal nome impronunciabile che avevano già collaborato con il museo in passato" finii di dire la presentazione generale. Lei mi fece un piccolo applauso al quale risposi con un inchino.

"Accidenti come sei bravo" mi disse sorridendomi.

"Beh preparati a sentire una trentina di nomi con la pronuncia sbagliata" la avvertii ridendo. Lei mi sorrise e poi iniziammo camminare per la mostra. Dovetti ammettere che c'erano veramente tante persone, ma l'ambiente era ben organizzato e tutti riuscivano a vedere tutto senza dover creare calca intorno alle opere.

Nicole sembrava pendere dalle mie labbra quando parlavo e rideva ogni volta che pronunciavo un nome. Sapevo perfettamente quanto lei fosse interessata alla cultura orientale e in specifico a quella giapponese, perciò ero molto felice del mio regalo. Ad un certo punto ci avvicinammo ad una teca che stava passando inosservata da molti ma che aveva colpito Nicole.

"Questo cosa è?" mi chiese abbassandosi per osservarlo meglio. Lessi la descrizione per cercare di capire cosa fosse e dopo pochi secondi mi ricordai di quella statuetta.

"Questo è una scultura in bronzo di un cervo proveniente dal tempio di Kasuga. Nella simbologia giapponese il cervo rappresenta la bellezza e la grazia. Era un dono per la divinità della città di Kasuga da parte della famiglia che aveva fatto costruire il tempio. I simboli disegnati su di esso sono infatti tutti simboli loro. Non si sa chi sia l'autore ma si ipotizza uno degli scultori che lavorava per il clan dei Fujiwara, ovvero del nucleo familiare più potente del periodo di Nara capitale, dove si trova il santuario" le dissi sperando di non aver fatto errori.

"È bellissimo non trovi?" mi chiese tornando con la schiena dritta mentre però continuava ad osservarlo.

"Direi di sì, ma ci sono opere molto più belle qui secondo me" le risposi pensando che non fosse un'opera molto complessa.

PRIMA DI INCONTRARTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora