CAPITOLO 21: Un normale appuntamento

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"Io te lo avevo detto di andare al cinema!" mi riprese Nicole stringendosi a me sotto all'ombrello anche se entrambi eravamo zuppi d'acqua.

"Come facevo a saperlo che sarebbe piovuto!" mi difesi cercando di farla stare al coperto mentre ci dirigevamo verso un bar.

"Guardando il meteo?" mi disse Nicole arrabbiata mentre cercava di non farsi gocciolare l'acqua addosso.

"Al campus c'era il Sole..." borbottai mentre acceleravamo il passo per arrivare prima al bar.

"Beh, non so se lo hai notato visto che vivi qui da più di un anno, ma c'è almeno un'ora di viaggio dal campus al centro di Washington" ripeté Nicole freddamente. Mentre finiva di riprendermi le aprii la porta del bar che era stranamente affollato visto il brutto tempo.

"A quanto pare non sono stato l'unico ad avere l'idea di passeggiare per le strade della città di domenica" dissi cercando di allentare la tensione ma mi beccai ugualmente un'occhiataccia dalla ragazza con me.

Appoggiammo i nostri giubbotti bagnati alle seggiole di uno dei pochi tavolini liberi e poi Nicole andò verso il bagno. In sua assenza ordinai due cioccolate calde al cameriere che mi ringraziò e poi sparì chiamato da un'altra coppia a un tavolo vicino al nostro.

"Hai preso qualcosa?" mi chiese Nicole tornando a sedersi. Notai che si era fatta una coda improvvisata per cercare di raccogliere i capelli umidi.

"Due cioccolate calde" le risposi sorridente sapendo che non era davvero arrabbiata con me anche se mi teneva il muso.

"Aiden Collins che prende qualcosa di calorico?" mi derise fingendo stupore mentre portava la mano sul suo petto.

"Simpatica, davvero. Dovresti fare la cabarettista" le risposi divertito.

"Dici? Effettivamente credo di avere un dono" rispose facendomi capire che non ce l'aveva più con me per aver deciso di andare in centro in un giorno di pioggia con solo un ombrello.

"Quando inizi il nuovo stage?" cambiai argomento.

"La prossima settimana. Penso che sarà importante per la chiusura della mia tesi di laurea" si spiegò lei. A differenza mia Nicole avrebbe fatto un ultimo stage prima della fine definitiva dei corsi mentre io, poiché giocavo nella squadra della scuola, non avrei avuto lavoro aggiuntivo almeno che non lo avessi voluto.

"Tu hai deciso se accettare quel posto nello studio dell'avvocato Stone?" mi chiese dopo aver ringraziato il cameriere per le cioccolate.

"Penso di non accettare, ma sono ancora molto indeciso. Insomma sarebbe bello poter vedere di persona il lavoro per cui ci stiamo preparando da anni però ho già tanto da fare e non saprei dove trovare il tempo" le spiegai ancora confuso. Nicole mi fece un sorriso rincuorante.

"Pensi ai Jets?" mi chiese soffiando sulla tazza che aveva in mano per poterne raffreddare il liquido.

"Sì e no. Insomma è un sogno poter entrare in una squadra del genere, però non sono certo che mi renderà felice" le spiegai prendendo un sorso di cioccolata e scottandomi la lingua facendo ridere Nicole.

"Non pensi che il football ti faccia felice?" mi domandò incuriosita.

"Non so se mi piacerebbe farne la mia vita. Non fraintendermi, amo il football e tutto ciò che comporta, ma ho paura di svegliarmi un domani e di annoiarmi nella sua monotonia" le spiegai nuovamente.

"Qualunque cosa può annoiarti, non puoi saperlo" mi disse lei pacatamente mentre mi osservava minuziosamente.

"Lo so, lo so. È più come una sensazione" le dissi non capendo da dove derivasse la mia paura. In fondo era da tutta la vita che giocavo e mi preparavo per sfondare nel vero mondo del football, e adesso che potevo farlo mi stavo facendo un sacco di problemi, problemi che non avrebbero neanche dovuto sfiorarmi.

PRIMA DI INCONTRARTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora