CAPITOLO 1.2: Washington D.C.

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"Aiden svegliati ci siamo" una voce familiare mi stava chiamando. Aprii gli occhi e vidi Jacob seduto accanto a me. Il college. Jacob parcheggiò e appena scesi, prendemmo le valigie.

"Arriveremo a piedi al dormitorio 48 vicino al parco del college, e da lì ti lascerò nelle mani di William" mi disse con una specie di ghigno che poi si trasformò in un sorriso. Non era mai un buon segno quando succedeva. L'ultima volta che lo aveva fatto mia mamma era caduta dalla seggiola perché lui aveva svitato le viti. Come motivazione disse: "Non pensavo che ci si sarebbe seduta lei". Era l'anno precedente.

Camminammo in silenzio per cinque minuti circa. Il dormitorio 48 era affiancato da altri numeri. Ogni numero corrispondeva all'incirca ad un numero civico delle varie palazzine. Mentre sulla sinistra notai un bar, sulla destra avevamo il centro medico, una mossa poco intelligente metterlo al confine del campus. Più avanti vedevo un'altra palazzina con la scritta 'Medical college'.

Essendo le quattro passate il campus era pieno di vita. Persone che parlavano, altri che correvano, alcuni invece erano ai tavoli fuori dall'edificio a studiare. Ma tra tutti notai subito un ragazzo che ci fece un cenno con la mano. O meglio, lo fece a Jacob. Iniziò a venirci incontro e pian piano che superava i ragazzi circostanti, potei farmi un'idea di lui. Era alto come me o poco più e aveva un ciuffo biondo che mentre camminava continuava a finirgli sugli occhi, e quindi doveva continuamente riportarselo indietro. Era anche lui molto muscoloso, forse un po' meno di Jacob ma comunque come me almeno. Interruppe i miei pensieri iniziando a parlare.

"Ehi Jacob, la tua amica?" domandò guardandosi attorno nervoso.

"Amica? Chi ha mai parlato di un'amica. Te avevi detto che ti serviva una persona, non una donna" disse Jacob con il suo ghigno.

"Stai scherzando vero?" chiese arrabbiato il ragazzo.

"Mi avevi detto che avevi bisogno di una persona che condividesse con te il tuo appartamento. Pensavo che ti servisse un ragazzo" continuò Jacob controllando le notifiche sul suo telefono.

"Sai perfettamente che io condivido la camera con Noah. E sai anche di quale appartamento sto parlando visto che hai già pagato per tutto il semestre. Adesso capisco perché hai pagato anticipato" disse il ragazzo squadrandomi da capo a piedi. Io non stavo capendo una mazza.

"Oh beh puoi andarti a lamentare con l'ufficio dislocamento, ma io ho pagato e i soldi non li rivoglio indietro. Avevi a stare più attento. Ora scusatemi ma devo andare. Aiden ti lascio con William. A dopo capitano" disse sorridendo per poi andarsene.

"Sono spacciato" borbottò William guardandomi. Non capivo cosa fosse successo. Lo ipotizzavo ma non ero sicuro. Sembrava ci fossero dei problemi con il mio dormitorio. Il ragazzo prese a camminare facendomi segno di seguirlo. Mi mossi dietro di lui.

"Comunque io sono Aiden Collins" dissi porgendogli la mano. Lui si fermò.

"Sì, certo, scusami. Io sono William Jones. Mi dispiace, ma il tuo amico mi ha giocato uno dei suoi soliti brutti scherzi" non mi sembrava il caso di approfondire dicendo che in realtà era mio cugino.

"Volevi condividere la tua camera con una ragazza?" chiesi. Lui si mise a ridere e poi riprese a camminare.

"No, assolutamente no. Non sarò io ad ospitarti. E ti posso garantire che non la prenderà bene. Adesso dobbiamo sbrigarci. Tornerà a casa tra circa due ore e noi abbiamo da finire di preparare la tua stanza" disse accelerando il passo.

"Perché non la prenderà bene?" chiesi continuando a camminare.

"Da dove inizio? In pratica, la persona con cui condividerai la camera non sa neanche che dovrà condividerla, ma non chiedermi nulla. Troppo complesso e ti consiglio di non indagare" disse sfoggiandomi un sorriso sincero.

PRIMA DI INCONTRARTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora