CAPITOLO 15: Una semplice cena

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"Sei nervoso o stai stringendo in quel modo il volante perché hai paura che scappi?" mi derise Nicole mentre ridacchiava. Sbuffai.

"Non sono affatto nervoso" ribattei moderando la presa mentre continuavo a guardare la strada.

"Se non vuoi siamo sempre in tempo a disdire e ad andare a cena da qualche parte noi due" mi disse tranquilla mentre si infilava il cellulare in una tasca del suo cappotto nero.

"Non sono nervoso per la cena" dissi trovando più sicurezza.

"Quindi ammetti di essere nervoso per qualcosa" osservò lei invitandomi a continuare a parlare.

"Siamo arrivati" dissi iniziando a parcheggiare.

"E la cosa?" mi chiese lei uscendo dalla macchina. Non appena la ebbi chiusa lei mi guardò scocciata.

"Quella per cui sei nervoso" disse lei dopo qualche secondo mentre ci avviavamo verso il ristorante che era stato scelto da Hilary e George per la nostra cena.

"Ne parliamo dopo?" chiesi vedendo che la coppia con cui avremmo passato la serata era già arrivata. Nicole sbuffò non sopportando l'idea di non sapere qualcosa. Le sorrisi facendola sbuffare più sonoramente e dopo qualche secondo, come se non volesse far vedere il suo fastidio a Hilary e George, si aprì in un sorriso a trentadue denti.

"Siete in anticipo" ci accolse Hilary mentre guardava il suo orologio dorato al polso. Lo riconobbi subito, era il regalo che le avevo fatto per il nostro primo anniversario. A quanto pareva, lo indossava ancora e guardandola capii che non era stata una frecciatina l'averlo messo. Sennò me lo avrebbe fatto notare con uno sguardo.

"Anche voi" risposi mentre Hilary spengeva la sigaretta buttandola a terra per poi pestarla con le sue scarpe rosso fuoco.

"Abbiamo scelto di mangiare messicano, ma nel caso non vi piaccia fanno pure hamburger" aprì bocca George guardandomi in cerca di qualche indizio sul mio stato d'animo. Spostai il mio sguardo da Hilary a lui.

"Va benissimo il messicano" dissi sorridendogli. Avevo promesso a Nicole che mi sarei comportato per bene, e lo avrei fatto.

"Allora direi di entrare" disse Hilary afferrando la mano al suo ragazzo per poi aprire la porta. Nicole mi lanciò uno sguardo indagatorio ma io le feci capire che andava tutto bene e che non doveva preoccuparsi.

Il cameriere ci accompagnò al tavolo e io mi misi accanto a Nicole che di fronte aveva Hilary, mentre davanti a me si era seduto George.

"Qui non ci eravamo mai venuti" disse lui sorridendomi mentre prendeva il menù. Lo guardai accigliato cercando di far sembrare la nostra cena una cosa normale, ma non lo era affatto.

Come ricompensa per il mio sguardo Nicole mi pestò il piede facendomi girare verso di lei con un finto sorriso sotto lo sguardo confuso dei due seduti di fronte a noi.

"No, non mi pare" dissi calmandomi.

"Ti piace il messicano, Nicole?" chiese Hilary alla mia ragazza, infastidendomi.

"Mia madre è messicana, perciò diciamo che per me è la mia cucina" rispose lei sfogliando le pagine del menù. Nicole sembrava la persona più tranquilla dell'universo, e non capivo se lo fosse o se stesse recitando per cercare di dare noia a George e Hilary in qualche modo.

"Non sembri avere tratti messicani" disse George osservandola toppo attentamente per i miei gusti. Nicole chiuse il menù e sorrise al ragazzo che le aveva parlato.

"Ho preso da mio padre, da mia mamma ho preso la corporatura" rispose lei.

"Allora anche tua madre deve essere bellissima" disse George ridendo facendo sorridere Nicole che però non si smosse. Strinsi il pugno. Lo aveva veramente detto? Anche Hilary sembrò turbata dalla frase del proprio ragazzo.

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