CAPITOLO 20: La fine di un'era

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"Dove stiamo andando Nicole?" le chiesi mentre la seguivo. Dopo quello che Conrad aveva detto lei si era ammutolita, e la cosa non era affatto un buon segno.

"Da Helena" mi rispose impassibile mentre camminava decisa.

"Cosa vuoi fare?" le chiesi spaventato dal suo tono. Lei si fermò sul posto e si voltò verso di me con gli occhi arrossati, ma decisa a non piangere.

"Pensavo fosse mia amica Aiden, lo pensavo per davvero! Siamo uscite un sacco di volte e ci vediamo tutte le settimane. E adesso viene fuori che è stata lei a orchestrare tutta questa cosa? Sono senza parole" proferì riprendendo a camminare.

"Allora perché vogliamo andare da lei?" le chiesi raggiungendola e camminandole accanto.

"Ho fatto l'errore una volta di non ascoltare la propria versione delle cose su questa storia, con te quel giorno. Non farò lo stesso errore con lei oggi" mi disse accelerando. Pensai poi che niente sarebbe stato intelligente da dire ed ero certo che Nicole non volesse parlare, perciò rimasi in silenzio fino a quando non arrivammo a un dormitorio in cui seguii la mia ragazza.

Salimmo poi le scale arrivando al primo piano e percorremmo il corridoio silenzioso essendo un piena ora di pranzo. Arrivati poi ad una porta, Nicole batté il pugno energicamente sul legno di fronte a lei. Ci vollero pochi secondi affinché qualcuno ci aprisse.

"Ehi Nick! Non mi aspettavo una tua visita oggi" esclamò spumeggiante Helena mentre sorrideva all'amica. Nicole era davanti a me e non potevo vederla, ma dal momento che Helena divenne seria intuii che Nicole la stesse fulminando.

"Ehm, volete entrare?" ci chiese imbarazzata la bionda. Nessuno di noi due rispose ma entrammo nel suo appartamento.

"Helena non voglio girarci intorno e ti prego di essere sincera. Cosa hai combinato con Jacob Edwards?" chiesi Nicole fredda. Il sorriso di Helena scomparve completamente dalla sua faccia e ci guardò terrorizzata per poi tornare a sorridere tristemente.

"Jacob ve lo ha detto, quindi" disse sedendosi sul divano mentre la coinquilina di Helena se ne andava in camera capendo che la situazione non fosse delle migliori.

"No, non ti dirò come lo abbiamo scoperto, ma vorrei che ti spiegassi" disse Nicole stringendo i pugni. Vedevo quanto si stesse trattenendo dal fare scenate infatti non era da lei perdere la calma, ma quella sembrava esattamente una delle situazioni che la facevano sfuriare.

"Non so da cosa cominciare e penso che scusarmi non serva a nulla" disse sconsolata guardando Nicole che era rimasta in piedi accanto a me.

"Scusarsi potrebbe essere un inizio" le rispose Nicole rilassandosi leggermente.

"Sai, non penso che tu possa capire, ma credo che tu invece possa" disse Helena passando il suo sguardo da Nicole a me. Storsi la testa non capendo. Vedendo la nostra confusione Helena riprese la parola.

"Beh, saprete che l'unico modo di Jacob di tenersi le persone vicine è quello di ricattarle. Io non cerco scuse per quello che ho fatto, perché è imperdonabile, ma forse il dirvi il perché lo ho fatto vi aiuterà quantomeno a non odiarmi" iniziò lei aspettando un nostro cenno che Nicole fece arrivare velocemente.

"Conosco Jacob da diverso tempo oramai, non siamo mai stati più che conoscenti, ma lo conosco da quasi tutta la vita. Mia madre lavorava come donna delle pulizie presso un'azienda ma poi una decina di anni fa le fu proposto di lavorare a tempo pieno presso una famiglia che necessitava di una domestica che fosse reperibile ventiquattro ore al giorno e che abitasse con loro"

"Deduco gli Edwards" disse flebilmente Nicole. Helena le sorrise dispiaciuta.

"Già. Beh, all'inizio le cose andavano alla grande. Avevamo un bell'appartamento in uno dei grattacieli di New York e io e Jacob a malapena ci parlavamo. Insomma, gli Edwards sono una famiglia fantastica e io e il loro figlio ci vedevamo solo quando ci invitavano per delle cene con il personale.

PRIMA DI INCONTRARTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora