Mi guardai allo specchio. La nottata era passata abbastanza bene. Lo zigomo era ancora un po' scuro, ma almeno non più violaceo. Il naso non era gonfiato nemmeno questa volta. Sul torace però mi ero scordato di mettere la pomata di Nicole e quindi era ancora evidente il colpo che avevo battuto. Mi finii di aggiustare la camicia e la cravatta e poi uscii dal bagno. Erano le sette e tre minuti, ma Nicole ancora non era ancora uscita dalla camera. Forse si era dimenticata. Un po' mi dispiaceva, ma non importava. Magari aveva sonno. Andai in cucina e presi della frutta. Presi una banana e due arance per farmi una spremuta. Le spremetti, ci misi due cucchiaini di zucchero e poi iniziai a mangiare la mia banana. Mentre lo facevo guardavo le notifiche del telefono. George mi aveva bloccato su tutti i social. Fantastico. Provai a chiamare mia madre ma non rispose. Ovviamente. Loro erano ancora a letto. Stupido fuso orario. Scrissi allora a mia sorella di chiamarmi non appena fosse uscita da scuola. Lei era più grande di me di due anni, e nonostante non passassimo mai molto tempo insieme, mi mancava. Finito di scrivere il messaggio alzai gli occhi, e mi ritrovai davanti Nicole.
"Buongiorno. Mi dispiace ma la sveglia non ha suonato" mi disse mortificata. Sorrisi guardandola. Aveva un paio di pantaloni normali neri e un maglioncino a collo alto rosso. Come sempre, per andare a scuola, aveva uno chignon.
"Fa niente. Spero che non ti dispiaccia se ho già mangiato" mi rispose di no con la testa, sollevata per il fatto che non mi fossi offeso.
"No, anzi hai fatto bene. Come ti senti?" mi chiese diventando seria e sedendosi accanto a me.
"Abbastanza bene. Non mi fa molto male, più che altro si nota" dissi indicandomi la faccia.
"Per questo posso pensarci io" mi disse alzandosi e scomparendo dalla mia visuale. Dopo pochi secondi, tornò con una borsetta in mano. Si risedette accanto a me e iniziò a cercare qualcosa al suo interno. Alla fine, tirò fuori un cosino a forma di cerchio.
"Cosa è? Polvere rosa?" le chiesi guardandola dubbiosa. Lei si mise a ridere.
"Si chiama Fard. Noi donne lo usiamo di solito per dare colore alla faccia, ma serve anche per coprire cose che non si vogliono far vedere e che sono evidenti sul nostro volto" mi disse prendendo un pennello dalla sua borsetta. Poi lo passò sulla strana terrina e me la applicò sulla faccia come se stesse dipingendo e io fossi la tela.
"Pronto per oggi?" mi chiese rimanendo concentrata.
"Sì. Il primo esame ho visto che è tra due settimane, ma oggi inizio a studiare per bene" le dissi cercando di rimanere immobile.
"Justin mi ha detto che avete parlato" continuò non staccando il suo sguardo dal mio zigomo.
"Sì. Puoi stare tranquilla che non dirò a nessuno di te e William. Grazie per avermelo detto" le dissi. Ripose tutto dentro alla sua borsetta e la chiuse.
"Siamo coinquilini, lo avresti capito da solo, penso. In più avrei dovuto recitare tutto il giorno e ogni giorno, e sinceramente non ne avevo una gran voglia" mi disse continuando a guardarmi in faccia come per assicurarsi che avesse finito per bene il suo lavoro.
"Ora vediamo di muoverci che sennò arriviamo in ritardo" mi disse alzandosi. Lei si diresse in camera, io invece avevo già lasciato tutto sul divano appena mi ero alzato. In pochi secondi era tornata. Prendemmo le nostre chiavi e uscimmo.
"Allora cosa farai stasera con Rachel?" mi chiese tornando di buon umore. Sorrisi.
"Non lo so. Andiamo a prendere un caffè e basta, penso" dissi scrollando le spalle.
"Voi ragazzi non capite mai niente. Se una ragazza accetta di venire con te da qualche parte vuol dire che le interessi. Non è solo un caffè per lei" mi disse sorridendo.
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PRIMA DI INCONTRARTI
Ficção AdolescenteAiden Collins è una giovane promessa del football americano. O forse sarebbe meglio dire che era una giovane promessa. Infatti, dopo aver deciso di frequentare una nuova scuola, si ritrova in una nuova vita in cui decide di non giocare più. Il footb...