La stavo fissando da tutta la mattina e anche se non si era mai girata ero certo che lei, in qualche modo, mi vedesse. Mi ero seduto tra gli ultimi banchi e lei, come sempre, era in prima fila con il suo amato quaderno degli appunti, appunti che avevo letto qualche centinaio di volte vista la sua bella calligrafia.
Avevo provato a stare attento, ma mi era impossibile con lei davanti. In più la mia attenzione era stata attirata dai suoi capelli. Infatti ci avevo messo quasi due ore per accorgermi che fosse Nicole, e me ne ero accorto solo perché durante la pausa Justin era andato a parlarle e per un secondo i nostri sguardi si erano incrociati.
Li aveva tagliati. Mentre prima i suoi capelli bruni lisci le arrivavano a metà schiena ora appena le arrivavano alle spalle. Justin sembrava le avesse parlato proprio di questo visto che le aveva afferrato una ciocca tra le mani mentre rideva facendola sorridere lievemente.
Quando poi la pausa era finita non avevo smesso di fissarla, cercando di capire se mi piacesse di più oppure se la cosa mi fosse indifferente. L'avevo fissata così a lungo che non avevo preso uno straccio di appunto e non avevo ascoltato una parola uscita dalla bocca del professore di fronte a me.
Al termine delle lezioni avevo aspettato che si girasse per poterla vedere meglio, ma la folla di ragazzi che si dirigevano alla mensa per pranzare mi aveva impedito di osservarla attentamente. Ero uscito velocemente, ma l'avevo vista mettersi il casco e sedersi dietro a Justin sulla sua moto per poi scomparire per la seconda volta dalla mia visuale.
Sbuffando mi ero diretto a prendere un panino da mangiare in modo rapido prima di andare agli allenamenti che mi avrebbero preso l'intero pomeriggio. Avevo sbuffato nuovamente quando avevo poi pensato che avrei dovuto studiare durante la notte.
Finalmente ero poi arrivato alla mia camera dove ci sarebbe dovuto essere Rashid.
"Ehi amico puoi dire al tuo compagno di abbassare il volume della televisione?" mi chiese Derek, il ragazzo che aveva la camera accanto alla nostra.
"Ehm, certo" gli dissi sorridendogli mentre aprivo la porta e vedevo lui sbadigliare per poi ringraziarmi e sparire nella sua camera.
"Rashid ci chiedono di abbassare il volume" dissi entrando mentre finivo di leggere una lettera che mi era stata inviata da mia mamma. Chiusi la porta mentre constatavo che avrei dovuto ridire a mia madre di non mandarmi lettere ma di scrivermi visto che eravamo nel ventunesimo secolo.
"Aiden?" disse una voce a me fin troppo nota facendomi alzare velocemente lo sguardo dalla lettera.
"Noah? Che diavolo ci fai qui?" domandai turbato vedendolo seduto di fronte a me sul divano mentre spegneva la televisione.
"Io... mi ha invitato Adu, non sapevo foste insieme qui" si difese lui alzandosi in piedi. Non era cambiato di una virgola ed era la prima volta che lo vedevo dopo mesi. Era l'unico che ancora non avevo visto, in realtà.
"Adu?" domandai. In quel momento comparve Rashid uscente dal bagno.
"Sì?" mi chiese lui.
"Rashid Yar'Adua. A basket lo chiamiamo tutti Adu" mi spiegò Noah indicando il suo amico.
"Ecco dove ti avevo visto. Alle partite di Noah" conclusi dandomi dello stupido per non averlo capito prima.
"Ah, questo ha senso. Quindi voi due vi conoscete già direi. Siete amici?" domandò Rashid sedendosi sul divano.
"No" – "Sì" dicemmo io e Noah contemporaneamente per poi guardarci. Lui tossì come dispiaciuto dalla mia risposta.
"Io comunque stavo andando agli allenamenti, quindi trattieniti pure quanto vuoi" gli dissi cercando di essere freddo per poi andare verso camera mia. Mi sentii però tirato dal polso e mi girai sorpreso verso Noah.
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PRIMA DI INCONTRARTI
Teen FictionAiden Collins è una giovane promessa del football americano. O forse sarebbe meglio dire che era una giovane promessa. Infatti, dopo aver deciso di frequentare una nuova scuola, si ritrova in una nuova vita in cui decide di non giocare più. Il footb...