CAPITOLO 17: Ancora segreti e ancora cadute

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"E poi me ne sono andato" dissi scoppiando a ridere insieme a Nicole. Mi faceva stare bene sentirla felice. Eravamo ormai ai primi di marzo e per l'esattezza era la prima domenica di quaresima. Nicole aveva accettato di accompagnarmi alla messa, poiché gli altri non potevano per altri impegni. Mi era scocciato chiederglielo sapendo che lei non credeva nella figura della chiesa, ma lei aveva accettato contenta. La messa era da poco finita e noi avevamo deciso di tornare a casa visto che a momenti ci avrebbe raggiunto Justin per studiare. Era passato poco più di una settimana dalla mia discussione con Jacob, e dopo quella sera non eravamo più tornati sull'argomento. Stranamente neanche Nicole che di solito si divertiva a lanciarmi frecciatine. Avevo apprezzato molto il suo sforzo di non offenderlo. E stranamente le cose tra me e lei andavano alla grande. Will e lei avevano parlato e lei mi aveva detto che potevamo stare tranquilli anche con la squadra visto che ci avrebbe parlato lui. Jacob per fortuna non mi aveva ancora detto niente della cosa. Avevo quindi dedotto che Will avesse semplicemente detto che lui e Nicole si erano lasciati. Però agli allenamenti sentivo la tensione degli sguardi di tutti. Per fortuna Will e Justin si comportavano normalmente e quindi la squadra si dava un contegno. Ovviamente avevo sentito le voci di spogliatoio. Ero diventato colui che aveva rubato la ragazza al capitano. Però la cosa non mi dava fastidio. Forse con questa motivazione avrei potuto smettere di giocare.

"A cosa pensi?" mi chiese Nicole sempre sorridendo mentre le afferravo la mano. Per fortuna adesso potevamo stare allo scoperto senza rischiare di essere visti da qualcuno della squadra.

"Che la squadra pensa che io ti abbia rubato a Will" le dissi sorridendole mentre continuavamo a camminare verso casa.

"Mi dispiace" disse rattristandosi. Mi fermai.

"E per cosa? Io neanche voglio giocarci. Forse riesco a farmi buttare fuori e Jacob dovrà starsene zitto e non potrà più obbligarmi a giocare" le dissi sincero guardandola. Lei mi sorrise.

"Sei proprio sicuro che non ti piaccia?" mi chiese titubante.

"Non lo so. Amo il football. Però non voglio giocarci" dissi cercando di farglielo capire, ma dalla faccia che fece intuii che non avesse afferrato il concetto. Riflettei un secondo ad un esempio banale per cercare di farglielo capire.

"Prova a pensarla così. Per tutta la tua vita tu hai creduto che Babbo Natale e altre cose simili siano esistite per davvero. Ad un certo punto tua mamma si rende conto che sei grande e ti dice che in realtà non esiste. Tu non smetti di amare il Natale o di volere i regali per questo, ma non lo vivi più nello stesso modo. Semplicemente cambi il tuo modo di vedere le cose" dissi. Lei mi sorrise.

"Hai appena paragonato il football a Babbo Natale?" mi chiese ridendo. Sbuffai.

"Sei antipatica" le dissi riprendendo a camminare. Lei mi seguì e mi riafferrò la mano. Feci finta di staccare la mia ma mi beccai una manata leggera sul braccio.

"D'accordo. Concetto ricevuto. Però magari se tu continuassi potrebbe tornare a piacerti. Da quello che dicono tutti, tu sei una specie di Dio in questo sport" disse camminandomi accanto.

"Non lo so. Ma se ti fa piacere continuo" le dissi facendola sorridere nuovamente.

"Fallo solo se ti piace" mi disse sincera chiudendo l'argomento poiché eravamo ormai arrivati a casa. Aprimmo il cancellino ed entrammo nel giardino. Nicole andò a sedersi al tavolino per attendere Justin e io la seguii per poi prendere una seggiola e mettermi accanto a lei. Pensai che io e Nicole ci comportavamo come una coppia, ma non eravamo niente ufficialmente. A me piaceva tanto ma non sapevo se la cosa fosse stata reciproca. O meglio. Mi aveva detto più volte che io le piacevo, ma non sapevo se le piacevo della serie 'mettiamoci insieme' o altro. Non avevo mai approfondito sulla cosa e lei neppure. Però effettivamente lo eravamo anche senza titolo. Passavamo tutto il tempo insieme ed eravamo anche usciti insieme più di una volta in poco tempo. Pe non parlare del fatto che ci baciassimo in continuazione. Anche se quando c'erano gli altri evitavamo di farlo. Per me non c'erano problemi, ma Nicole mi aveva fatto intendere, dopo che Will ci aveva visti in camera, che si sentiva a disagio a fare smancerie di fronte agli altri. Perciò l'avevo accontentata. Gliene avrei parlato prima o poi, ma adesso non mi sembrava il momento. In più non volevo metterle fretta. Magari mi stavo facendo troppe paranoie e basta.

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