CAPITOLO 16: Un'ora per un hamburger

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Dopo molto tempo mi svegliai felice. Prima di addormentarmi avevo paura che al mio risveglio Nicole non ci sarebbe stata. Eppure, era ancora lì, sulla mia spalla, che dormiva beatamente. Convivendo, era già capitato che l'avessi vista mentre si riposava, ma avercela sulla mia spalla era tutta un'altra cosa. Aveva i capelli scompigliati e il suo respiro era regolare. Mi sembrava quasi una bambina. Sorrisi involontariamente guardandola. Mi aveva stupito moltissimo il fatto che mi avesse baciato. Insomma, ci eravamo riavvicinati nell'ultima settimana, ma non pensavo così tanto. Non che mi stessi lamentando, però non la capivo. Non che ci fossi mai riuscito. Era proprio un enigma, e se c'era una parte di me che era contenta, l'altra aveva paura. Paura che si riallontanasse ora che eravamo vicini. Rimasi a fissarla per un'altra decina di minuti, e poi per la prima volta si mosse. Spostò la sua faccia sulla mia clavicola rendendo il mio respiro irregolare e poi si girò nuovamente aprendo gli occhi. Portò poi una mano sulla faccia per poterseli stropicciare e abituarsi alla luce.

"Buongiorno" le dissi lasciandole un bacio sulla fronte. Lei mi sorrise e poi richiuse gli occhi accoccolandosi sul mio petto, fermando del tutto il mio respiro. Esserle così vicino mi faceva provare così tante cose insieme.

"Che ore sono?" mi chiese con la voce impastata dal sonno mentre riapriva gli occhi. Con il braccio libero mi allungai e presi il mio telefono.

"Sono le otto e quaranta circa" risposi riponendo poi il telefono sul mio comodino.

"Oggi siamo liberi vero?" mi chiese mettendosi a sedere. Mi sgranchii la spalla e poi mi sedetti accanto a lei abbandonando il caldo del letto.

"Sì. Avevi idee su cosa fare?" le chiesi guardandola.

"Ho voglia di mangiare una ciambella" disse pensierosa. Scoppiai a ridere beccandomi una manata sul braccio.

"Come sei manesca di prima mattina- iniziai facendola ridere- potremmo andare al bar qui sotto" le proposi. Lei annuì.

"Vado a darmi una sistemata" disse alzandosi.

"Anche io. Ci vediamo tra un quarto d'ora sul divano?" le chiesi mentre mi alzavo. Lei mi sorrise annuendo e poi uscì dalla camera. L'avrei baciata volentieri ma il mio alito avrei scommesso che avrebbe fatto schifo, e volevo evitare di darle un buongiorno così brutto. Presi i vestiti, scrissi a Jacob per chiedergli come stesse e a che ore ci saremmo visti per gli allenamenti. Poi lo riposi sul comodino e andai in bagno. Mi vestii velocemente e mi diedi una sciacquata. Mi lavai bene anche i denti e poi uscii dal bagno. Mi ero messo un semplice paio di jeans blu e una polo verde con sopra un maglione nero. Nicole era già seduta sul divano, stranamente. Di solito ci metteva un sacco per prepararsi, però non si era truccata, forse per questo ci aveva messo meno.

"Andiamo?" le chiesi mentre si alzava.

"Certo" disse andando a prendere il giubbotto. Mi avvicinai e presi anche il mio. Prima però di infilarmelo la avvicinai a me attirandola dalla vita e mi abbassai per poterla baciare.

"Adesso è un buongiorno" le dissi staccandomi e sorridendo. Lei sorrise imbarazzata e poi prese le chiavi di casa. Ero indeciso se afferrarle la mano o no. Poi però pensai al fatto che al campus tutti credessero che lei stesse con Will, perciò era meglio evitare in luogo pubblico di fare troppe smancerie. Poi se avesse fatto lei il primo passo io l'avrei sicuramente assecondata. Poi, come se mi avesse letto nel pensiero, parlò.

"Insomma, a me va molto bene questa cosa, intendiamoci. Ma devo parlare prima con Will. Non vorrei creargli problemi con la squadra. Così, se ti va bene, glielo dico io il prima possibile. Così può dire alla squadra che ci siamo lasciati o quello che vuole lui" disse timida, probabilmente per paura di ferirmi.

PRIMA DI INCONTRARTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora