CAPITOLO 6: Essere superiori alla rabbia

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"Aiden mi stai ascoltando?" mi chiese Noah che era seduto di fronte a me. Io, come risvegliato dalle sue parole, tornai a guardarlo seduto dalla parte opposta alla mia del tavolo.

"No, non voglio farlo" gli dissi scocciato.

"Guarda che non puoi tenere il muso per il resto della tua vita. Questa volta è stata colpa tua" mi derise lui accompagnato dalla risata di Rashid.

"Smettila di ricordarmelo" gli dissi dondolandomi sulla seggiola.

"Io avrei una domanda. Sei arrabbiato per il bacio mancato o per il fatto che tu stia considerando il fatto di perdonarla?" mi domandò Rashid prendendo un bicchiere d'acqua. Sbuffai.

"Povero e ingenuo Adu. Lui è arrabbiato per entrambe" rise Noah facendomi sbuffare nuovamente.

"E allora perché semplicemente non la perdoni scusa? Se vuoi baciarla e hai dei dubbi dovrà pur dire qualcosa" riprese Rashid. Stavo per rispondere ma Noah mi precedette nuovamente.

"Adu, Adu, Adu. Tu devi capire che il ragazzo che hai davanti non è un normale ragazzo, è una specie di masochista. Lui vorrebbe perdonarla, ma ogni volta che la vede lui non si ricorda il suo amore per lei, ma solo il dolore che lei gli ha causato, e quindi nonostante vorrebbe starci insieme in realtà non vuole" disse Noah lasciando perplessi sia me che Rashid.

"Non ha alcun senso quello che hai detto" lo ripresi frustrato.

"No, quello che tu pensi non ha un senso. Io ho solo esplicitato i tuoi pensieri controversi e malsani" si difese lui puntandomi un dito contro.

"Da che parte stai?" gli chiesi mettendo il broncio.

"Dalla tua, lo sai. Però quando hai torto te lo dico. Lei ti ha detto di andartene dopo un intero mese che provava a riavvicinarti e tu l'hai inseguita per poi sbatterla sul muro e posizionarti a pochi millimetri dalla sua bocca. Perciò se il tuo racconto è esatto sei stato tu questa volta a causare il problema. Potevi andartene con la sua approvazione, ma l'hai inseguita. Come lo vuoi spiegare?" mi disse Noah aprendo una merendina.

"Ce le finirai tutte" lo brontolò Rashid che fu però ignorato.

"Non riesco a spiegarmelo infatti. Per questo ve ne ho parlato, ma mi state prendendo in giro da quasi un'ora" dissi io frustrato.

"Io l'avrei baciata. Nel peggiore dei casi cosa sarebbe successo? Mica sarebbe stata la prima volta che lo facevate" riprese Rashid serio.

"Invece secondo me, nonostante tutto, hai fatto bene. State già male, non avrebbe avuto senso aumentare il vostro dolore fino a quando non capisci cosa vuoi" ribatté Noah.

"Mi sono scordato di dirvi che lei vorrebbe che fossimo amici, ma io le ho detto di aver bisogno di tempo per pensarci" aggiunsi io.

"Ahia, le cose si complicano. Io ci proverei. Magari tornandoci amico capirei cosa vuoi" disse Noah.

"È impossibile un'amicizia per noi. Io la amo ancora, questo penso sia chiaro a tutti. Se ci tornassi amico so che cederei" ammisi a me stesso e a loro.

"Allora tornaci insieme e basta. Perché non riesci a perdonarla?" mi chiese Rashid.

"Non lo so più nemmeno io. Non capisco se il mio sia un capriccio o se effettivamente io non l'abbia perdonata" confessai arrabbiato con me stesso.

"Hai paura che lei possa risbagliare, questo lo abbiamo capito. Ma non puoi vivere nella paura. Perciò o ci chiarisci e la perdoni o smetti di andarle dietro e di fissarla come uno stalker alle lezioni" disse Noah severo.

"Che cavolo di casino!" dissi ad alta voce.

"Io comunque me ne vado ora perché devo studiare. Ci sentiamo domani" disse Noah alzandosi per poi prendere le sue cose e andare via.

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