Dopo aver risposto all'ultima domanda guardai il mio orologio per vedere quanto mancasse alla fine dell'esame. Vidi che mancavano ancora più di dieci minuti, ma io avevo già risposto a tutto e avevo pure riguardato le risposte per due volte e non avevo la forza e la voglia di guardarle nuovamente.
Alzai lo sguardo e vidi di fronte a me Nicole che stava ancora scrivendo qualcosa. Era passata più di una settimana da quando avevamo parlato, o meglio lei aveva parlato e io ero rimasto in silenzio. Mi sentivo un idiota, un vero idiota. Lei aveva ragione. Io l'avevo perdonata. Non sapevo se era stato l'averla baciata o se in cuor mio io lo avessi già fatto.
Nicole era davvero cambiata molto dall'anno precedente e me lo aveva dimostrato costantemente, mentre io l'avevo ripagata facendola soffrire. Forse lo avevo fatto per ripagarla del mio dolore che mi aveva causato.
Ma nonostante io l'avessi perdonata, non perdonavo me, era vero. Era come se avessi un blocco che mi impedisse di tornarci insieme, e mi odiavo perché non capivo cosa fosse. Ma non potevo ritornarci sapendo che qualcosa non era al suo posto. Per questo avevo accettato di essere suo amico, per capire quale fosse il pezzo mancante. Ma avevo rovinato pure la nostra amicizia, se mai eravamo stati amici per davvero. E ora non sapevo come aggiustare le cose tra di noi, ma volevo farlo, e ci sarei riuscito.
Spostando il mio sguardo da Nicole vidi Justin che non stava scrivendo. Era più vicino di me rispetto a lei e sporgendomi leggermente riuscivo a vedere il suo compito. Sembrava bloccato sulla seconda domanda. Senza pensarci molto scrissi quello che avevo scritto io su un foglio. Ci misi pochi minuti visto che scrissi solo i concetti maggiori.
Mi alzai poi con il mio compito e il foglio in tasca dopo aver visto che la professoressa non stava guardando poiché era distratta dal suo cellulare. Appena passai vicino al posto di Justin gli lasciai, recitando la parte dell'indifferente, il foglio con la risposta e poi senza girarmi andai alla cattedra per lasciare le mie risposte.
La professoressa mi ringraziò e io mi diressi all'uscita con le mie cose. Prima di oltrepassare la porta dell'aula mi girai verso Justin che mi guardava stupito. Io gli sorrisi e poi chiusi la porta dietro di me.
Appena fui uscito dalla struttura, mi diressi alla mensa per prendere un panino da mangiare al volo prima di andare ad allenarmi sul campo. Dovetti aprire l'ombrello vista la pioggia che stava scendendo dal cielo. Sarebbe stato divertente allenarmi con quel freddo.
Dopo aver pagato il mio panino mi avviai verso il campo dato che ero uscito di casa con già il borsone. Ripassai di fronte all'entrata della struttura in cui avevo appena dato l'esame e fui bloccato da Justin che mi fece cenno di fermarmi.
"Ciao" mi salutò raggiungendomi.
"Ciao" risposi trovandomi in difficoltà su cosa dirgli. A differenza di Noah, nonostante anche lui fosse stato dalla mia parte, lui non mi aveva mai cercato, e io non ne avevo capito il motivo se effettivamente non ce l'aveva con me. Ma Justin era sempre stato diverso dagli altri, perciò la cosa non mi avrebbe dovuto stupire molto.
"Mi hai salvato. Senza quella domanda non avrei mai raggiunto la sufficienza. Questo argomento non mi entra proprio in testa" mi confessò senza mostrare emozioni come suo solito.
"Di nulla" dissi dandogli una pacca sulla spalla mentre gli sorridevo.
"Ho fatto richiesta per tornare a far parte della squadra, pensavo fosse giusto dirtelo visto che ora il capitano sei tu" mi informò Justin facendomi un sorriso naturale.
"Oh, pensavo non volessi più giocare" ammisi sincero.
"No, non voleva Will. Ma abbiamo rotto perciò penso di poter fare quello che voglio" disse lui scrollando le spalle.
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PRIMA DI INCONTRARTI
Genç KurguAiden Collins è una giovane promessa del football americano. O forse sarebbe meglio dire che era una giovane promessa. Infatti, dopo aver deciso di frequentare una nuova scuola, si ritrova in una nuova vita in cui decide di non giocare più. Il footb...