CAPITOLO 18: Che cosa siamo noi due Nicole?

620 35 31
                                    

'Quando studi il tempo passa velocemente'. Era questa la frase che mi ripetevo da circa tre ore mentre cercavo di capire qualcosa del nuovo argomento. Eppure a me sembrava che fosse passata una vita da quando mi ero buttato sul letto e avevo aperto i miei libri. Mi ero alzato anche diverse volte per distrarmi. Sia perché stavo scomodo sia perché mi veniva continuamente fame o avevo bisogno di andare in bagno. Insomma, normale routine di un pomeriggio di studio. Mi stavo spostando nuovamente, ma nel farlo battei le costole sul materasso. Cosa che mi fece imprecare immediatamente. Erano passati dieci giorni, eppure il dolore non sembrava diminuire. L'unica cosa positiva era stata che almeno non avevo dovuto allenare Jacob. 

Mi alzai tenendo una mano sulla parte dolorante del mio corpo e decisi di andare a studiare alla mia scrivana per evitare dolori improvvisi vista la mia sbadataggine. Dovevo ammettere che capitava continuamente che io battessi da qualche parte. E la cosa stava iniziando a darmi fastidio. Dopo un'ulteriore mezz'oretta decisi che sarebbe potuto bastare per la mattinata. Oggi era stranamente una giornata di sole e faceva anche particolarmente caldo. Per questo avevamo deciso con gli altri di andare a fare un pic-nic al parco. A me e a Nicole sarebbe toccato portare i panini. Io le avevo detto che era meglio le bevande visto che erano già pronte, ma lei aveva insistito dicendo a tutti che facevo dei tramezzini fantastici. Alla fine ci mettevo solo del prosciutto e del Philadelphia, ma lei aveva insistito e io non le avevo saputo dire di no. 

Decisi di alzarmi e di andare a preparare i panini. In più sapevo che Caroline e Noah avrebbero preparato della pasta fredda e dovevo ammettere che erano molto bravi a cucinare. O meglio. Caroline era fenomenale, mentre Noah era bravissimo a comprare gli ingredienti e ad assaggiare quello che cucinava la sua ragazza. Però, quando se ne prendeva il merito, Caroline non ne sembrava contrariata. Oppure, semplicemente, non ci prestava molta attenzione. Alla fine con Noah dovevi fare così. Passarci sopra e fingere che lui non facesse niente. 

Dopo aver cercato in frigo gli ingredienti, iniziai a preparare i tramezzini. Decisi che ne avrei fatti tre a testa visto che ci sarebbe stata pure la pasta più degli stuzzichini che era andata a comprare Nicole mentre faceva la spesa. Tra l'altro sarebbe dovuta tornare a momenti. Mentre lo pensavo sentii aprirsi la porta.

"Aiden sei in cucina?" mi chiese la voce di Nicole mentre chiudeva la porta.

"Sì" dissi mentre mettevo del prosciutto in un tramezzino. La vidi arrivare con due borse enormi che appoggiò immediatamente a terra non appena arrivò in cucina.

"Ti serve una mano?" le chiesi sorridendo mentre lei riprendeva aria.

"No, finisci pure i panini. Non vorrei ti facessi male di nuovo visto che ora stai meglio" mi disse sorridendomi mentre iniziava a sistemare i prodotti acquistati. Avevo mentito a Nicole per farla stare più tranquilla e le avevo detto che ormai non mi facevano più male. Era una bugia a fin di bene, quindi non mi sentivo in colpa. E lei da sola non lo avrebbe scoperto.

"A che ora abbiamo fissato al lago?" mi chiese mentre metteva il latte nel frigorifero. Guardai l'orologio.

"Tra circa venti minuti" dissi notando che era mezzogiorno e dieci.

"Cavolo. Devo ancora cercare il telo per mangiare" disse velocizzando il processo della sistemazione della spesa.

"Se vuoi qui ho finito. Posso cercarlo io se mi dici dove dovrebbe essere" le dissi mettendo i panini in un cesto che Nicole mi aveva dato a colazione.

"Mi faresti un favore enorme. È sicuramente nel mio armadio, ma non saprei dirti dove" mi disse cercando qualcosa nelle buste che aveva messo sul tavolo.

"D'accordo ci penso io e poi vado a mettermi qualcosa di più carino" le dissi indicando il mio pessimo outfit.

"Stai bene anche così" mi disse sorridente alzando lo sguardo dalle buste. Ricambiai il sorriso e poi andai verso camera sua. Quando le passai accanto le lasciai un bacio a fior di labbra che fu ricompensato da un bellissimo sorriso sul suo volto. Arrivai in camera sua e mi diressi subito verso all'armadio. Nicole era una specie di maniaca dell'ordine. In camera sua non c'era mai qualcosa fuori posto. In più si divertiva a rimettere i miei vestiti in ordine. O almeno. Si lamentava del fatto che io fossi disordinato e poiché passava quasi tutte le notti in camera mia, e il disordine la turbava, mi rimetteva sempre tutto al suo posto. Anche se avevo imparato a lasciare poche cose a giro sapendo quanto le desse fastidio.

PRIMA DI INCONTRARTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora